01/06/11

Hic iacet - Le parole della soglia - 5


Comunque sia il gioco delle interpretazioni si può continuare all’infinito.
Quel che ci interessa accennare è la svolta avvenuta nel 1936 a Pompei, quando, durante gli scavi, un esemplare del Quadrato fu rinvenuto su una delle colonne della Palestra Grande. La scoperta, vero e proprio evento per gli archeologi, ha retrodatato l’invenzione del Quadrato Magico almeno al 79 dopo Cristo, e ha rinforzato una serie di teorie riguardante la controversa presenza dei cristiani a Pompei, nell’anno dell’eruzione.

Questo perché al Quadrato si è attribuito da più parti una sicura rilevanza di simbolo cristiano, legato al culto dei morti e alla Risurrezione.
Incredibile a credersi infatti, il Quadrato misterioso contiene al suo interno, come una fantastica scatola cinese, un ulteriore piccolo prodigio.
Tutte le parole del Quadrato, messe insieme – anagrammate - formano due Paternoster incrociati con due lettere alle estremità della croce, due A e due O, che rappresenterebbero due Alfa e Omega.

Esemplari del Quadrato Magico sono stati ritrovati :

- a Verona, nell’Oratorio di Santa Maria Maddalena di Campomarzio.

- In Gran Bretagna su in intonaco di rovine romane risalenti al III sec. a Cirencester ( l’antica Corinium ), dove fu rinvenuta anche una gran quantità di tombe.
- A Pescarolo, in provincia di Cremona, sul pavimento della bellissima chiesa di S. Giovanni Decollato.
- A Siena, nel Duomo di S. Maria Assunta.
- A Fabriano, nella chiesa di S. Maria in plebis flexiae.
- A Roma, nei locali catacombali sotto la Basilica di Santa Maria Maggiore – il quadrato fu rinvenuto durante gli scavi archeologici del 1960.
- A Santiago de Compostela, in Spagna.
- In Austria, nell’attuale Altofen, l’antica Buda.
- In Ungheria, graffito su una tegola, negli scavi dell’antica Aquincum, graffito databile al 107, 108 d.c.


Sono solo alcuni esempi. Dall’XI secolo in poi il quadrato ha cominciato ad invadere l’Europa, ma almeno i tre ritrovamenti, quello di Pompei, quello di Cirencester, e quello di Aquincum smentiscono in modo categorico la teoria che vorrebbe il quadrato come una invenzione medievale.

