04/12/17

Libro del Giorno: "Mrs. Bridge" di Evan S. Connell.



Nato a Kansas City - la stessa città nella quale è ambientato questo romanzo - nel 1924, Evan S. Connell è uno scrittore finora piuttosto marginale nel panorama statunitense, appartato come la sua vita è stata fino alla fine. 

Trasferitosi in California, dopo aver studiato scrittura creativa a Stanford, Connell infatti ha vissuto per sempre a Sausalito, senza mai sposarsi, fino a terminare i suoi giorni in una casa di riposo nel New Mexico, nel 2013.

Solo sul finire della sua esistenza, ha ottenuto riconoscimenti, fino ad essere candidato al Man Booker International Prize nel 2010, dopo che James Ivory aveva portato al successo Mrs. Bridge e Mr. Bridge, due suoi romanzi, riuniti in un solo film, Mr. e Mrs. Bridge uscito nel 1990, con Paul Newman e Joanne Woodward. 

Da allora, questo Mrs. Bridge, primo romanzo di Evan S. Connell, pubblicato nel 1959, è diventato un piccolo classico.  La Einaudi, che lo pubblica in italia con la traduzione di Giulia Boringhieri, usa nelle bandelle il paragone con Stoner di John Williams, per rilanciarne il successo. 

Un paragone che a dire il vero, non regge. E' molto molto diverso la qualità di scrittura e l'intensità dell'inespresso in Stoner - romanzo capolavoro - rispetto a Mrs. Bridge, romanzo che si sviluppa in una teoria di 117 brevi o brevissimi capitoletti, che non raggiungono mai il vero respiro di una narrazione, soprattutto sotto l'aspetto della tensione psicologica e delle atmosfere rarefatte dei caratteri dei personaggi, che in Stoner raggiungono il massimo della perfezione. 

Ciò che può accomunare i due romanzi è solo la descrizione di un fallimento, o meglio di una vita inespressa.  Ma Stoner e Mrs. Bridge sono personaggi diversissimi: quanto il primo è probabilmente del tutto consapevole, tristemente consapevole e stoicamente saldo nei suoi principi di resistenza all'ordine del mondo, così Mrs. Bridge è invece totalmente passiva, rassegnata allo svolgersi nemmeno degli eventi, ma della nuda e insignificante ordinarietà. 

Nulla di nulla accade infatti in questo romanzo, che prende le mosse dal fidanzamento e dal matrimonio di questa ragazza della middle class, con un uomo taciturno e ordinario, che lavora e fa soldi, e nient'altro. 

Un matrimonio ordinario, tre figli ordinari, con ordinarissime ribellioni interiori e piccole ribellioni esteriori, e lei, Mrs. Bridge che guarda e osserva tutto, e segue senza riuscire ad essere mai veramente scossa da quel che accade intorno a lei.  Ogni piccolo disordine della vita viene riassorbito in breve tempo e come se non fosse mai accaduto. 

Invano si aspetta, per 230 pagine, una reazione della borghese signora: invano si spera in una catarsi della sua quieta depressione; invano si auspica che il misterioso assente marito dia un segnale di sé, si manifesti come persona, oltre che come personaggio. 

E' naturalmente anche questo il merito del romanzo, che nulla aggiunge ai personaggi di Todd Haynes visti al cinema (Lontano dal Paradiso), o alla casalinga disperata di Revolutionary Road. 

Insomma, una lettura che scorre via senza lasciare tracce sensibili: soltanto la descrizione a flebili colori pastello, di una ordinaria dissipazione di vita, dai toni fin troppo misurati, esacerbati e alla fine nemmeno troppo letterari. 

Fabrizio Falconi



Nessun commento:

Posta un commento

Se ti interessa questo post e vuoi aggiungere qualcosa o commentare, fallo.