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18/08/23

Perché la sventura ci coinvolge solo quando è vicina e non lontana e come funziona il nostro senso dell'empatia e della compassione



Letto nel 2007, quando uscì in Italia, questo saggio continua a illuminarmi a distanza di tempo.
Ritter (morto nel 2013), prendendo spunto dalla Parabola del Mandarino raccontata nel Papà Goriot di Balzac, studia a fondo il rapporto che esiste tra la nostra compassione - la compassione umana (la cum-passione dei latini, ovvero, patire-insieme-a uno che soffre, vivere la sua stessa sofferenza o dolore) - e la vicinanza fisica o geografica:
in pratica, tutti sappiamo che un evento tragico che accade lontano da noi, appunto ad esempio nella Terra dei Mandarini Cinesi, muove a molta meno partecipazione/compassione/o empatia come si ripete oggi, che se quello stesso evento, identico, accadesse fuori dalla porta di casa nostra.
E' una regola aurea, che fa parte del DNA umano, e che gli agi digitali non sembrano affatto aver cambiato, "accorciando il mondo", semmai il contrario: siamo sempre più monadi "lontane" dal mondo reale, sia quello "vicino" che quello "lontano".

Rileggere Ritter però, e le sue esplorazioni nella storia della letteratura e della filosofia, aggiunge parecchio. Perché la questione non è affatto "semplice" come si penserebbe.
Sarebbe stato interessante a questo proposito che Henning Ritter avesse avuto la possibilità di aggiornare il suo testo sulla crisi climatica globale:
la mancanza di empatia, di partecipazione, di consapevolezza e dunque di compassione, riguardo ai cambiamenti climatici, dipende infatti essenzialmente da quanto si "è vicini" ad essi, di quanto essi tocchino le nostre vite.
In fondo, chi vive in Occidente, percepisce l'emergenza climatica come "lontana", almeno finché dal "suo" cielo, non gli piovono addosso chicchi di grandine come aranci. Ma se i danni saranno limitati, e l'evento seguito da due settimane di clima migliore, le sue considerazioni saranno tranquillizzate.
Di certo, chi vive in angoli del pianeta diversi - nei quali ad esempio la sopravvivenza delle persone è direttamente dipendente dalle condizioni del clima e quindi ad esempio da coltivazioni e pascoli, di quel che si può mangiare o non mangiare - ha percezioni molto diverse di questa "Sventura".
Purtroppo però le redini del mondo, almeno quelle dei grandi cambiamenti economici, le tiene in pugno ancora quella parte del mondo occidentale che sente "lontane" quelle emergenze. Vengono da troppo lontano, e oltretutto qui in occidente siamo troppo impegnati a compulsare sui socials per concedere troppa attenzione a una cosa così lontana.
L'impressione o il dubbio è però che quando la sventura verrà avvertita come "vicina" anche da quella parte di mondo, minacciando la comfort zone dell'aria condizionata e delle case di cemento armato e non di fango, sarà forse davvero già troppo tardi.

Fabrizio Falconi - 2023

09/08/21

Le anticipazioni del nuovo rapporto ONU sul clima: "innalzamento del livello del mare fenomeno irreversibile in centinaia o migliaia di anni



Sono da tempo convinto che i negatori dei cambiamenti climatici in corso per colpa dell'uomo siano quasi peggio dei no-vax.

E' incredibile che di fronte a quello che accade e sta accadendo tutti i giorni ormai da decenni sotto i nostri occhi ci sia una grandissima quantità di persone totalmente insensibile e impermeabile alla gravità del problema e alla responsabilità dei rapporti umani in un fenomeno che sta mettendo seriamente a rischio la sopravvivenza prossima - molto prossima del pianeta. 

Il rapporto sul clima dell'ONU anticipato oggi è davvero catastrofico. 

