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30/04/20

Domani, 1 Maggio, la Piramide Cestia apre le sue porte Online


Bianca, di marmo di Carrara, bellissima e inconfondibile, la Piramide e' uno dei simboli di Roma: a questo monumento e' dedicato il nuovo contributo della Soprintendenza Speciale di Roma che sara' fruibile da domani per la campagna La cultura non si ferma del ministero per i Beni e le Attivita' Culturali e per il Turismo. 

"La Piramide è stata costruita nel I secolo avanti Cristo - spiega Daniela Porro, Soprintendente Speciale di Roma-, e da allora ha attraversato le vicende di Roma, testimone della grande Storia e delle piccole storie della Capitale. Il video che le abbiamo dedicato permette di cogliere dei dettagli che rappresentano lo scorrere del tempo, fino ai nostri giorni. Questo, come gli altri contenuti che ogni giorno pubblichiamo sul nostro sito, sulle pagine Facebook e Instagram della Soprintendenza, sono un modo per restare insieme e, al contempo, per invogliarvi a tornare nei nostri luoghi della cultura appena sara' di nuovo possibile"

Dai tempi degli imperatori Augusto e Aureliano, che facendola diventare parte delle Mura difensive ne impedi' la sua spoliazione e distruzione, dai piu' recenti restauri alle tragiche giornate del settembre del 1943, la Piramide con il suo profilo egizio e' parte imprescindibile di Roma, incastonata tra l'Aventino e il rione Testaccio.

Con la concessione della musica eseguita dall'Orchestra e dal Coro dell'Accademia Nazionale di Santa Cecilia diretta da Antonio Pappano, la visita virtuale dalle ore 10 del 1° maggio sara' on line su: 

www.youtube.com/user/MiBACT
www.soprintendenzaspecialeroma.it
www.youtube.com/c/SoprintendenzaSpecialeRoma
www.facebook.com/soprintendenzaspecialeroma
www.instagram.com/soprintendenzaspecialeroma

Fonte ANSA


05/12/18

Lisippo è dell'Italia. A Fano già lo aspettano !



La giustizia italiana ha detto "l'ultima parola" sul destino dell'Atleta Vittorioso (o Atleta di Fano), il bronzo alto circa un metro e mezzo, risalente al IV sec. e attribuito aLisippo, conteso da anni tra l'Italia e il Museo Getty di Malibu che lo acquisto' nel 1977 per 3,7 milioni di dollari.

 La Cassazione ha respinto integralmente il ricorso presentato dai legali del museo contro l'ordinanza immediatamente esecutiva per la confisca del bene "ovunque esso si trovi" emessa dal gip di Pesaro Giacomo Gasperini a giugno.

La decisione della suprema Corte rende definitiva l'ordinanza anche nella parte in cui stabilisce che la statua e' un bene indisponibile, perché fa parte del patrimonio dello Stato e che quindi appartiene all'Italia.

Ora "auspichiamo che al piu' presto le autorita' Usa si attivino per favorire la restituzione del Lisippo all'Italia" dice all'ANSA il ministro della Cultura Alberto Bonisoli, che ribadisce "l'importanza dei beni per l'identita' delle comunita' e dei territori".

Ma il Getty annuncia battaglia: "continueremo a difendere il nostro diritto al Lisippo. La legge e i fatti non giustificano la restituzione al governo italiano di una scultura che e' stata esposta al pubblico a Los Angeles per quasi messo secolo" ha detto Lisa Lapin, vice presidente delle comunicazioni del Getty.

Ma il pm di Pesaro Silvia Cecchi, che ha seguito per anni l'iter giudiziario per il ritorno della statua in Italia, e' ottimista: "stiamo preparando la rogatoria internazionale - dice all'ANSA - e aspettiamo le motivazioni della sentenza".

Cecchi ammette che il lavoro e' stato complesso e che ha coinvolto vari settori del diritto, compreso quello penale e quello internazionale e due ordinamenti, italiano e statunitense.

A suo avviso, a questo punto c'e' un'unica strada eventualmente percorribile: "rivolgersi alla Corte Europea dei diritti dell'Uomo".

Nessuna indicazione dai legali del museo, gli avv. Alfredo Gaito e Emanuele Rimini, sulla strategia da seguire, mentre negli Usa si ipotizza di rivolgersi alla giustizia statunitense.

La statua, incrostata di conchiglie e residui, venne recuperata nel 1964 da un peschereccio di Fano, il 'Ferruccio Ferri' nelle acque davanti a Pedaso (Fermo).

Da li' il bronzo, non denunciato all'epoca alle autorità, fini' dopo alterne vicende (compreso il seppellimento in un campo di cavoli e un periodo presso un parroco umbro) nelle sale del Getty di Malibu, acquistata da un mercante d'arte tedesco.

