29/08/14

"Costruire una cattedrale", il senso della vita (Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman).




Il 30 luglio del 2007, sette anni fa, morirono proprio nello stesso giorno, per uno scherzo del caso, due dei più grandi cineasti del Novecento: Michelangelo Antonioni e Ingmar Bergman. 

In quei giorni i giornali si riempirono di commenti, vecchie interviste, dotti interventi critici. Molti si chiedevano: cosa questi due uomini, questi due indagatori, avevano capito più di noi del mistero della vita?

Si erano avvicinati, attraverso la loro arte, a una qualche verità definita ? Avevano percepito una maggiore chiarezza intorno alla tragica bellezza della vita ?

Io, che per anni - come molti - mi ero nutrito dei film di entrambi (specie di quelli di Bergman, che mi hanno accompagnato in ogni stagione della mia vita), sono rimasto colpito dalle parole del maestro svedese rilasciate tanto tempo fa a un giornalista, nella hall di un albergo, riesumate da un quotidiano nei giorni dopo la sua morte: 

Se mi chiede il fine generale dei miei film, rispondo che vorrei essere stato uno degli artisti che hanno creato la cattedrale di Chartres. Ma alludo, con questa idea, sopratttutto a una cattedrale che rappresenta per me la vita culturale, l'attività artistica. Ebbene io penso che ogni artista, soprattutto europeo, debba portare la sua piccola pietra per la costruzione della cattedrale. Si tratta solo di una piccola pietra, ma è molto importante. E' il nostro dovere, il nostro unico modo di vivere, di esistere, perfino di respirare. Costruire la cattedrale significa combattere contro le ipocrisie, contro le ingiustizie, contro le guerre, contro l'oppressione, contro la menzogna. E' una lotta difficile perchè se è vero che c'è chi vuole costruire, c'è anche chi vuole distruggere. E questa gente che vuole distruggere è tanta, ed è tenace. E' così facile distruggere, ed è così difficile creare.... Ma anche se la cattedrale una volta costruita, può essere demolita e non esistere più, noi dobbiamo edificarla. Solo così saremo migliori.

Ho meditato a lungo su queste parole. 

In fondo davvero la nostra vita, quella di tutti, non solo degli artisti non è altro che questo: costruzione. E costruire vuol dire evidentemente entrare in un disegno di armonia, in una ricerca di bellezza, di forme, di struttura, di senso. Costruire non si può, senza saper chiedere, perché nessuno di noi sa costruire qualcosa completamente da solo. 

Così è stato per Ingmar e Michelangelo che hanno fatto in virtù dei loro talenti, ma hanno fatto grazie al talento grande, normale e minimo di chi ha lavorato ogni giorno, insieme a loro. 

Detto molto semplicemente, è questo forse il senso ultimo della vita. 

Fabrizio Falconi - © riproduzione riservata. 


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