Il continuo aumento del livello del mare, è scritto, è uno dei fenomeni dei cambiamenti climatici già in atto, "irreversibili in centinaia o migliaia di anni". Lo affermano gli scienziati del Gruppo di lavoro 1 dell'Ipcc nel rapporto "Cambiamenti climatici 2021 - Le basi fisico-scientifiche", la prima delle tre parti del Sesto Rapporto di Valutazione che sara' completato nel 2022. 

Gli esperti rilevano che il climate change riguarda ogni area della Terra e tutto il sistema climatico. Tuttavia, avvertono, forti e costanti riduzioni di emissioni di Co2 e di altri gas serra limiterebbero i cambiamenti climatici. 

Nel 2019, le concentrazioni atmosferiche di Co2 erano le piu' alte degli ultimi 2 milioni di anni e quelle dei principali gas serra (metano e biossido di azoto) le piu' elevate degli ultimi 800.000 anni; negli ultimi 50 anni la temperatura della Terra e' cresciuta a una velocita' che non ha uguali negli ultimi 2.000 anni; l'aumento medio del livello del mare e' cresciuto a una velocita' mai vista negli ultimi 3000 anni. Il sesto rapporto dell'Ipcc (il gruppo di scienziati esperti in cambiamento climatico) è approvato dai 195 governi dell'Onu. 

03/07/21

Libro del Giorno: "Taccuini del deserto - Istruzioni per la fine dei tempi" di Ben Ehrenreich

 


Il disastro è già avvenuto… È accaduto così tanto tempo fa che ce ne siamo dimenticati, l’abbiamo rimosso, tenuto lontano dalla nostra memoria collettiva. La civilizzazione, come la conosciamo, non è una conquista ma una tragica sconfitta. La maggior parte di quella che consideriamo storia è fondata su una catastrofe che la concrezione degli anni ha solo peggiorato. Ma ciò significa anche che non siamo condannati a questo, che esistono altri modi di vivere, che abbiamo da perdere molto meno di quanto pensassimo, e da imparare ancora un sacco di cose”.

Così scrive Ben Ehrenreich, americano, che scrive regolarmente per «The Nation» e collabora con varie riviste internazionali quali «Harper’s Magazine», «The New York Times Magazine», e «The London Review of Books», autore inoltre di due romanzi e di un libro di saggistica, "The Way to the Spring: Life and Death in Palestine" basato sulle sue esperienze di reporter in Cisgiordania.

Taccuini del deserto, pubblicato da Atlantide, nasce da un lungo soggiorno dell’autore nel deserto californiano del Mojave e da lì, luogo dove tutto inizia e finisce, trae uno sguardo inedito e assolutamente affascinante su quanto l’umanità sta vivendo in questo momento storico “in cui tutto, compreso il tempo, sembra sull’orlo del collasso”: una crisi irreversibile e sempre più profonda alla quale sembra non esserci rimedio se non la fine della nostra civiltà. 

E proprio dal deserto, simbolo al tempo stesso di morte e di trascendenza, che “ti fa arretrare e mette l’eternità in primo piano” Ben Ehrenreich prende le mosse per riflettere su cosa significhi l’idea di “fine dei tempi” non solo per la nostra civiltà ma anche per quelle che ci hanno preceduto. 

Come affrontare dunque l’Apocalisse ora che il tempo, suggerisce l’autore, sembra essersi annodato su se stesso? E cosa ci insegna la fine di intere civilizzazioni quali per esempio quella dell’antico Egitto e dei Maya? 

Passando dalla mitologia alla scienza, dalla storia delle religioni alla politica, dalla cosmologia all’antropologia e al racconto autobiografico, Taccuini del deserto affronta il senso più profondo e riposto dell’essere vivi qui e oggi, sospesi in un tempo di assoluta incertezza, ma che ci pone problemi e domande non troppo dissimili da quelli che altre civiltà prima di noi hanno affrontato, sopravvivendo in modi nuovi oppure scomparendo per sempre.


