11/05/16

"Fondamenta degli incurabili", di Iosif Brodskij (RECENSIONE).



Che straordinario libro che è, Fondamenta degli incurabili

Originariamente scritto su invito del Consorzio Venezia Nuova che lo pubblicò nel dicembre del 1989, in una edizione fuori commercio, fu successivamente pubblicato da Adelphi nel 1991. 

Più che di un libro, si tratta di un atto d'amore di Brodskij per Venezia, la città della bellezza definitiva. Il poeta - nello svolgersi di 51 brevi paragrafi - racconta il suo rapporto con il luogo e il suo spirito, dal primo arrivo stralunato, in pieno inverno,  con l'odore di alghe marine sottozero, e la più elegante creatura di sesso femminile, che lo introduce alla scoperta della bellezza (si trattava della Contessa Mariolina De Zuliani Doria, che all'epoca era sposata e che non viene mai nominata; di tutta la storia si occupa un sito americano qui, mentre non si trova nulla sui siti italiani). 

Brodskij esplora il mistero di Venezia, il connubio tra Acqua e Tempo, gli specchi delle camere d'albergo, le stanze senza riscaldamento (per una sorta di rito Brodskij tornerà per vent'anni a Venezia sempre d'inverno), la nebbiolina carica di rintocchi,  il grigiore, la riva a mezzanotte, il corpo diventato soltanto veicolo per l'occhio, i palazzi spettrali sul Canal Grande, i visitatori e gli ospiti illustri (come Ezra Pound e la vedova, Olga Rudge), la luce del Tiepolo e del Tintoretto, e del Giorgione e del Bellini, le facciate merlettate delle chiese, il colore porfido scuro che assume il cielo sulla Laguna, le Messe in una lingua straniera, la bellezza che è innocua, sicura, che non minaccia di ucciderti, non ti fa soffrire, ed è sempre una eccezione alla regola

Brodskij riporta la citazione di Anna Achmatova che scriveva: "L'Italia è un sogno che continua a ripresentarsi per il resto della vita." 

Così succede anche a Brodskij, che a Venezia continua a tornare  sempre, nonostante i problemi cardiaci, che in un caso lo portano vicino alla morte e lo spingono ad andarsene via di notte, su un treno. 

La prosa poetica di Brodskij è in stato di grazia. Ogni sua parola è illuminata.  Ogni parola svela e incide la realtà di un sogno: che è più reale della realtà. 

Come scrive Brodskij nell'ultima pagina, noi andiamo e la bellezza resta. Perché noi siamo diretti verso il futuro, mentre la bellezza è l'eterno presente. Lo stesso vale per l'amore, perché anche l'amore è superiore, anch'esso è più grande di chi ama. 

Fabrizio Falconi
(C) riproduzione riservata 2016


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