05/12/10

Invocazione per voce sola.



Nel vento di Novembre se ne sono andate anche le speranze.
Viaggiano come voci sperse che il vento sospinge malinconiche, e un nuovo orizzonte non appare. Si disinteressa il caso al ricordo e alla dimenticanza. Tutto è come sempre avvolto da un misterioso sospiro, quando i capelli sparsi sul cuscino si perdono in tutto quel bianco e la luce li sfiora appena perché il giorno non può ancora nascere. Viene di notte il tuo battito appena percepito, lo sento dentro, nessuno può più svegliarci, nemmeno il rumore della pioggia o il silenzio intero di una assenza, divenuta insopportabile.
Ritorna, rinnova, dài un senso.
Riprendi il gesto, muovi l'ombra nel gelo dei tuoi occhi, torna a svernare al tepore brumoso dei tropici, resta sospesa tra me e te, descrivi questo niente che è un momento e rendilo eterno, come deve essere e come è sempre stato.


4 commenti:

  1. Il nostro incontro

    Il nostro incontro
    non era in agenda, era scritto
    in nero sui muri, era nuvola
    di passaggio, era una melodia
    dalla finestra, era un piccolo
    e sconfinato panorama che si chiude
    col silenzio delle imposte.

    Il nostro incontro
    rasentava la sera del giorno
    prima, svernava ai tropici
    come un uccello fuori rotta,
    si vergognava di sé,
    come un luogo comune,
    o un interrogativo all'inizio della frase.

    Il nostro incontro
    era un possedimento inutile,
    o una nota incantata,
    eppure il nostro incontro
    è apparso tanto tempo fa, un giorno,
    ha illuminato la vita di senso,
    e non è ancora tramontato.


    Fabrizio Falconi

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  2. a poesia
    poesia risponde
    :-)

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