25/06/17

Poesia della Domenica - "Separazione" di Fabrizio Falconi.




Separazione



Così dovevamo ridurci, a spiarci
come lupi che sorvegliano il territorio
io da una parte tu dall’altra del bancone
del bar, sfiorarsi senza esserci, sorridere
senza che quel sorriso al telefono fosse il mio o il tuo,
ma di chiunque,
evitarci, connotare le distanze, misurare i passi
e gli orari, per darsi appuntamento al contrario,
dimenticarsi, perdersi, soffrirsi, fare del male,
far finta di niente, deludersi, arrendersi, sognarsi
già altrove, ed esserci,
lasciarsi tutto alle spalle, come le notti dell’Appia
Antica e della Flaminia, le corse pazze e le lenzuola bagnate, 
i pianti e le enormi risate, così dovevamo ridurci
a contare i sassi, noi che abbiamo attraversato
il tempo, e il mare di notte e ogni minuto
del giorno,
senza paura degli uomini inutili
come giocattoli,
oltre e per sempre e oltre,
ecco: così dovevamo ridurci,
perché dici l'amarsi non basta
con la fantasia che sfiorisce tra le mani
e svanisce nel nulla, come tutto il resto,
e una nuova pagina già pronta,
senza niente che vale
e niente che resta,
uguali al tutto uniforme
che va – immemore e fatuo – a morire

al fosco orizzonte. 


Fabrizio Falconi© 1997



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