18/06/08

Plinio Perilli (e Pascal).


Questa semplice poesia è stata scritta da Plinio Perilli, poeta romano nato nel 1955. Mi piace perchè è una poesia che potremmo definire Pascaliana, già dal suo incipit.

Blaise Pascal, il più moderno tra i filosofi, colui che ebbe l'ardire di coniugare ragione e fede, dubbio e illuminazione, matematica e poesia, tormento ed estasi.

"Per chi desidera vedere c'è abbastanza luce, e abbastanza oscurità per chi ha intenzioni opposte" ( Pensiero n.139). L'uomo di oggi è esattamente a questo punto. Con tutte le meraviglie tecnologiche, e tutte le nostre conoscenze, siamo ancora allo stesso punto, a metà del guado: sospesi tra luce e oscurità e ancora una volta e sempre dobbiamo scegliere noi col nostro cuore da che parte stare.


C'è poca luce o troppa

se il nostro sguardo non si apre
a capirla da dentro, rinascere

figlio esatto del buio, astro o dardo
nel cuore, carne che guida stella,
croce e corona di quella morte.

Rotola via il macigno, nudo
di pietra e resta in terra estasiato
solo il cielo, tutto il male

redento come un piccolo fiore.

3 commenti:

  1. Molto bella questa poesia!

    la sua parte finale ha fatto rivivere nella mia immaginazione 'I fiori del male' di Baudelaire...non so perchè

    trovi qualche riscontro, Faber?

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  2. Sì, sì, ci sono eccome 'echi' baudelariani !

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