In realtà il Quadrato è molto più antico. E oggi quasi tutti gli studiosi sono concordi nel ritenerlo un’espressione ingegnosa della prima comunità cristiana stabilitasi in Italia alla fine del I secolo dopo Cristo.
In realtà ciò che appare evidente è il legame che nel tempo si è instaurato tra il Quadrato, il rito della sepoltura e il culto dei morti. Forse l’origine di questo legame, l’aver associato il Quadrato alla sepoltura, deriva proprio da Pompei.
L’incisione del Quadrato a Pompei sarebbe opera dei cosiddetti fossores, quelli che oggi chiameremmo ‘tombaroli’, scavatori dilettanti, che subito qualche anno dopo l’eruzione cominciarono a penetrare nelle zone archeologiche alla ricerca di reperti preziosi.
E’ l’opinione fra gli altri, anche di Jèrome Carcopino, ritenuto uno dei massimi esperti sugli scavi pompeiani .
Ma, se così sono andate veramente le cose, per quale motivo i fossores sentirono il bisogno di tracciare quel graffito, in quel luogo, a Pompei ? Perché altri fossores realizzarono lo stesso graffito ad Aquincum e negli altri siti ? Perché soprattutto il Quadrato fu poi riproposto infinite volte nei pavimenti delle chiese, nelle catacombe, accanto alle tombe di personaggi illustri e meno illustri ?
Una prima risposta potrebbe essere rappresentata dal simbolo della croce, che è inserito due volte nel Quadrato. Con i due Paternoster incrociati come abbiamo visto, e con le due parole TENET che si intersecano formando una croce, nella lettera N che secondo alcuni starebbe appunto per NAZARENUS.
La croce, un segno vecchio quasi come l’umanità, divenuto poi simbolo prima di unzione degli infermi, e poi di morte e resurrezione, posto da secoli e secoli sulla tomba, sul luogo di sepoltura dei Cristiani.
Eppure questa, posta dai fossores cristiani, in rispetto o in devozione dei defunti, non è una croce qualsiasi. E’ appunto una croce inserita in un quadrato. Anagrammata, quasi nascosta dentro questo inaccessibile mistero.
Il mistero rimane tale, e sarà difficile svelare una volta per tutte l’arcano contenuto nel ‘ SATOR’.
Però certo, emergono alcune suggestioni davvero affascinanti, derivanti da questi due simboli, il quadrato e la croce, due simboli così diversi, tutti e due in stretto rapporto con il tema del nostro convegno, il luogo dei morti, i morti del luogo.
Forse per spiegare quest’altra implicazione dell’enigma, dobbiamo fare un ulteriore salto temporale in avanti.
Il Quadrato Magico ‘SATOR’ è inciso sulla lapide di un uomo famoso. Il compositore austriaco Anton von Webern, l’erede di Schomberg, da molti considerato l’inventore della dodecafonia.
( a.v.webern. ( 1883 – 1945 ).
Anton von Webern ebbe, in vita, una specie di vera e propria ossessione per il Quadrato Magico. Al punto che scrisse anche un’opera musicale ispirata al Quadrato: II CANTATA OPERA 31, che fra l’altro è l’ultima opera del suo catalogo.
Webern, affascinato, ossessionato per tutta la sua vita dalle possibilità geometriche, matematiche della musica, dalla serialità e dagli enigmi, non poteva non trovare nel Quadrato una specie di ‘summa’ del suo credo filosofico, prima che musicale.
Webern, che aveva fatto della razionalità un dogma, anche in musica, finì i suoi giorni in un modo quasi incredibile. Venne ucciso per sbaglio nel 1945 da un soldato americano durante un coprifuoco. Massima irruzione del caso in una vita dominata dal calcolo.
Sulla sua casa a Mittersill figura un Quadrato posto in mezzo alle sue date di nascita e di morte. La stessa cosa sulla sua lapide.

La casa, e la tomba.

In molti punti dei suoi diari Von Webern parla del Quadrato magico e della suggestione esercitata su di lui da quel groviglio di lettere.

In un punto dei diari scrive una frase veramente illuminante:

“Variazioni sopra un tema. Questa è la forma primordiale che sta alla base di tutto. Due cose che sembrano completamente diverse fra di loro in realtà sono la stessa cosa. E così si genera la più larga coerenza. “

“ Due cose che sembrano completamente diverse tra di loro e che in realtà sono la stessa cosa “: non è che Webern si sta riferendo alla croce e al quadrato ? Beh sì. Webern parla proprio del Quadrato magico: una STESSA COSA che contiene due cose completamente diverse: la Croce e il Quadrato.

Il Quadrato, simbolo della razionalità, della geometria, della costruzione, della casa, delle fondamenta.
La Croce, simbolo della spiritualità, dell’idea, dell’innalzamento verso l’alto, verso il trascendente, il divino.
Webern dice che questa essenziale ‘variazione su tema ‘, questa ‘forma primordiale’ è alla base ‘ della più larga coerenza ‘. Più avanti egli parla di ‘sublime armonia. ‘
Di questa meravigliosa unione il Quadrato SATOR offre una sintesi quasi perfetta.
E’ comprensibile allora che un simbolo come questo – apparentemente criptico, ma gli antichi avevano grande rispetto e grande dimestichezza con i simboli - sia per molti secoli stato usato per contrassegnare i luoghi di sepoltura e i luoghi di culto, che per molti secoli come sappiamo, sono stati UNO STESSO LUOGO.
QUEL LUOGO che rappresenta una SOGLIA, la soglia della quale parlavamo prima, il confine comunicativo, dimensionale tra morti e vivi. Quel luogo nel quale le dimensioni si confondono, e si risolvono in una nuova forma.

Come suggerisce ancora Edmund Jabès, nel ‘Libro dell’Ospitalità’:

“Gira lentamente la testa, da sinistra verso destra. Il mondo ti apparirà nella sorprendente diversità della sua unità. “
“ Così uno sguardo nuovo aggrega il passato al futuro, i giorni vissuti ai giorni da vivere ancora.”
“ L’eternità: l’arbitro."

Fabrizio Falconi - © riproduzione riservata
5/5 fine. 

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