27/06/13

Le avventure della Verità - La grande esposizione curata da Bernard-Henri Levy alla Fondazione Maeght di Saint-Paul de Vence.




E' l'esposizione piu' attesa dell'estate in Francia e il suo ideatore e curatore e' il filosofo piu' mediatico di Francia, Bernard-Henri Levy: 'Le avventure della verita'. 

Pittura e filosofia: un racconto', un percorso inedito e ambizioso sul rapporto tra arte e filosofia, si apre sabato alla Fondation Marguerite et Aime' Maeght diSain-Paul de Vence, in Costa Azzurra, uno dei maggiori centri d'arte moderna e contemporanea, inaugurato nel 1964 dal grande ministro della Cultura, Andre' Malraux. 

 Partendo dalla celebre condanna che Platone fece dell'arte, imitazione della realta' sensibile e quindi del mondo delle idee, si apre un percorso in sette tappe scandito dalla filosofia di Hegel, Nietzsche, Kant, Heidegger, con opere - in tutto 126, provenienti dal mondo intero - di Anselm Kiefer, De Chirico, Jean-Michel Basquiat, Tintoretto, Jackson Pollock, Cranach il Vecchio, Rothko, Warhol, Bronzino, e tanti altri.

C'e' anche il contributo di venti artisti contemporanei, tra cui Jeff Koons, Anish Kapoor e Marina Abramovic, che hanno accettato di leggere, davanti alla telecamera di Levy, alcuni testi filosofici, oltre a un imponente catalogo-libro. 

"Il risultato e' conforme a quello che speravo - dice all'ANSA Bernard-Henri Levy, 64 anni, occupato a ultimare l'allestimento dell'esposizione -. Tre condizioni sono riunite: fare onore alle opere, rispettare il luogo della mostra (la Fondation Maeght e' un'opera d'arte in se' tra la corte Giacometti, il labirinto Miro', i mosaici murali di Marc Chagall e le vetrate di Braque, ndr.) e restare fedeli alla problematica dell'esposizione". 

Alla prima esperienza come curatore, Levy aggiunge: "Sono molto felice e molto commosso nel vedere apparire insieme queste opere che avevo visto solo separatamente ma anche molto ansioso perché anche se il piano di questa esposizione era nella mia testa da mesi, una cosa e' averlo in testa e un'altra averlo sulle pareti". 

La mostra e' una storia della verità, prosegue il filosofo n.1 di Francia, "ma la verità concepita non come sostanza ma come orizzonte e questo orizzonte presuppone un cammino che e' avventuroso, fatto di avanzate e ritirate, sorprese e momenti di stallo, insomma e' un'avventura". Il percorso espositivo e' "sincronico", nel senso che non ha un senso cronologico e si sviluppa secondo "momenti" che si integrano e si incrociano. 

Si apre con un'opera dell'artista genovese Giulio Paolini dal titolo 'Mimesi' che rappresenta due sculture di gesso, una di fronte all'altra, equivalenti, "come se l'una fosse il riflesso dell'altra" e si chiude con un dipinto di Basquiat, 'Il profeta'. 

Ansel Kiefer ha realizzato appositamente per l'occasione una reinterpretazione dell'Origine del mondo di Gustave Courbet. "Il messaggio della mostra - osserva il curatore - e' che la verita' dev'essere la nostra preoccupazione comune altrimenti non c'e' civilizzazione possibile". E conclude: "L'arte, insieme alla filosofia e alla storia, ha sempre avuto un posto centrale nella mia esistenza. Quello che mi colpisce dell'opera oltre alla bellezza e' la capacita' di rendere le persone piu' intelligenti".

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