Visualizzazione post con etichetta aforismi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta aforismi. Mostra tutti i post

17/08/22

Proust e l'aforisma tradito!


Un giorno qualcuno dovrà pur scrivere la storia degli aforismi traditi, equivocati, sbagliati.

Uno degli esempi più eclatanti riguarda uno attribuito a Proust e quasi sempre del tutto travisato, distorto, male interpretato.

Lo si scopre a pag. 264 del Quinto Volume della Recherche - La Prigioniera - dove si trova il fin troppo celebre aforisma attribuito a Marcel Proust che la vulgata generale - e purtroppo ormai l'ignoranza on line, che lo riprende e lo rimanda all'infinita - vuole reciti: "Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi."

Il problema è che esso, scritto così, viene completamente frainteso da chi lo legge e anche da chi lo pubblica. La frase di Proust infatti non termina in quel punto.

Il pensiero è più esteso - l'aforisma estratto è una arbitraria sintesi - e recita: "L'unico vero viaggio, l'unico bagno di giovinezza, sarebbe non andare verso nuovi paesaggi, ma avere altri occhi, VEDERE L'UNIVERSO CON GLI OCCHI DI UN ALTRO, DI CENTO ALTRI, VEDERE I CENTO UNIVERSI CHE CIASCUNO VEDE, CHE CIASCUNO E'. LO POSSIAMO FARE CON UN ELSTIR (uno dei pittori della Recherche), CON UN VINTEUIL (uno dei musicisti della Recherche): CON I LORO SIMILI, VOLIAMO VERAMENTE DI ASTRO IN ASTRO.

Quindi quello che dice qui Proust NON è che bisogna avere "nuovi (propri) occhi", cioè un diverso sguardo personale, cambiare cioè il modo di guardare (da soli). Quello che ci sta dicendo è che (solo) attraverso la creazione artistica, la mediazione delle grandi anime degli artisti, è possibile per noi guardare le cose diversamente, avere un punto di vista realmente diverso, molto diverso dal cambiare semplicemente lo scenario che abbiamo davanti agli occhi e che cambiamo di volta in volta per colmare la nostra irrequietezza.

Fabrizio Falconi - 2022

02/09/15

"Lacrime e santi" di E.M.Cioran - Una preziosa perla.



Lacrime e santi (Lacrimi si Sfinti) fu pubblicato per la prima volta a Bucarest nel 1937. Cioran aveva esordito tre anni prima, all'età di ventidue anni, nel 1934 con Pe culmile disperarii (Sulle cime della disperazione).

Dal 1933 al 1935, Cioran aveva vissuto a Berlino, proprio negli anni della ascesa hitleriana (aveva vinto una borsa di studio della fondazione Humboldt), poi dal 1937 si trasferì definitivamente a Parigi e da quel momento in poi pubblicò tutti i suoi libri in francese.  

Apparso nel 1937, l'anno del suo arrivo a Parigi, dunque, Lacrime e santi è ancora del tutto impregnato di quel "filosofare poeticamente" che egli aveva auspicato nella sua prima opera (Sulle cime della disperazione). 

In questo libretto folgorante si trovano già molti dei temi principali del pensiero di Cioran. La frequentazione appassionata dei mistici, l'attraversamento della via delle lacrime come conoscenza non illusoria, la musica come rimpianto del paradiso, il problema della sofferenza, lo scetticismo che non separa dalla vita, ma anzi rende la vita sempre più intensa, il pensatore privato sul letamaio del mondo, lo humour irriverente e paradossale. 

La lettura di queste 92 pagine è corroborante per l'anima, risveglia sentimenti primari e profondi, illumina con il fuoco di lampanti aforismi, riflessioni profondissime sul groviglio della natura umana. 





13/06/12

21/05/12

Josif Brodskij e il Male.







Il male mette radici quando un uomo comincia a pensare di essere migliore di un altro. 

Josif Brodskij  (Leningrado, 24 maggio 1940 – New York, 28 gennaio 1996)