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18/06/15

"Schuhlin" di Carl Sternheim - un prezioso volume di Camera verde a cura di Raoul Precht.




E' un prezioso volume, questo pubblicato da La Camera Verde di Roma. 

Frutto del lavoro e della cura di Raoul Precht, il libro ha, tra gli altri, il merito di portare all'attenzione del pubblico italiano il nome di Carl Sternheim, nato a Lipsia nel 1878 e morto a Bruxelles il 3 novembre del 1942. Considerato uno tra i narratori e drammaturghi più importanti del suo tempo, viene considerato maestro e precursore fra gli altri di Bertolt Brecht.

Nei primi anni del Novecento, Sternheim fu popolarissimo, anche e soprattutto per i suoi drammi (vincitore fra l'altro del premio Fontane, che decise di devolvere al giovane Franz Kafka, allora semisconosciuto).

Per la pubblicazione, è stato scelto uno dei racconti meno conosciuti, inedito in Italia, Schuhlin, scritto nel 1915.

Si tratta di un breve racconto in cui Sternheim evoca la carriera di un giovane musicista immaginario (che si chiama Schuhlin, per l'appunto), dall'infanzia, ai timidi esordi, fino alla consacrazione presso un pubblico ristretto di aristocratici e intenditori, come eccellente pianista

Schuhlin però ha ambizioni sempre più grandi. Sogna di conquistare il mondo. La sua fame di fama è smisurata.  Finirà per coinvolgere in questo personale gioco al massacro, la compagna Klara, e un giovane completamente attratto dalla vena creativa del Maestro, il quale nel frattempo - dopo i parziali insuccessi e un declino repentino di notorietà - si è ritirato dal mondo, in una dimora di campagna. 

Schulhlin, comportandosi come una vera sanguisuga, usufruisce del consenso, dell'adulazione incondizionata, e del sostegno economico dei due, si nutre di loro e riesce anche a metterli uno contro l'altro in un crescendo di dissoluzione e di nevrotizzazione dei rapporti.

Al volume di Camera Verde ha collaborato il fotografo Peter Dimpflmeier, il quale si è liberamente ispirato al testo di Sternheim per creare una sequenza d'immagini che ne  mette in luce l'ambivalenza e la crudeltà. 

Precht, oltre a curare la splendida traduzione dal tedesco, dedica 21 variazioni su un tema di Sternheim : sorta di catalogo alfabetico in cui vengono illustrati gli aspetti salienti della vita e dell'opera dell'autore tedesco. 

In seguito, anche a causa del divieto di rappresentare i suoi lavori teatrali ad opera del nazismo, la stella di Sternheim declino' rapidamente e nel dopoguerra fu completamente dimenticato, fino alla riscoperta avvenuta negli anni Sessanta e Settanta. 

Per il suo umorismo, spesso anche nero, e per la sua incisiva lucidita', oltre che a Brecht, Sternheim e' stato paragonato anche ad Ernst Lubitsch. 

La sua satira tagliente dell'ascesa della piccola borghesia benpensante e del proletariato nell'era guglielmina ha lasciato il segno e posto le basi per un rinnovamento del linguaggio teatrale. La stessa incisività si ritrova nella narrativa e in particolare nei racconti, di cui Schuhlin rappresenta un esempio eloquente, 

Il volume oltre a rappresentare la prima traduzione in italiano del racconto, esce a cent'anni esatti dalla prima edizione nella collana "Der jungste Tag" dell'editore Kurt Wolff, lo stesso di Kafka, Brod, Benn, Werfel e molti altri autori di spicco della prima meta' del secolo. 

Si tratta quindi di una vera e propria celebrazione, e di un'occasione rara per fare conoscenza con un autore poco letto e rappresentato in Italia.