11/05/09

La vita è un dono.


Rifletto da qualche tempo su questa semplice domanda:" La vita, la nostra vita, è un dono ?"Dalla risposta che diamo a questa domanda discendono molte conseguenze. Se rispondiamo che la Vita non è un dono, ma è una situazione 'già trovata', insomma casuale, le conseguenze sono di un tipo. Se rispondiamo che essa E' un dono (a prescindere, per il momento, dachi ce l'ha fatto) le conseguenze sono altre. Intendiamoci prima sul significato della parola 'Dono'.

Proprio qualche tempo fa su 'Avvenire' Paola Springhetti ha interrogato il filosofo francese Jean-Luc Marion proprio sulla 'filosofia del Dono'.

"Dono" dice Marion " è - lo sappiamo - UNO SCAMBIO SENZA CHE CI SIA UN PREZZO DA PAGARE. Ma l'interpretazione - aggiunge il filosofo - è insufficente. Il dono NON E' lo scambio tra due persone che stanno su di un piano di parità. Infatti lo SCAMBIO è reciproco, mentre il DONO non lo è. "Ora chiediamoci:" Qualcuno mi ha fatto UN DONO mettendomi al mondo ?"


La prima risposta che potremmo dare è che sì, sicuramente qualcuno ci ha fatto un dono - gradito o sgradito ora non ci interessa -mettendoci al mondo: e questi sono i nostri due genitori. Loro lo hanno fatto forse anche aspettandosi un 'ritorno': l'appagamento, la soddisfazione di vedere i figli crescere, la riconoscenza... ma non v'è dubbio che nell'istinto di procreare vi sia prima di tutto una percentuale di 'gratuità': la voglia di mettere al mondo una persona nuova. Un figlio che - come dice eloquentemente Gibran - è come una freccia che noi lanciamo, ma che poi nella vita cadrà dove vorrà, andrà dove vorrà.

E a questo proposito Marion ci dice: " Questo dono (il dono dei genitori che danno la vita ai figli) nonpuò essere ricambiato: un figlio potrà amare il padre, ma non potrà mai essere ciò che il padre è stato per lui. E proprio il susseguirsi delle generazioni ci parla del dono che apre alla vita, a nuovepossibilità, al futuro."
Ma passando dal piano della biologia a quello meta-fisico, la domanda "La vita è un dono ?" si complica. E potremmo formularla così: "La vita è un dono che Qualcuno - oltre ai nostri genitori - ci hafatto ? O è solo frutto del caso ?"

E' la stessa cosa che passa tra trovare per caso un portafoglio pieno di monete in strada, mentre camminiamo, o ricevere lo stesso portafoglio da un donatore, da qualcuno che "ha voluto" darcelo. Le conseguenze che si tirano, sono fondamentali, e le vediamo chiaramente nella nostra vita.

Una volta pensare che la vita sia un DONO di Qualcuno era la norma,era del tutto naturale. Chi viveva si sentiva 'in obbligo' verso questo misterioso donatore. Se ricevi un dono - non ci vuole Marion per capirlo - nasce un diverso sentimento: la tua responsabilità. Ti senti comunque 'in debito'.

Anche se sei il più irriconoscente, il più leggero degli uomini, sentirai dentro di te l'esistenza di questo lascito. Oggi invece il pensiero predominante sembra essere quello che la Vita non è un dono. Ma che la Vita l'abbiamo trovata per caso. E forse, di una cosa trovata per caso, non si sa bene neanche cosa farsene. Anche perchè il trovare una cosa per caso non cancella le domande.

Semmai ne fa scaturire di nuove:
"chi l'ha lasciata questa cosa ?"
"Da dove viene? "
"Cosa significa il fatto che io l'abbia trovata percaso ?"
Se hai un figlio, ti riesce difficile immaginare che la vita non sia un dono.

Tuo figlio ti guarda negli occhi, e ti chiede conto ogni giorno:"padre, grazie, " oppure: "padre, perchè?" o ancora "padre è giusto ?" "padre è sbagliato?"

Ti domanda, un figlio.Ti chiede, sempre, e non si stanca.Nello stato in cui siamo invece, sembra che queste domande, meta-fisicamente, non riusciamo più a porcele. C'è solo un vago rimestare:" se io non ho ricevuto nessun dono, non sono in obbligo con nessuno,non DEVO RENDER conto a nessuno. "


Ma subito dopo la frenesia di libertà che questa constatazione genera,sorge il grande vuoto, che inghiotte anche le altre domande. Se la mia vita NON è un dono, allora non ha nemmeno senso.Perchè E' il dono che stabilisce un senso, una direzione.

La vita è a mio umile avviso, troppo forte, troppo piena di senso,troppo drammatica, troppo 'direzionale', troppo viva, troppo vera, per NON essere un dono.

2 commenti:

  1. ...da parte di Dio è un dono..ma per gli uomini? cerchiamo troppo negli altri la conferma del nostro valore per poter comprendere che il fatto stesso di vivere é il valore della vita. Troppi, non trovano entrando in questa realtà braccia, volti e cuori pronti ad accoglierli e proteggerli; troppi crescono con padri e madri che desiderano solo delegarli ad altri: insegnanti, catechisti, psicologi il più in fretta possibile per potersi dedicare ai propri progetti; troppi non hanno la possibilità di costruirsi una identità sociale attraverso un lavoro, una abitazione, dei rapporti stabili; troppi debbono fuggire dalla terra in cui sono nati per trovare alimenti o fuggire dalla guerra; troppi muoiono per malattie che si potrebbero vincere con medicine che costano prezzi a loro inaccessibili; troppi muoiono per povertà, malattie, guerre quando altri sono nel mezzo del cammin di propria vita; troppi muoiono soli, solo di vecchiaia e solitudine.....troppi, troppi ! si Faber la vita è un dono che può essere ministrata solo in condominio perchè non ci appartiene individualmente. Dio la dona a tutti perchè tutti la condividano condividendo il creato ma l'uomo ne vuole essere padrone per questo le nostre buone intenzioni asfaltano con milioni di morti la strada di quella roba che chiamiamo civiltà...

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  2. "la vita è un dono che può essere ministrata solo in condominio perchè non ci appartiene individualmente. Dio la dona a tutti perchè tutti la condividano condividendo il creato"

    Alessandro, queste tue parole così profonde e vere si riallacciano e continuano idealmente nell'argomento che ho postato oggi. E' chiaro secondo me, che senza reale com-passione, nessuna condivisione e quindi nessun dono condiviso è pensabile e possibile.

    F.

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