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27/03/20

Bob Dylan mette sul web inedito sull'omicidio di Kennedy e scrive: "State al sicuro"


Bob Dylan ha pubblicato la sua prima canzone originale in 8 anni.

Si chiama "A Murder Most Foul", dura 17 minuti e parla dell`omicidio del Presidente degli Stati Uniti John F. Kennedy, avvenuto nel 1963. 

"Saluti ai miei fan e follower con gratitudine per tutto il vostro supporto e lealta' nel corso degli anni. Questa e' una canzone inedita che abbiamo registrato qualche tempo fa che potreste trovare interessante. State al sicuro, state attenti e che Dio sia con voi. Bob Dylan" il messaggio di Bob Dylan su Twitter. 

Gli ultimi inediti di Dylan risalgono al 2012 con "Tempest", album seguito da tre antologie di cover di standard americani. 

Sarebbe atteso proprio per quest'anno un suo nuovo lavoro. 

"Murder Most Foul" sembra raccontare proprio l'omicidio di Kennedy - come nota Variety - anche se poi la canzone diventa "piu' liberamente una fantasia di cultura pop". 

Dylan fa molti riferimenti agli anni '60, con versi che includono: "I Beatles stanno arrivando, ti terranno la mano" oppure "Vado a Woodstock, e' l'eta' dell'Acquario"

Parlando della morte del Presidente sembra parlare in prima persona, come fosse il defunto Kennedy: "Cavalcando sul sedile posteriore accanto a mia moglie, andando dritto verso l'aldila', mi chino a sinistra e ho la testa sul suo grembo"



03/02/20

100 film da salvare alla fine del mondo: 54. American Graffiti, di George Lucas (1973)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 54. American Graffiti, di George Lucas (1973)

A pensarci bene sembra davvero stupefacente che George Lucas abbia girato questo film nel 1973 (quando aveva soltanto 29 anni), a soli dieci anni cioè dagli eventi raccontati. 

In realtà l'occhio del regista sembra già così distante da quel periodo, con tutta la nostalgia, il moderno romanticismo che lo pervade, una lunga riflessione/atto d'amore già perfettamente metabolizzata, pur con il brevissimo arco temporale che lo attraversa. 

Il grande talento di Lucas si manifesta in un'opera compatta, omogenea, che cuce i suoi elementi narrativi senza soluzione di continuità, sulla base di una ininterrotta colonna sonora - quella di quegli anni leggendari, per la musica americana - e degli intermezzi  radio della voce di Lupo Solitario, progenitore di tutti i dj, che scandiscono le notti americane. 

Il film racconta la notte d'addio di un gruppo di amici a Modesto , California , nell'agosto del 1962

Curt Henderson (il personaggio principale) e Steve Bolander (il fidanzato di Laurie, sorella di Curt), avendo entrambi finito il liceo, lasceranno la loro piccola città californiana per iniziare gli studi universitari sulla costa orientale. 

Dopo essere stati al Mel's Drive-In con i loro amici Terry Fields con "la grenouille" (a cui Steve presta la sua Chevrolet Impala bianca del 1958) e John Milner (proprietario di una hot rod gialla), trascorrono a notte sfilando in macchina con le loro amiche lungo la Strip, la strada principale che si interseca con i veicoli luccicanti in cerca di avventure universitarie. 

Le autoradio trasmettono brani di rock 'n' roll e musicisti leggendari degli anni '50 e primi anni '60: The Platters , Chuck Berry , Fats Domino , Buddy Holly , Bill Haley , The Beach Boys , Jerry Lee Lewis , Frankie Lymon, Del Shannon , ecc. 

Curt passa la notte alla ricerca di una bionda sconosciuta che ha appena notato guidare la sua Ford Thunderbird bianca del 1956. 

Sperando di trovarla, si riconcilia con se stesso, nonostante i cattivi ragazzi della zona, i Faraoni (e il loro Mercury Coupé Chop-Top del 1951). 

Verso la fine della notte va  a trovare Lupo Solitario, conduttore della stazione radio pirata locale che è l'idolo di quei ragazzi. 

Terry incontra Debbie, una ragazza ribelle, che guida la macchina di Steve e la seduce. 

John passeggia per Carol, la giovanissima sorella di una ragazza che non conosce nemmeno, e con la quale vorrebbe uscire. 

Steve resta con Laurie per una parte della notte ma discute con lei. 

