12/12/09

La Gioia che esiste, e che non vediamo.



Attraverso i mass media "il male viene raccontato, ripetuto, amplificato, abituandoci alle cose più orribili, facendoci diventare insensibili e, in qualche maniera, intossicandoci." Radio e televisioni sono 'colpevoli' di 'intossicare' i cuori, "perché il negativo non viene pienamente smaltito e giorno per giorno si accumula. Il cuore si indurisce e i pensieri si incupiscono". I mass media, - ha insistito papa Benedetto XVI - "tendono a farci sentire sempre 'spettatori', come se il male riguardasse solamente gli altri, e certe cose a noi non potessero mai accadere. Invece siamo tutti "attori" e, nel male come nel bene, il nostro comportamento ha un influsso sugli altri". Un meccanismo che aggiunge all'inquinamento dell'aria nelle città, "che in certi luoghi è irrespirabile", e che richiede "l'impegno di tutti", un vero e proprio "inquinamento dello spirito".

Sono le durissime parole che Benedetto XVI ha pronunciato martedì scorso nel tradizionale omaggio alla Immacolata, in Piazza di Spagna a Roma. Parole sulle quali forse varrà la pena continuare a interrogarsi tutti.

Dov'è finita la gioia, nel nostro tempo ? Quella gioia che sappiamo esistere, che è un riflesso della creazione, che è bellezza, che è aprirsi all'altro. Quella gioia di cui nessuno - tantomeno chi detiene il bastone del comando - mai parla.

Quella gioia che Beethoven ha espresso invincibilmente nella sua musica. Quella gioia che così descrive Clive Staples Lewis:

Quanto a Dio, dobbiamo ricordare che l'anima è solo una cavità che egli riempie. Non è forse vero - domanda Lewis - che le vostre amicizie più durevoli sono nate nel momento in cui finalmente avete incontrato un altro essere umano che aveva almeno qualche sentore di quel qualcosa che desiderate fin dalla nascita e che cercate sempre di trovare, sotto il flusso di altri desideri e in tutti i temporanei silenzi tra le altre passioni più forti, notte e giorno, anno dopo anno, fino alla vecchiaia?... Se questa cosa dovesse finalmente manifestarsi - se mai dovesse sentirsi un'eco che non si spegnesse subito ma si espandesse nel suono stesso - voi lo sapreste. Al di là di ogni dubbio possibile direste: "Ecco finalmente quella cosa per cui sono stato creato". Non possiamo parlarne gli uni agli altri. E’ la firma segreta di ogni anima, l'incomunicabile e implacabile bisogno”. Quello che voi agognate vi invita a uscire da voi stessi. Questa è la legge suprema - il seme muore per vivere

4 commenti:

  1. Nell'85, don tonino Bello fece questi Auguri scomodi, alla sua comunità.

    "Il bambino che dorme sulla paglia, vi tolga il sonno e faccia sentire il guanciale del vostro letto duro come un macigno, finché non avrete dato ospitalità a uno sfrattato, a un marocchino, a un povero di passaggio.
    Dio che diventa uomo vi faccia sentire dei vermi ogni volta che la carriera diventa idolo della vostra vita; il sorpasso progetto dei vostri giorni;la schiena del prossimo, strumento delle vostre scalate.
    Maria, che trova solo nello sterco degli animali la culla ove deporre con tenerezza il frutto del suo grembo, vi costringa con i suoi occhi feriti a sospendere lo struggimento di tutte le nenie natalizie, finché la vostra coscienza ipocrita accetterà che lo sterco degli uomini, o il bidone della spazzatura, o l'inceneritore di una clinica diventino tomba senza croce di una vita soppressa.
    Gli angeli che annunciano la pace portino guerra alla vostra sonnolenta tranquillità incapace di vedere che, poco più lontano di una spanna, con l'aggiunta del vostro complice silenzio, si consumano ingiustizie, si sfrutta la gente, si fabbricano armi, si militarizza la terra degli umili, si condannano i popoli allo sterminio per fame"

    Quella cavità può essere riempita solo dall'amore. Quell'amore di cui abbiamo così paura. Non possiamo vedere la gioia che esiste senza lasciarci guidare da quell'amore. I nostri problemi, i nostri piccoli problemi sono sempre in primo piano. Da questo le nostre disattenzioni, superficialità e, specialmente, questo continuo, fastidioso lamento sulla nostra vita e sul mondo. Quella musica è bellissima, quelle voci sono bellissime,danno corporeità alla nostra anima, ma questo può accadere perché nella nostra anima quella musica c'è già

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  2. un grazie immenso a te, Faber, perchè ci ricordi il dono della gioia che è in noi, della musica che è in noi come dici gioiosamente, Alessandro

    che l'amore di Colui che ci ha creato per la gioia ricolmi il nostro vuoto, la cavità che solo noi possiamo creare togliendo tutto quanto il pesante, il superfluo
    e diventeremo vasi d'amore, sorrisi di vita

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  3. e su quei vasi è scritta la firma di Dio

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  4. Grazie Alessandro, per queste parole semplici e assolute di Don Tonino.

    E grazie, Magda, e quanto è vero quello che scrivi: se prima non facciamo 'vuota' la nostra cavità, nessun amore potrà mai riempirla.

    F.

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