Un acquisto regolare ha sempre sostenuto il museo, che nega l'appartenenza del bronzo al contesto culturale italiano. Ma dal 2007, quando l'associazione culturale marchigiana Le Cento Citta' ha presentato un esposto alla Procura di Pesaro, ben tre gip hanno decretato che si tratta appunto di un bene indisponibile perche' appartenente al patrimonio dello Stato.

"Qui non e' in gioco solo il Lisippo - dice l'avv. Tristano Tonnini, legale de Le Cento Citta' - se fosse passata la linea del Getty tutti i nostri beni culturali all'estero scomparirebbero". "Una lunga battaglia per una bella vittoria" commenta il presidente della Regione Marche Luca Ceriscioli. Una battaglia combattuta anche dall'Avvocatura dello Stato, con gli avv. Maurizio Fiorilli e di recente Lorenzo D'Ascia. E a Fano si preparano (per l'ennesima volta, va detto) al ritorno del Lisippo.

fonte Alessandra Massi per ANSA

03/10/17

Dopo 40 anni riaprono dal 1 novembre il IV e V livello del Colosseo !!






Dopo piu' di 40 anni, saranno riaperti al pubblico, a partire dal prossimo 1mo novembre, il IV e il V livello del Colosseo

Posizionati a circa 40 metri d'altezza rispetto al piano dell'arena, i due livelli erano destinati alla plebe e non consentivano una veduta dettagliata di quanto accadeva nell'arena, ma in compenso erano coperti dalla tettoia che riparava dal sole e dalla pioggia

"E' una giornata importante, riapriamo i piani alti dell'Anfiteatro Flavio in seguito a un restauro importante", ha detto il ministro dei Beni e delle Attivita' culturali e del Turismo, Dario Franceschini, nel corso della visita organizzata per la stampa. 

Fino ad oggi era possibile visitare l'anfiteatro Flavio soltanto fino al III livello

Dal 1 novembre saranno invece visitabili il IV e il V livello con delle visite guidate, che occorre prenotare attraverso il sito www.coopculture.it o chiamando il numero 06-39967700. 

Con una vista veramente incomparabile sul monumento:



Questo nuovo percorso di visita, consentito per ragioni di sicurezza soltanto se accompagnati da una guida e per gruppi di massimo 25 persone, comincia con l'attraversamento dell'unica galleria conservata come in origine. 

E' uno spazio con copertura a volta destinato allo smistamento del pubblico che si trova tra il II e il III livello

"Il V livello del monumento - ha spiegato la direttrice del Colosseo, Rossella Rea - era destinato alla plebe, il IV alla classe dei commercianti e la piccola borghesia, il III ad una categoria che potremmo definire 'middle class', il II ai cavalieri (gli equites), e il I, infine, era destinato ai senatori, che sedevano su dei troni di marmo e agli ospiti pubblici". 

La capienza dell'Anfiteatro era di 50-60 mila posti.

01/02/17

Riapre la Domus Aurea con una meravigliosa esperienza visiva per i visitatori.





Entrare nella Domus Aurea e vivere un'esperienza immersiva, riviverla e riscoprirla come era un tempo e come forse non la vedeva neanche Nerone, "illuminata"

Dal 4 febbraio, ogni sabato e domenica, i visitatori, a piccoli gruppi di 25 persone, su prenotazione, potranno sperimentare il nuovo percorso con realtà virtuale

Un progetto unico per Roma, voluto dalla Soprintendenza Speciale per il Colosseo e l'area archeologica centrale di Roma con Electa, che grazie alla tecnologia mira a cancellare ciò che fece Traiano e a riportare la luce nel monumento che per anni rimase nell'oblio fino alla sua riscoperta nel 1400. 

Si potrà vedere la Domus Aurea senza le grotte traianee.

Il Soprintendente Francesco Prosperetti: "La visita diventa attrattiva al di là del breve percorso che si farà negli ambienti della Domus Aurea e sarà legata a questa possibilità di fruire in maniera immersiva di un'esperienza temporale e spaziale irripetibile". 

"Mi sono reso conto frequentandola che cogliere l'essenza di questo luogo non era possibile con la semplice visita dei luoghi, perché restituiscono una realtà falsata di quello che era questo luogo ai tempi della sua costruzione. Questo si poteva riguadagnare solo con un meccanismo virtuale che le tecnologie attuali ci consentono di apprezzare". 



Si inizia con la proiezione di un video-racconto con immagini ricostruttive in 3D degli ambienti originari. 

Poi, accompagnati da guide, attraverso il cantiere in corso per la salvaguardia del monumento, si arriva all'installazione tecnologica nella Sala della volta dorata, dove con visori stereoscopici si potrà vederla come era, muovendosi nello spazio a 360 gradi in un ambiente ricoperto di marmi colorati e affreschi. 

