01/02/16

Il Compleanno della Madre, morta (ma ancora viva).

Zoe e Micol Fontana con le ragazze del laboratorio

Non si smette mai di interrogarsi sulle vite dei nostri genitori. Specialmente quando se ne sono andati e ci hanno lasciato, almeno sotto forma di sembianze terrestri. 

Tempo fa, rovistando nel web ho trovato questa fotografia d'epoca, delle Sorelle Fontana, nel loro celebre laboratorio (che era nei pressi di Piazza di Spagna) e mi sono convinto di aver riconosciuto mia madre, ritratta sullo sfondo insieme alle altre lavoranti del laboratorio ( è la figura sulla destra della foto, con il cerchietto tra i capelli e il capo reclinato sul cucito). 

Oggi, 1 febbraio, mia madre, Ivana Cardinali, avrebbe compiuto 91 anni. 

Putroppo invece ci ha lasciato parecchi anni fa. 

Era una donna molto forte, dal grande spirito positivo e creativo. Era romana di molte generazioni (il suo cognome da nubile lo testimoniava con immediatezza). 

La ricordo sempre, particolarmente mentre lavorava. Nutriva una passione assoluta per il suo lavoro. Quando decise di smettere l'attività presso altri (era stata prima tagliatrice con Schubert (di cui lei parlava come un genio e un maestro), e poi con le Sorelle Fontana), interrompendo probabilmente una fruttuosa carriera, e mettendosi in proprio dopo la nascita dei figli, dedicò comunque la sua intera vita al lavoro di sarta, alla passione di ideare, progettare e realizzare vestiti su misura per altri. 

Sono nato e cresciuto quindi in una casa del tutto femminile, frequentata tutto il giorno (e spesso anche la sera) da mia madre, dalle sue lavoranti e dalle molte clienti che aveva, per le quali realizzava abiti da sposa, tailleur di moda, abiti estivi, cappotti, ogni tipo di vestito femminile. 

Il ricordo più vivo che ho di mia madre è quando era intenta e concentrata sulla parte creativa del lavoro, che era principalmente la fase del disegno e del taglio.

In quel momento, noi lo sapevamo, andava lasciata tranquilla, non poteva e doveva essere disturbata. Allora disponeva la stoffa srotolata sul grande tavolo lungo e, in piedi, come se fosse in trance, cominciava a disegnare con il gesso bianco sulla stoffa, il vestito da tagliare.  Poi, iniziava la fase del taglio, anche quella eseguita minuziosamente e in piena concentrazione. 

Io vedevo nei suoi occhi la gioia della creazione delle sue mani, quando l'abito era finito, quando l'ultima prova - davanti al grande specchio intero a tre ante - era andata bene. Quando bisognava solo piegare il vestito e confezionarlo nella busta di carta marrone.

Questo mi ha insegnato, tra le molte altre cose, mia madre.  La fatica e la gioia di essere artefici del proprio lavoro, della mente e delle mani. Il piacere estetico, insieme al piacere artigiano della realizzazione.  E poi, il metodo. La capacità di credere in se stessi, e di disporre il tempo e il talento nel migliore dei modi.

Anche per questo non finirò mai di ringraziarla. Anche per questo la sento ancora viva ogni giorno.

Fabrizio Falconi

Ivana Cardinali a diciassette anni - fronte e retro del biglietto
con dedica, scritta al fratello Franco Cardinali, arruolato nell'esercito. 

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