20/05/11

Cimiteri deserti luoghi, strade piene di fiori. Un segno dei tempi.


Girando, noto da tempo questo strano fenomeno: i nostri cimiteri ormai sono luoghi abbandonati. Eppure le strade pullulano di altari laici, memorie, scritte, fiori sempre freschi per ricordare qualcuno che si è spento.

Credo sia una cosa su cui poco si è riflettuto, che indica un cambiamento profondo della nostra mentalità. I cimiteri sono i luoghi dove i corpi dei morti riposano. Per noi, sembrano essere diventati luoghi poco interessanti. Una volta - fino a pochi decenni fa - i cimiteri erano sempre luoghi molto frequentati, molto curati dai congiunti, dai sopravvissuti di chi se n'era andato.

Non lo si faceva soltanto per compassione o per carità cristiana: lo si faceva perché si credeva che il luogo della sepoltura fosse molto importante. Lo si è creduto per millenni, dato che la stessa nascita della civiltà è correlata al culto dei morti e alla loro sepoltura - sepoltura sulla quale si edificavano case, templi, memorie, archi, università.

Oggi questi luoghi sono deserti: io che li frequento con una certa regolarità constato che sono del tutto abbandonati. Durante la settimana gli avventori sono pochissimi, pochissime le tombe che hanno fiori freschi, quasi nessuna. Molte ragnatele, molti tristissimi fiori finti, sbiaditi dal sole e dalla pioggia.

In compenso 'fioriscono' le nostre strade. E questo è molto interessante: il luogo dove una persona è morta, è diventato MOLTO più importante per noi, del luogo dove è sepolta.

E questo implica un rovesciamento completo della nostra forma mentis: siccome ci è molto difficile pensare, credere alla sopravvivenza dei morti in qualche forma che coinvolga il loro corpo morto, preferiamo negare questo luogo, cancellarlo dal nostro orizzonte immaginario e concentrarci sul luogo dove la VITA ha tessuto il suo ultimo istante.

E' insomma una delle forme con cui abbiamo fatto fuori la morte dal nostro orizzonte psicologico, scegliendo di celebrare la vita, seppure nel suo misterioso e drammatico istante ultimo.

E' una mutazione antropologica e culturale notevole. Di cui forse non siamo nemmeno coscienti.


Fabrizio Falconi.

7 commenti:

  1. purtroppo ci sono dei cimiteri che sanno di morte senza nessun segno di resurrezione o cmq un ambiente con un qualche segno di vita propio come dici anche tu Fabrizio e sono d'accordo che è meglio un fiore fresco di un fiore finto sporco e invecchiato nel tempo per abbandono o altro.... per quel che mi riguarda preferisco essere cremata e spero che chi resta mi conceda questo ultimo desiderio,e disperdere le mie ceneri in un bel prato,credo pure e spero nell'anima che non muore e che i nostri cari continui a vivere vicino a noi.
    E in ogni fiore che nascerà se vogliono si ricordino di me con un sorriso:)

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  2. Grazie, credo che tu sia Jole anche se non vedo la firma..
    Fab.

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  3. al sud i cimiteri sono ancora frequentati..il culto dei morti ha radici più solide man mano che ci avviciniamo a concezioni più radicate.Ai defunti si devono messe, visite, fiori freschi..E' un modo per non dimenticarli..E' molto triste pensare che altrove ci siano ragnatele, fiori finti e soprattutto indifferenza. Iva

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  4. Ho sepolto mia madre in un fornetto al piano interrato di una "congrega" in cemento armato nello squallore del cimitero di Capodichino. Prima o poi ci accompagnerò anche mio padre. Poi non ci metterò mai più piede. E non perché non abbia amato mia madre e non ami mio padre. Anzi, proprio per questo. Cosa ha a che vedere quella miserabile desolazione con la loro casa ordinata e pulita, con il ricordo di gioie e sorrisi che ho di lei, con i quieti giorni che sta trascorrendo lui? Ma a che servono i cimiteri? Abbiamo paura di dimenticare? Non ne ho bisogno, io non dimentico.

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  5. Iva: sì è vero come tu scrivi, che il culto del morti ha 'radici più solide man mano che ci avviciniamo a concezioni più radicate'. E' proprio la mancanza o il rinnegamento delle radici che ci porta a metterle in un luogo casuale, in mezzo a una strada.

    F.

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  6. Fulvio, rispetto il tuo punto di vista perché sulle questioni ultime ciascuno ha, ed è giusto che abbia, la propria sensibilità e la rispetti.

    Per me, il luogo della sepoltura, dove riposano mio padre e mia madre, sono sacri.

    F.

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