Visualizzazione post con etichetta Thích Nhất Hạnh. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Thích Nhất Hạnh. Mostra tutti i post

06/01/19

Poesia della Domenica: "Chiamatemi con i miei veri nomi" - di Thich Nhat Hạnh





Chiamatemi con i miei veri nomi


Non dire che domani scomparirò, perché io arrivo sempre.
Guarda in profondità: io arrivo ogni secondo, per essere un germoglio sul ramo a primavera;
per essere un minuscolo uccellino con le ali ancora fragili che impara a cantare nel suo nido;
per essere un bruco nel cuore di un fiore; per essere un gioiello che si nasconde in una pietra.
Io arrivo sempre, per ridere e per piangere, per temere e per sperare.
Il ritmo del mio cuore è la nascita e la morte di tutto ciò che è vivo.
Io sono un insetto che muta la sua forma sulla superficie di un fiume.
E io sono l'uccello che, a primavera, arriva a mangiare l'insetto.
Io sono una rana che nuota felice nell'acqua chiara di uno stagno.
E io sono il serpente che, avvicinandosi in silenzio, divora la rana.
Sono un bambino in Uganda, tutto pelle e ossa, le mie gambe esili come canne di bambù,
e io sono il mercante che vende armi mortali all'Uganda.
Io sono la bambina dodicenne profuga su una barca,
che si getta in mare dopo essere stata violentata da un pirata.
E io sono il pirata, il mio cuore ancora incapace di vedere e di amare.
Io sono un membro del Politburo, con tanto potere a disposizione.
E io sono l'uomo che deve pagare il "debito di sangue" alla mia gente,
morendo lentamente in un campo di lavori forzati.
La mia gioia è come la primavera, così splendente che fa sbocciare i fiori su tutti i sentieri della vita.
Il mio dolore è come un fiume in lacrime, così gonfio che riempie tutti i quattro oceani.
Per favore chiamatemi con i miei veri nomi, cosicché io possa udire tutti i miei pianti e tutte le mie risa insieme,
cosicché io possa vedere che la mia gioia e il mio dolore sono una cosa sola.
Per favore, chiamatemi con i miei veri nomi, cosicché io mi possa svegliare
E cosicché la porta del mio cuore sia lasciata aperta, la porta della compassione.



02/12/13

Vivere insieme è un'arte (Solstizio d'estate - Arab Strap - Soaps).




À la verticale de l'été è un film girato dal regista vietnamita Tran Anh Hung (Il Profumo della Papaya verde, Ciclo, Norvegian Wood) e uscito in Italia dopo aver fatto parte della selezione ufficiale del festival di Cannes di quell'anno, nel 2000, con il titolo Solstizio d'estate una splendida colonna sonora in cui brani di Lou Reed e Arab Strap si alternano a musiche originali.

E' un film molto strano, fatto di pochissime parole: ad Hanoi tre sorelle si incontrano per celebrare l'anniversario della morte della madre. 
Apparentemente molto unite tra di loro, durante la giornata, che scorre serena, nessuna apre il cuore per svelare il proprio segreto alle altre. 
Soltanto parecchio tempo dopo questo incontro, ognuna delle tre sorelle riuscirà a comunicare all'altra tutto quello che la vergogna e la delicatezza delle relazioni familiari avevano tenuto finora nascosto.

La incapacità di rivelare il proprio mondo interiore si unisce alla poesia che si vive, che è la vita stessa. 

Sembra risuonare nell'accompagnamento del ricordo di questo film il pensiero di Thích Nhất Hạnh, il grande monaco zen e poeta vietnamita:

Com'è fresco il soffio del vento .. E fa gioioso il sentiero senza fine. La nostra vera casa è "l'ora". Vivere l'istante presente è un miracolo. Mi piace molto ascoltare la pioggia, è un suono bellissimo. Non bisogna perdersi nel passato né nel futuro. Il solo momento in cui si è vivi o in cui si può toccare la vita, è il momento presente, qui e ora. E vivere insieme è un'arte.