Sarà un viaggio nel tempo e nello spazio. "Il filmato virtuale riesce virtualmente a sfondare le pareti di terra che circondano l'ambiente della sala della volta dorata e a farci apprezzare questo luogo straordinario com'era ai tempi della costruzione". 

Prosperetti ha inoltre ricordato come vada avanti il progetto definitivo di risanamento grazie al finanziamento di 13 milioni di euro garantito per il triennio dal ministro dei Beni e delle Attività Culturali Dario Franceschini, e dopo aver risolto il problema della percolazione dell'acqua dai giardini sovrastanti, aver pensato all'impermeabilizzazione e al consolidamento degli affreschi, ci si occuperà della pulitura. Per anni la Domus Aurea sarà ancora soggetta a restauro. 




28/03/16

Palmira è libera ! Una mostra a Mantova "Salvare la Memoria" con i reperti di Palmira e di altre zone di guerra.



Le notizie della liberazione di Palmira da parte delle forze governative di Damasco, hanno riacceso la speranza, in quei luoghi flagellati dalla guerra e dalla occupazione dell'Isis. 

Assume ancora più rilevanza la splendida mostra organizzata a Mantova

È una mostra idealmente dedicata al Direttore del sito archeologico di Palmira Khaled Asaad, quella che si può ammirare al Museo Nazionale Archeologico di Mantova fino al 5 giugno, con il titolo “Salvare la Memoria”. Ma anche al non meno prezioso, e spesso anonimo, esercito di “Monuments Men” che ovunque nel mondo si vota al recupero di un patrimonio di arte che è storia di tutti. 

Un patrimonio violentato da guerre, come quella in Siria appunto, ma anche da terremoti, alluvioni e da tutti quegli eventi che, ferocemente e improvvisamente, si sovrappongono al fisiologico effetto del tempo su ciò che è testimonianza del nostro passato. 

Una grande storia raccontata, nei tre piani dell’Archeologico di Mantova, da immagini originali, documenti, filmati, reperti (simbolicamente preziosi quelli provenienti da Palmira), testimonianze dirette. 

Un laboratorio, aperto al pubblico, mostrerà dei restauratori all’opera su testimonianze di una villa distrutta dal terremoto del 2012 nel mantovano. 

Protagonisti di vicende di salvaguardia e difesa del patrimonio artistico mondiale incontreranno il pubblico nel corso di incontri calendarizzati nel periodo della mostra. Il progetto “Salvare la Memoria” è un’iniziativa del Polo Museale della Lombardia, a cui si affiancano il Comune di Mantova, l’ISCR, l’ICCROM, l’Università degli Studi di Milano, l’Università IULM, Monuments Men Foundation, Palazzo Ducale- Mantova, Diocesi di Mantova, Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale. Ad affiancare Elena Maria Menotti e Sandrina Bandera, che ne sono curatrici, è un ampio e qualificatissimo Comitato Scientifico.

A contrapporsi alla violenza della distruzione c’è la forza della restituzione. Come racconta questa affascinante mostra e come ricorda, non a caso, il suo sottotitolo. Non caso ad accoglierla è Mantova, città devastata dal terremoto del 2012. Quell’evento causò, tra l’altro, il crollo del cupolino della Basilica di Santa Barbara e produsse seri danni ad uno dei luoghi simbolo della città, la Camera degli Sposi in Palazzo Ducale, rendendolo a lungo non visitabile. E con quello di Mantova, altri terremoti, dal Friuli ad Assisi, a Bam, L’Aquila, sino al Nepal. Come dimenticare poi l’alluvione del 1966 a Firenze e l’esercito degli “Angeli del fango”? O, su altro fronte, l’attentato all’Accademia dei Georgofili?

Le distruzioni scientemente provocate dagli uomini non si sono rivelate meno catastrofiche di quelle naturali. 

Distruzioni ereditate da guerre del passato recuperate molto tempo dopo, come è accaduto per Vilnius dove le distruzioni perpetrate dalle truppe di Pietro il Grande, sono state sanate solo dopo il 1989. 

 Rievocando la Prima Guerra Mondiale, l’attenzione è proposta su Mantova, Milano, il Veneto. Ancora Mantova, nella Seconda Guerra Mondiale, insieme a Milano - con focus sulla sala delle Cariatidi a Palazzo Reale, e su Cenacolo, Brera e Poldi Pezzoli - , le figure e l’azione di Pasquale Rotondi e di Modigliani e Pacchioni per la messa in sicurezza delle grandi opere d’arte italiane. 

