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25/04/20

Festa della Liberazione: "Per i morti della resistenza" di Giuseppe Ungaretti

Per i morti della resistenza – Giuseppe Ungaretti


Qui
vivono per sempre 
gli occhi che furono chiusi alla luce
perché tutti
li avessero aperti
per sempre
alla luce.

La poesia fa parte della raccolta Nuove (1968-1970).

25/04/19

25 Aprile: "La Resistenza e la sua luce" di Pier Paolo Pasolini.


La Resistenza e la sua luce

Così giunsi ai giorni della Resistenza 
senza saperne nulla se non lo stile:
fu stile tutta luce, memorabile coscienza 
di sole. Non poté mai sfiorire, 
neanche per un istante, neanche quando
l'Europa tremò nella più morta vigilia. 
Fuggimmo con le masserizie su un carro 
da Casarsa a un villaggio perduto 
tra rogge e viti: ed era pura luce. 
Mio fratello partì, in un mattino muto 
di marzo, su un treno, clandestino, 
la pistola in un libro: ed era pura luce. 
Visse a lungo sui monti, che albeggiavano 
quasi paradisiaci nel tetro azzurrino 
del piano friulano: ed era pura luce. 
Nella soffitta del casolare mia madre 
guardava sempre perdutamente quei monti, 
già conscia del destino: ed era pura luce. 
Coi pochi contadini intorno 
vivevo una gloriosa vita di perseguitato 
dagli atroci editti: ed era pura luce. 
Venne il giorno della morte
e della libertà, il mondo martoriato 
si riconobbe nuovo nella luce...

Quella luce era speranza di giustizia:
non sapevo quale: la Giustizia. 
La luce è sempre uguale ad altra luce. 
Poi variò: da luce diventò incerta alba, 
un'alba che cresceva, si allargava
sopra i campi friulani, sulle rogge...
Illuminava i braccianti che lottavano.
Così l'alba nascente fu una luce
fuori dall'eternità dello stile...
Nella storia la giustizia fu coscienza
d'una umana divisione di ricchezza,
e la speranza ebbe nuova luce.


La Resistenza e la sua luce 

da La religione del mio tempo 

Pier Paolo Pasolini (1922- 1975)

24/04/17

Liberazione: ricordiamo l'incredibile figura di Irene Sendler.



Nella prossimità dell'anniversario della Liberazione, rendiamo omaggio a una delle figure più grandi (e per molto tempo misconosciute) della resistenza europea al Nazifascismo: Irena Sendler (Varsavia, 15 febbraio 1910 – Varsavia, 12 maggio 2008).

Irene  è stata una infermiera e assistente sociale polacca, che collaborò con la Resistenza nella Polonia occupata durante la Seconda guerra mondiale. 

Durante la seconda guerra mondiale, Irena, ha ottenuto il permesso di lavorare nel ghetto di Varsavia, come Idraulica specialista

Era al corrente dei piani che i nazisti avevano per gli ebrei (essendo tedesca). 

Irena portò in salvo migliaia di neonati nascondendoli nel fondo della sua cassetta degli attrezzi che portava nel retro del suo camion. I bambini più grandi li nascondeva in un sacco di iuta.



25/04/16

Il misterioso "cimitero delle scarpe" di Piazzale Ostiense, forse legato ai fatti della Liberazione di Roma.



La Via Tecta di San Paolo e il misterioso cimitero delle scarpe

La sua esistenza è attestata da molte e diverse fonti storiche, ma finora le risultanze archeologiche erano piuttosto scarse: la celebre Via Tecta di cui parlano le fonti antiche era quel porticus lungo ben tre chilometri (quattordici stadi, secondo le misurazioni romane) che collegava la Porta delle Mura Aureliane (la moderna Porta San Paolo) alla tomba dell’apostolo lungo la Via Ostiense

Si trattava di un’opera monumentale, poggiata su uno splendido colonnato, che è andata interamente perduta e di cui sono rimaste soltanto tracce nel sottosuolo, tra le quali quella della Chiesa di San Salvatore de Porta che sorgeva proprio lungo il criptoportico. 

Questa antica e preziosa chiesa fu anch’essa interamente distrutta nel 1849 durante i moti rivoltosi di quell’anno e anche le rovine furono ingoiate dai lavori di costruzione della nuova via di collegamento stradale. Nuove e importantissime conferme dell’esistenza del porticus (pilastri in mattoni e archi in travertino) sono arrivate recentemente da scavi nella zona (per la realizzazione di condutture del gas) che ha messo anche in luce strutture archeologiche risalenti al IV secolo d.C. (l’epoca in cui fu ricostruita la prima Basilica di San Paolo voluta da Costantino e rifatta dagli imperatori Teodosio I, Valentiniano e Graziano) compresi i resti della cripta sotterranea della chiesa di San Salvatore de Porta. 

Ma una nuova e più incredibile sorpresa è riaffiorata dal cantiere, lasciando del tutto sbigottiti i ricercatori e gli archeologi: in Piazzale Ostiense, infatti, è riemerso un inquietante deposito di decine e decine di scarpe di cuoio, di ogni tipo e foggia, di modello maschile, femminile e perfino molte di taglie per bambini, appartenenti di sicuro alla prima metà del Novecento. 

Tutto lasciava intendere che ci si fosse imbattuti in una fossa comune, della quale si ignorava e si ignora l’esistenza. 

Ma, proseguendo gli scavi, non sono state trovate ossa umane. E il mistero, si è, paradossalmente infittito: chi ha sepolto tutte quelle scarpe ? E per quale motivo ? E perché in quella zona ? Le scarpe hanno subito fatto pensare ad episodi di violenza: le scarpe sono la prima cosa che viene tolta ai morti.

La zona, poi, quella di Porta San Paolo, non è lontana (o è pertinente) dalle aree che furono teatro di vicende belliche importanti: le deportazioni del Ghetto di Roma, l’eccidio delle Fosse Ardeatine, i combattimenti di Porta San Paolo per la liberazione di Roma, i bombardamenti di San Lorenzo.

 Il lugubre cimitero delle scarpe, riaffiorato da una profondità di circa due metri, potrebbe far pensare a qualche evento di quel periodo del quale si è persa traccia. Oppure proprio ad uno di quelli di cui già sappiamo, ma che non è mai stato messo in relazione con questo luogo e con questo recente ritrovamento. A rendere intricato il giallo è anche la numerosa percentuale, tra i reperti trovati, di scarpe appartenuti a bambini.

25/04/12

25 aprile - Liberazione: "Tancia", un magnifico docu-film di Vittorio Ferrara



Oggi, 25 aprile, vorrei segnalarvi questo bellissimo film realizzato da Vittorio Ferrara (e scaricabile qui) che ripercorre un episodio meno conosciuto della storia della Resistenza Italiana, e che merita davvero di essere visto.

Il 7 aprile 1944 reparti nazisti e fascisti assediano il monte Tancia, in provincia di Rieti.

La brigata partigiana D'Ercole-Stalin resiste in cima alla collina dell'Arcucciola per ore prima di ritirarsi. 

Perderanno la vita sette partigiani e centinaia di nazifascisti. A sera, non contenti del magro risultato ottenuto e umiliati dall'alto numero di perdite subite, i nazifascisti trucideranno decine di anziani, donne e bambini della zona.

Questo docu-film e' il racconto di quella battaglia e di quell' eccidio rimasti senza memoria per più di sessant'anni.