11/03/13

Diretta dal Conclave 7./ Spunta Dolan ?




Spunta l'ombra di un terzo incomodo. Nella corsa al Conclave, quando mancano soltanto poche ore ormai all'Extra Omnes, un solo dato sembra certo: nessuno tra i possibili  "papabili" di questi giorni entrerà nella Sistina con un pacchetto di voti certo, pari a quello di cui poté disporre Joseph Ratzinger nel primo scrutinio del Conclave del 2005, cioè una cinquantina di voti. 

L'arcivescovo di Milano Angelo Scola, il superfavorito della vigilia, e Odilo Scherer, l'arcivescovo di San Paolo del Brasile, gradito alla curia, sono per ora fermi a 35 massimo 40 voti. 

Tra i due contendenti sembra inserirsi un cuneo, che fa capo soprattutto al nutrito drappello statunitense - undici cardinali più tre canadesi - dal quale potrebbe spuntare un terzo incomodo, che potrebbe approfittare di una situazione di stallo tra i due favoriti. 

E se fino a ieri il terzo incomodo aveva le sembianze dell'arcivescovo di Boston, il cappuccino Sean O'Malley, che ieri ha celebrato la messa a Santa Maria della Vittoria, a Roma, oggi prende quota il nome di Timothy Dolan, 63 anni, presidente della conferenza episcopale statunitense. 

Nome forte, nome autorevole, personaggio capace di attrarre i media e presidente della grande arcidiocesi di New York. 

Su Dolan sarebbero pronti a convergere i voti anti-curiali, in caso di stallo sulla candidatura di Scola. 

I giochi, insomma, sono quanto mai aperti. 

Ed esistono almeno altri tre o quattro nomi, il canadese Ouellet, l'altro americano Wuerl, l'ungherese Erdo, per esempio che potrebbero avere chances, in caso di tempi lunghi del Conclave.  Come l'ipotesi africana del ghanese Turkson o quella asiatica del filippino Tagle. 

Fabrizio Falconi

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