Ma anche le vicende dell’obelisco di Axum, con le immagini della traslazione a Roma dall’Etiopia e della sua restituzione. A questa sezione della grande mostra ha collaborato, tra gli altri, la Monuments Men Foundation di Dallas

Tra i troppi conflitti recenti, la mostra propone quelli in Kosovo e in Afghanistan, evidenziando gli interventi di restauro dell’ISCR e la ricostruzione del ponte di Mostar. Le cronache quotidiane documentano le distruzioni in Iraq e Siria.

Le immagini delle distruzioni di Palmira hanno colpito l’opinione pubblica mondiale. Da ricordare che in quell’area archeologica era attivo il progetto “Pal.M.A.I.S.” dell’Università degli Studi di Milano, così come ed Ebla l’Italia era presente con una propria missione archeologica. Per scelta delle curatrici, in questa sezione le immagini saranno esclusivamente “positive”: proporranno le attività di ricerca archeologica svolta. Nessuna immagine di distruzione, ma un puro segnale grafico a simboleggiare la temporanea, forzata interruzione di un percorso di ricerca, recupero e valorizzazione. La grandezza di Palmira sarà testimoniata da reperti originali concessi dai Musei Vaticani. La mostra, inoltre, suggerirà di approfondire la grande storia della Mezzaluna Fertile visitando la Collezione Mesopotamica custodita in Palazzo Te. L’attenzione del visitatore viene attratta anche su altri fenomeni presenti durante i conflitti, quali gli scavi clandestini, evidenziando i casi di Apamea, Umma e Zabalam, con l’utilizzo di foto satellitari.

Mentre scorrono le immagini della “Giornata Unesco di lutto per la distruzione dei beni culturali”, la mostra porta l’attenzione sul farsi strada di una nuova consapevolezza. Citando come esempio la salvaguardia dei monumenti anche nel caso di grandi opere di ingegneria: emblematico è stato l’innalzamento dei templi di Abu Simbel per consentire l’invaso della diga di Assuan. Questa è una mostra che vuole ostinarsi a guardare avanti, a valorizzare il bello dell’uomo: ed ecco l’attenzione sui “blue shields”, il Comitato Internazionale dello Scudo Blu (ICBS) fondato nel 1996, "per lavorare per proteggere il patrimonio culturale mondiale minacciato da guerre e disastri naturali". E sull’attività davvero fondamentale del Comando Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, soprattutto in Iraq, i nostri “Caschi blu della cultura”.
Una mostra per non smarrire la memoria e condividere con i nostri cari, con le famiglie, con gli amici, con i compagni di classe significative e potenti immagini da non dimenticare e un patrimonio di cui essere fieri.

Orari: martedì, giovedì e sabato dalle ore 14 alle ore 19 mercoledì, venerdì e domenica dalle ore 8.30 alle ore 13.30

Per informazioni: museoarcheologico.mantova@beniculturali.it 

 Tel. 0376.320003

30/05/13

Il meraviglioso "Pugile di Lisippo" Ambasciatore della cultura italiana a New York.





Si tratta di uno dei molti tesori dell'arte italiana, uno dei più eccellenti: protetto da una cassa climatizzata realizzata appositamente, è partito martedì scorso da Francoforte il cosiddetto Pugile delle Terme (o Pugile a riposo o Pugile di Lisippo), capolavoro sommo dell'antichità, ed è sbarcato ieri a New York, al Metropolitan Museum.

Da lunedì prossimo, 3 giugno,  il bronzo mostrerà la sua bellezza nel cuore della galleria d'arte romana al piano terra del Museo sulla Fifth Avenue.

La scultura, rarissimo bronzo originale greco (datato IV secolo a.C.) è stato scelto per celebrare l'anno della cultura italiana negli Stati Uniti, promosso dal Ministero degli Esteri e da quello dei Beni Culturali.

"E' uno degli eventi più prestigiosi dell'intero programma" ha commentato Rita Paris, direttrice di Palazzo Massimo, dove l'opera è conservata e dove tornerà ad essere visibile dal prossimo 20 luglio.






La statua bronzea del Pugile in riposo è alta 128 cm, datata alla seconda metà del IV secolo a.C. e fu  rinvenuta a Roma alle pendici del Quirinale nel 1885.

La statua è basata sul contrasto fra la quiete e il contenimento geometrico espressi dalle braccia appoggiate sulle gambe, e l'improvviso scatto della testa che si volta verso destra aprendo all'estetica lisippea del kairos, cioè dell'attimo colto nel tempo. Gli inserti in rame, sulla spalla destra, sull'avambraccio, sui guanti e sulla coscia (e sul volto), rappresentano gocce di sangue colate dalle ferite nell'atto del volgersi della testa.
La modernità della figura può essere apprezzata con il paragone con la celebre foto di Cassius Clay / Mohammed Alì qui sotto. 






Fabrizio Falconi