19/12/08

Noi siamo tutti bambini.


Gli insegnamenti di Cristo sono stati rivoluzionari, nella storia delle religioni e del mondo, sotto molti punti di vista, anche pratici.

Prima della venuta di Gesù Cristo, chi è - nel mondo antico - che valorizzò, quasi sacralizzandolo, il ruolo delle donne ? Prima della venuta di Gesù Cristo, chi è che parlo così tanto, con insistenza, con forza assoluta, mettendoli al centro di tutto, dei bambini ?

Gesù Cristo usa parlando dei bambini, di coloro che ne rapinano l'innocenza, le parole più dure di tutti i Vangeli. Gesù Cristo sembra amare più di tutti, loro. E' soltanto con loro, che nei racconti evangelici, sembra trovarsi veramente a Suo agio. E' solo con loro, in loro compagnia, che sembra poter distendersi, esprimere la Sua vera natura.

I bambini.

Noi, oggi, siamo abituati a pensare ai bambini, anche ai nostri bambini, e al bambino che eravamo, come una semplice fase di passaggio della nostra vita.

Ci dimentichiamo spesso quello che oggi anche le scienze cognitive ci dicono con certezza. "Datemi i primi 7 anni di vita di un bambino, e vi dirò tutto sulla sua vita di adulto, " scriveva Bruno Bettelheim, il più grande psicologo pedagogista di sempre.

Perchè è così importante quel che siamo stati nei primi anni della nostra vita ?

Semplice: perchè noi SIAMO quel bambino.

Tutto ciò che in noi conta ed è veramente importante è in QUEL bambino, che continua a vivere in noi, dentro lo scomodo involucro di un corpo adulto.

Ciascuno di noi si porta nella vita, il carattere, il destino, la determinazione, la passione, le ferite, la purezza, l'innocenza, le aspettative, le speranze, di quel bambino che fu. E gran parte dei guai e dei problemi di noi adulti, deriva da questa cancellazione, da questo ripudio o da questa rimozione di quel bambino che ABITA in noi.

Il nostro nucleo emotivo è, e resta lo stesso. Probabilmente noi ci siamo nati. E nessuno potrà cambiarlo profondamente: potremo crescere, che vuol dire dare forma al nostro carattere, adattarlo alle vicissitudini e alle necessità del momento, della società, dell'ambiente che ci circonda.

Ma noi, noi resteremo sempre quel che eravamo quando siamo venuti al mondo. E questa, è la nostra ricchezza più grande, se soltanto fossimo capaci di riscoprirlo, almeno una volta all'anno.




6 commenti:

  1. ...guardando il Bambino nella mangiatoia possiamo sentire accolte e medicate le nostre ferite perchè il Suo papà è anche il nostro papà grande.

    Il bimbo nella foto è stupendo!
    Tenero bocciolo

    RispondiElimina
  2. un orsetto?
    un coniglio in miniatura?

    RispondiElimina
  3. ....bisogna pur sempre tornare bambini dentro.

    bello il tuo orsetto....coniglio magda :)
    ciao

    RispondiElimina
  4. Il bello è che sto scoprendo il pezzo a Pasqua, ma era attinene innanzitutto con il Natale; e lo è tuttora, se la Pasqua è a tutti gli effetti un passaggio e una rinascita, e non occorre certo ispirarsi al mondo naturale per averne una piena percezione anche visiva. Concordo perfettamente con quanto sopra espresso, e me lo dico spesso, non a voler essere pascoliana, ma è vero: noi siamo quel bambino, quella bimba che eravamo. Ma siamo anche come vorremo essere, ascoltandolo/-a al meglio, in noi. Belle riflessioni, grazie. Paola

    RispondiElimina

Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.