Ben Ehrenreich

Taccuini del deserto 

Altantide, 2021 

pp. 362, euro 18.50 


25/02/20

La difficoltà di percepire e accettare le devastazioni sul Clima




Il motivo principale per cui la maggioranza delle persone è restia o indifferente alla percezione dei rapidissimi cambiamenti climatici che investono il pianeta nell'età dell'antropocene (l'età cioè in cui il supersviluppo umano diventa determinante per il destino del pianeta), consiste nel fatto che la stragrande maggioranza della popolazione - almeno in occidente - risiede in centri urbani grandi o grandissimi o spaventosamente grandi.

Fino ad appena 100-150 anni fa non era così. La maggior parte degli esseri umani viveva in diretto contatto - o totalmente immersa - nella natura.

Essi quindi percepivano ed erano sensibili - molto, molto, molto - più di noi ai minimi cambiamenti del clima. Perché questi determinavano la loro vita e la loro sopravvivenza.

Oggi che viviamo ingabbiati in città chiuse - case, automobili, uffici - possiamo far finta che il clima sia solo la diversità di sfondo del cielo - azzurro o grigio - e la scomodità del doversi preoccupare quando piove o fa caldo di come vestirsi e se si può o no andare al mare.

Purtroppo per noi però la nostra percezione conta poco, perché intanto il processo va avanti inesorabilmente.

Solo che noi, come facevano quelli dell'orchestrina sul Titanic, continuiamo allegramente a ballare.

Fabrizio Falconi
- febbraio 2020

10/09/19

Finalmente anche gli scrittori cominciano a mobilitarsi sul clima. Jonathan Safran Foer a Mantova: 4 cose concrete da fare subito.



"Non è un mistero per nessuno quello che dovremmo effettivamente fare. Sappiamo, senza ambiguità né controversie, che ci sono quattro cose con cui ogni persona puo' fare la differenza. E sono: avere meno figli, prendere meno l'aereo, vivere senza automobile e seguire una dieta piu' vegetariana. Tre di queste cose sono molto difficili, una, la quarta, invece potrebbe essere fatta subito". 

Lo ha detto, in un'intervista con askanews, lo scrittore americano Jonathan Safran Foer, a Festivaletteratura a Mantova per presentare il suo libro "Possiamo salvare il mondo prima di cena", edito in Italiada Guanda e dedicato al tema dei cambiamenti climatici. 

Un saggio che indica nell'allevamento intensivo, e quindi nella nostra alimentazione fortemente incentrata sulla carne, una delle piu' gravi e taciute cause della crisi climatica. 

"Ho avuto un momento - ci ha raccontato Foer a proposito della genesi del libro - nel quale mi sono detto: quando e' troppo e' troppo. Me lo ricordo molto bene, ero a casa e ho pensato che dovevo assolutamente fare qualcosa. E non solo sul cambiamento climatico, ma anche su Trump o sul controllo delle armi o sui problemi dell'immigrazione, ma sul clima questa sensazione e' stata ancora piu' forte, pensavo agli incendi in California, alle super tempeste, allo scioglimento dei ghiacci. Bisogna fare qualcosa, mi dicevo, bisogna fare qualcosa. E lo dicevano continuamente anche i miei amici, ce lo ripetevamo ininterrottamente. E a u certo punto mi sono reso conto che era assurdo dirlo e poi non fare nulla".

A quel punto, per lo scrittore, la cosa piu' naturale e' stata pensare a un nuovo libro, anche se, ci ha spiegato Foer, all'inizio non era chiaro quale sarebbe stato il risultato finale della ricerca. 

