22/04/08

Mi diverto ergo Sono - Il senso del sacro oggi.


Mi sorprende a volte che non si ragioni abbastanza sul fatto di come la mutazione antropologica avvenuta negli uomini - nella razza umana - negli ultimi 100 anni, abbia radicalmente cambiato l'approccio e la relazione con il Sacro, prima che con Dio.

Gli uomini e le donne di oggi, almeno in Occidente, hanno altre cose da fare, piuttosto che pensare a Dio.

La parola d'ordine oggi è: divertire - e divertirsi. O più semplicemente distrarsi.

Una vita noiosa è la cosa più da aborrire. L'importante è intrattenersi. E la civiltà moderna non fa altro che offrirci nuove diavolerie - tante nuove al giorno - per intrattenerci piacevolmente.

E' divertente guardare la TV (almeno per molti). Ma anche guardare la propria mail elettronica o la chat, o il proprio account Facebook tutto il giorno, è divertente.

E poi anche telefonare con il cellulare è divertente. Anche mandare sms. Anche allenarsi con le macchine e fare fitness è divertente.

L'obiettivo finale è divertirsi sempre, anche lavorando: e infatti i lavori più ambiti sono quelli nei quali ci si diverte (lo show business, la televisione, ecc...)

Riflettiamo che divertimento deriva etimologicamente dal latino devèrtere il cui participio passato è diversus o deversus che indica 'allontanamento', o volgere, cioè far prendere altra direzione, quindi distogliere, ricreare, distrarre l'animo da pensieri molesti (dizionario Etimologico Ottorino Pianigiani).

Allora divertirsi e distrarsi sono - lo ripetiamo - le nuove parole d'ordine.

E' appena il caso di notare come per un uomo o una donna che vivevano 100 anni fa, in una qualsiasi parte del mondo occidentale, distrarsi o divertirsi erano attività assai più difficili di oggi.

L'esistenza era ben più pesante. Il lavoro, era pesante. E i divertimenti o le distrazioni, assai poche, e circostanziate.

E' allora ovvio che "non potendo distrarsi", cioè non potendo distrarre l'attenzione con mezzi tecnologicamente sofisticati, le generazioni precedenti erano 'costrette' a mantenere l'attenzione sui temi dell'esistenza: la vita, la morte, il senso della vita, l'esistenza (o la non esistenza) di Dio.

Erano queste le questioni importanti.

Anche oggi lo sono, soltanto che oggi c'è tutto il tempo per 'distrarsi'. E' come se il modello imperante dicesse: "distraiti, tanto per pensare a quello ci sarà tempo."

E difatti io non faccio altro che incontrare persone che vivono semplicemente come se il 'sacro', o le questioni ultime ad esse legate, semplicemente non esistessero.

Vivono totalmente immersi nel loro hic et nunc: qui ed ora.

C'è questa cosa da fare. Questo lavoro, questa compagnia, questa conquista, questo giochino, questo messaggio, questa mail. Al resto ci si penserà dopo.

E difatti assistiamo quasi sempre - in questo modo schizofrenico di vivere - a improvvise scoperte del sacro da parte di persone insospettabili, che hanno sempre vissuto di-vertendosi, quando le cose si mettono male. Quando arriva un lutto grave, quando arriva una malattia. Quando sta per giungere la morte.

Allora si va disperatamente alla ricerca di qualcosa dalla quale abbiamo fatto di tutto per distrarre la nostra attenzione.

Insomma, una parola, qualsiasi parola, e tantopiù la parola divina (se esiste) non può che essere ascoltata nel silenzio, nell'attenzione.

Nella confusione e nella distrazione non si ascolta nulla.

Se un Dio c'è e se Lui è in relazione con noi, noi dobbiamo fargli un minimo di posto, come esige ogni relazione.

Scriveva Angelus Silesius, nel Seicento:

Mistero insondabile ! Dio ha perduto se stesso:
Per questo vuole essere in me rigenerato.

Ma come fa a rigenerarsi in noi, se noi siamo distratti, eternamente occupati a fare altro ?
( Foto in testa all'articolo di Barbara Renzi )

7 commenti:

  1. Può essere che, per riempire quel vuoto di sacro che hanno dentro e dimostrare cosi all'esterno che sono ricchi di altro ,magari pensano,come dici tu intanto " mi diverto " ?

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  2. Ciao ,
    Credo che nulla è gratuito, così anche la conoscenza di Dio per nulla è economica.
    Il Figlio prodigo, ha dovuto toccare il fondo ma alla fine ha riconosciuto l’amore di Dio molto meglio del suo fratello che ha giocato sempre in “casa”.
    Dato che il peccato significa non centrare l’obbiettivo che è Dio, il peccato è un mezzo importante per conoscere Dio.
    Per fortuna che il Signore ci visita e ci sconvolge – “Dove sei” – cercava Adamo.
    Prima o poi tutti saremo cercati e questo è il grande Amore.
    Grazie Faber per il tema

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  3. Non penso che divertirsi è una cosa cattiva. Dipende da come la senti. Immaginate la vita di un lavoratore che passa le giornate in fatica. Non ha diritto di un sorriso in vita? E poi, la vita interna la porti sempre dentro e non si può distrarsi o scappare di se stesso. Poi chi guarda TV, sta con il pc o con il cellulare tutto il giorno? Solo quelli che non hanno da fare, non hanno famiglia, i figli, nessuna responsabilita o attivita in vita. Io invece credo che ogni persona (anche condotta per natura) che e' creata all'immagine e somiglianza... ha la natura creatrice. Chi non crea in vita - la distrugge. Si deve creare sempre (ANCHE DIVERTENDOSI) - creare le opere d'arte, l'emozioni, se stesso... Senza la creazione la persona e' il Vuoto. (Ascoltate la canzone di Battiato Il Vuoto). Beh, non so se posso partecipare qui... Almeno sto curiosando...

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  4. Verissimo ,siamo presi da ritmi assurdi,la societ� ,ti inietta delle idee che ti fanno correre dietro cose futili ,facendoti distrarre da cose essenziali.
    Faber forse i momenti drammatici, di dolore ,servono per metterci con i piedi per terra e con lo sguardo verso il cielo.
    Bello Faber ciao

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  5. E certo, Margherita, che ci puoi stare !
    Anzi, Benvenuta !
    No, mi dispiace se hai inteso il mio post come una 'condanna' del divertimento.
    Non è affatto così che la intendevo.
    Non voglio demonizzare affatto il divertimento.
    Dico che una civiltà 'finalizzata' al divertimento, dove cioè il divertimento diventa paradigma di vita - è figo solo colui che si diverte, è 'in' solo ciò che è divertente (d'altronde basta vedere quali sono i modelli imperanti del jet set, alla Paris Hilton) - non può che diventare schizofrenica.
    Come in effetti mi sembra che sia.

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  6. Sì, Maximus, è come dici tu. Non bisognerebbe aspettare le prove che la vita offre, per capire cosa è realmente importante.

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  7. Proprio a proposito di questo post volevo aggiungere che ho di recente visto "Into the wild", il bellissimo film di Sean Penn, che non a caso la FIPRESCI - organizzazione dei critici cattolici - ha dichiarato miglior film dell'anno.
    E' un film che parla proprio di questo: di un ragazzo che per scelta estrema si sbarazza di tutto quello che è 'distrazione' e decide di riappropriarsi del Sè fino all'auto-annullamento.
    E' un film su cui ci sarebbe così tanto da discutere.
    Tocca i temi caldi di oggi, dell'anima umana, del punto morto al quale sembra essere arrivata.

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