29/06/15

Grexit : la parola a Socrate .





Ho provato a chiedere a Socrate un parere sulla crisi greca - che i giornali ormai chiamano Grexit - sul conflitto Tsipras-Merkel, sul gioco dell'Unione Europea e del Fondo Monetario Internazionale, sulla quanto mai possibile uscita della Grecia dall'Europa.  
Ecco quello che, nel suo consueto stile affabulatorio e misterioso, ha detto:



La retorica, dunque, a quanto pare, è artefice di quella persuasione che induce a credere ma che non insegna nulla intorno al giusto e all'ingiusto. 

Accade invece che, quando ci si trovi in disaccordo su qualche punto, e quando l'uno non riconosca che l'altro parli bene e con chiarezza, ci si infuria, e ciascuno pensa che l'altro parli per invidia nei propri confronti, facendo a gara per avere la meglio e rinunciando alla ricerca sull'argomento proposto nella discussione

Dunque, il retore e la retorica si trovano in questa posizione rispetto a tutte le altre arti: non c'è alcun bisogno che sappia come stiano le cose in sé, ma occorre solo che trovi qualche congegno di persuasione, in modo da dare l'impressione, a gente che non sa, di saperne di più di coloro che sanno. 

Apposta noi ci procuriamo amici e figli! perché quando noi, divenuti più vecchi, cadiamo in errore, voi che siete più giovani, al nostro fianco, raddrizziate la nostra vita nelle opere e nelle parole

Se uno fa una cosa per un fine, non vuole la cosa che fa, bensì la cosa per cui fa quello che fa

Non bisogna invidiare chi non è degno di essere invidiato né gli sciagurati, ma averne piuttosto compassione. 

Io non preferirei né l'uno né l'altro; ma, se fosse necessario o commettere ingiustizia o subirla, sceglierei il subire ingiustizia piuttosto che il commetterla. 

I felici sono felici per il possesso della giustizia e della temperanza e gli infelici, infelici per il possesso della cattiveria. 

Anche un allevatore di asini, di cavalli e di buoi, che fosse tale quale Pericle fu, avrebbe la fama di essere un cattivo allevatore. 

Dai potenti vengono gli uomini più malvagi.


(Citazioni di Socrate, dal Gorgia di Platone). 

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