Al mattino presto, all'uscita della città, una gara di dragster contrappone John a Bob Falfa, un nuovo arrivato in città che guida una Chevrolet nera dal 1955, in cui è salito a bordo  Laurie infastidito dalla sua rottura con Steve. 

La hot rod di John vince la gara mentre la Chevy nera lascia la strada, si rigira e finisce sul tetto. 

Bob e Laurie escono dal veicolo prima che prenda fuoco. 

È già il giorno e l'ora successivi per volare, ma Curt parte da solo all'università, Steve ha deciso di restare per non separarsi da Laurie. 

Prima dei titoli di coda, gli intertitoli ci informano del successivo destino dei quattro amici: alla fine del 1964 John muore in un incidente d'auto, vittima di un ubriacone, Loc nel mezzo della guerra del Vietnam, Steve diventa un agente assicurativo e rimane a Modesto, Curt diventa uno scrittore e si stabilisce in Canada. 









23/05/12

Cosa è successo all'Italia ? Come siamo arrivati qui ?




Cosa è successo a questo paese sul finire degli anni '70 ?

Cosa è successo ad un paese che in meno di un trentennio - 1950/1978 - aveva stupito il mondo rinascendo come araba fenice dalle ceneri di una dittatura sciagurata e di una guerra mondiale (e civile) persa con lutti e danni spaventosi ? 

Cosa è successo ad un paese che in meno di un trentennio, messo in ginocchio dalla povertà, dalla fame, dalle distruzioni, fu capace di esprimere il meglio praticamente in ogni settore creativo, culturale, politico ?

Tra gli anni '60 e gli anni '70 l'Italia fu capace di esprimere questo: 

il meglio nel campo cinematografico - con-vissero artisti straordinari, Fellini, Visconti, Antonioni, Rosi, De Sica, Rossellini, Scola e poi Anna Magnani, Marcello Mastroianni, più il lunghissimo stuolo di attori che ebbero fortuna anche in campo internazionale - nel campo letterario - convissero i grandi vecchi della poesia italiana, Ungaretti e Montale, e poi Gadda, Moravia, Landolfi, Pasolini - nel campo delle arti visive, Vedova, Guttuso, Birolli, Boetti,  De Chirico e innumerevoli altri - nel campo della musica - basti pensare a Benedetti Michelangeli - ma anche nel campo della moda, del design (il design italiano fu all'avanguardia nel mondo), della progettazione ingegneristica,  dello sport (le XVII Olimpiadi), del costume, ecc.. 

E anche nei diversi settori della vita sociale, della rappresentanza politica, dello sviluppo economico, l'Italia, in quel trentennio fortunato, fu capace di esprimere il meglio, guadagnandosi, pur tra i mille problemi legati ad una crescita forse sproporzionata, la rispettabilità e l'ammirazione del mondo. 

Ebbene, come è possibile che a partire dalla fine degli anni '70, con l'avvento della prima crisi economica, con la prima efferata stagione del piombo e delle stragi,  tutto si sia pian piano lentamente e definitivamente compromesso ?

Come si è arrivati, in particolare, da un paese che era capace di ritenersi unito nelle finalità e nella gran parte dei valori condivisi, giungere alla frammentazione esasperata degli egoismi, alla incapacità progettuale, all'immobilismo infernale di questi anni, alla putrefazione del sistema, perfino di ogni credibilità rappresentativa - come stiamo sperimentando proprio in questi giorni - come si è arrivati all'incarognimento, alla mancanza di prospettive, alla perdita di speranza, al circolo vizioso delle de-pressioni collettive e personali alle quali stiamo assistendo ? Come si è arrivati al deserto culturale, alla sparizione delle intelligenze e dei percorsi originali e personali di ricerca ? Come si è arrivati alla tabula rasa e al 'niente da dire' ? Come si è arrivati all'annichilazione  alla deriva, alla linea spezzata e incapace di ri-congiungersi (a quanto pare)?

E soprattutto, quando arriverà il termine di questa notte ?

A cosa (più che a chi, come invece molti in questo paese continuano a riferirsi) dovremo af-fidarci ? A quale rinascita personale ? Ne saremo capaci ?

Sempre di più la domanda vera, la domanda che conta, alla quale dovremo rispondere, non è più e non sarà più quella di Chernichevskij ("Che fare?"), ma:  Cosa essere ?  


Fabrizio Falconi