24/11/14

L'incredibile storia di un maglione blu.




Arianna Huffington ha recentemente raccontato questa storia. 

A Jacqueline Novogratz, una delle eroine del nostro tempo, fondatrice di Acumen (cliccate per visitare il bellissimo sito), organizzazione non profit che si occupa di combattere la fame nel mondo sulla base dei metodi ideati da Mohammed Yunus, premio Nobel per la pace 2006,  capitò una cosa veramente incredibile che ruota intorno ad un maglione blu. 

L'indumento le era stato regalato da suo zio Ed, quando aveva 12 anni.

"Lo adoravo", ha raccontato la Novogratz, "era di lana morbida, con le maniche a righe e il disegno africano, due zebre davanti e una montagna innevata sopra."

La madre di Jacqueline, come fanno molte madri, scrisse con un pennarello indelebile il nome della figlia sull'etichetta interna del maglione. 

Durante il primo anno delle scuole superiori, arrivò il momento di disfarsi di quel maglione - i compagni di classe prendevano in giro Jacqueline per il suo gusto naif -  che finì in un negozietto dell'usato collegato a iniziative di beneficenza. 

11 anni dopo, Jacqueline si trovava a Kigali, in Rwanda, dove aveva cominciato a lavorare per un programma di microfinanza per le donne povere di quel paese.  Una mattina, uscita a fare jogging, vide in strada un bambino con un maglione proprio simile al suo.

Corse da lui e chiese di controllare l'etichetta.

Riconobbe subito il suo nome e la calligrafia della madre. Jacqueline.

Il maglione è diventato un libro, The blue sweater e Jacqueline è oggi riconosciuta come una delle donne che più si batte nel mondo contro la povertà e la fame. 

Questo per ricordarci come siamo davvero tutti collegati, in questo mondo.  Una piccola banalità che non dovremmo mai dimenticare.

Fabrizio Falconi
Jacqueline Novogratz con alcuni degli attivisti della Acumen, a Kigali

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