"Scrivere - ci ha pero' detto - e' il mio modo migliore per essere serio, per essere attento a qualcosa. Quindi mi sono preso del tempo per prestare attenzione e pensare a questo tema"

"La gente - ha concluso Jonathan Safran Foer - di solito non fa nulla fino a quando non viene toccata profondamente, e questo e' necessario, ma non sufficiente. E il problema e' invece che tendiamo a credere che sia sufficiente: se partecipo o a una manifestazione mi dico che ho fatto qualcosa; se piango quando vedo un'immagine dei profughi climatici mi dico che ho fatto qualcosa, ho pianto; se sostengo le posizioni della scienza quel sostegno lo considero fare qualcosa o addirittura se dico che bisogna fare qualcosa anche questo è già fare qualcosa. Ma non e' cosi'". 

Per questo il libro ha uno dei suoi pregi maggiori nella non indulgenza, nella consapevolezza che lo stesso narratore e' "compromesso", nel mettere sulla pagina tutte le difficoltà. Ma in queste difficoltà e in questa compromissione, che e' la metodologia per escludere ogni forma di integralismo, c'e' probabilmente l'unica possibilità di un approccio che abbia un minimo di speranza di successo.

15/11/17

Dal Kilimangiaro alle Barriere Coralline: il clima minaccia le meraviglie del mondo.




Dal Kilimangiaro in Africa alle barriere coralline dell'Oceano indiano e dell'Australia: sono sempre di piu' le meraviglie del pianeta a rischio sopravvivenza a causa del cambiamento climatico. 

A lanciare l'Sos e' l'Unioneinternazionale per la conservazione della natura (Iucn) che per la prima volta dal 2014 aggiorna la sua valutazione sullo stato di salute dei siti naturali Patrimonio dell'umanita' affermando che in tre anni i luoghi a rischio sono quasi raddoppiati, passando da 35 a 62. 

 Presentato a Bonn, in Germania, dove e' entrata nel vivo la Conferenza Onu sul clima (Cop23), il rapporto evidenzia le molteplici minacce ai siti naturali Patrimonio, dalle specie aliene al turismo non sostenibile, ma l'imputato numero uno e' il clima

A preoccupare sono gli effetti del cambiamento climatico, come lo sbiancamento dei coralli che e' conseguenza del riscaldamento delle acque degli oceani o lo scioglimento anomalo di ghiacci legato al 'global warming' che galoppa. 


Non a caso ecosistemi come le barriere coralline e i ghiacciai sono tra i piu' minacciati, spiega lo Iucn, oltre a zone umide, delta bassi, permafrost e siti esposti a incendi

Tra l'altro anche la diffusione di specie invasive e' comunque aggravata dai cambiamenti di clima che in alcuni casi ne favoriscono proliferazione in zone altrimenti non adatte. Gli impatti del clima che cambia, sottolineano gli esperti, si fanno sentire su un quarto di tutti i 241 siti valutati. Nel 2014 pesavano "solo" per un sito su 7. L'analisi indica che c'e' "significativa preoccupazione" per il 29% dei siti naturali Patrimonio mondiale, mentre per il 7% c'e' una valutazione "critica". Tra questi ci sono il Parco nazionale delle Everglades negli Stati Uniti e il lago di Turkana in Kenya. 

L'Italia per fortuna ne esce abbastanza bene. Tra i siti della penisola l'Etna figura tra quelli in "buono stato", mentre per le Eolie e le Dolomiti ci sono "alcune preoccupazioni". Valutazioni invariate rispetto al 2014. Inger Andersen, direttore generale dello Iucn, richiama l'attenzione dei rappresentanti dei governi e dei leader mondiali riuniti a Bonn: "Servono impegni urgenti, ambiziosi e azioni per attuare gli accordi di Parigi". Contenere il riscaldamento globale e' considerato prioritario. Ieri gli scienziati hanno evidenziato il ritorno alla crescita delle emissioni di anidride carbonica, il gas serra principale responsabile del "global warming". Un "pericolo" per gli obiettivi di Parigi, ha detto oggi via Twitter il segretario dell'Onu Antonio Guterres, appellandosi agli Stati affinche' si impegnino di piu' sulla tutela ambientale. Domani e' atteso a Bonn insieme ad Angela Merkel e ad Emmanuel Macron. 

24/07/17

"Rompiamo il silenzio sull'Africa" - Un drammatico appello di padre Alex Zanotelli .





Volentieri pubblico questo drammatico appello di padre Alex Zanotelli, comboniano, sulla situazione in cui versano immensi territori dell'Africa. 

                                                      ROMPIAMO IL SILENZIO SULL’AFRICA




Scusatemi se mi rivolgo a voi in questa torrida estate, ma è la crescente sofferenza dei più poveri ed emarginati che mi spinge a farlo. Per questo come missionario uso la penna per far sentire il loro grido, un grido che trova sempre meno spazio nei mass-media italiani. Trovo infatti  la maggior parte dei nostri media, sia cartacei che televisivi, così provinciali, così superficiali, così ben integrati nel mercato globale. Bisogna rompere l’omertà del silenzio mediatico che grava soprattutto sull’Africa. (Sono poche purtroppo le eccezioni in questo campo!)

E’ inaccettabile per me il silenzio sulla drammatica situazione nel Sud Sudan (il più giovane stato dell’Africa), ingarbugliato in una paurosa guerra civile che ha già causato almeno trecentomila morti e milioni di persone in fuga.
E’ inaccettabile il silenzio sul Sudan, retto da un regime dittatoriale in guerra contro il popolo sui monti del Kordofan, i Nuba, il popolo martire dell’Africa e contro le etnie del Darfur.
E’ inaccettabile il silenzio sulla Somalia in guerra civile da oltre trent’anni con milioni di rifugiati interni ed esterni.
E’ inaccettabile il silenzio sull’Eritrea, retta da uno dei regimi più oppressivi al mondo, con centinaia di migliaia di giovani in fuga verso l’Europa.
E’ inaccettabile il silenzio sul Centrafrica che continua ad essere dilaniato da una guerra civile che non sembra finire mai.
E’ inaccettabile il silenzio sulla grave situazione della zona saheliana dal Ciad al Mali dove i potenti gruppi jihadisti potrebbero costituirsi in un nuovo Califfato dell’Africa nera.
E’ inaccettabile il silenzio sulla situazione caotica in Libia dov’è in atto uno scontro di tutti contro tutti, causato da quella nostra maledetta guerra contro Gheddafi.
E’ inaccettabile il silenzio su quanto avviene nel cuore dell’Africa , soprattutto in Congo, da dove arrivano i nostri minerali più preziosi.
E’ inaccettabile il silenzio su trenta milioni di persone a rischio fame in Etiopia, Somalia , Sud Sudan, nord del Kenya e attorno al Lago Ciad, la peggior crisi alimentare degli ultimi 50 anni secondo l’ONU.
E’ inaccettabile il silenzio sui cambiamenti climatici in Africa che rischia a fine secolo di avere tre quarti del suo territorio non abitabile.
E’ inaccettabile il silenzio sulla vendita italiana di armi pesanti e leggere a questi paesi che non fanno che incrementare guerre sempre più feroci da cui sono costretti a fuggire milioni di profughi. (Lo scorso anno l’Italia ha esportato armi per un valore di 14 miliardi di euro!!)
Non conoscendo tutto questo è chiaro che il popolo italiano non può capire perché così tanta gente stia fuggendo dalle loro terre rischiando la propria vita per arrivare da noi.  Questo crea la paranoia della “invasione”, furbescamente alimentata anche da partiti xenofobi. Questo forza i governi europei a tentare di bloccare i migranti provenienti dal continente nero con l’ Africa Compact , contratti fatti con i governi africani per bloccare i migranti Ma i disperati della storia nessuno li fermerà. Questa non è una questione emergenziale, ma strutturale al Sistema economico-finanziario. L’ONU si aspetta già entro il 2050 circa cinquanta milioni di profughi climatici solo dall’Africa. Ed ora i nostri politici gridano:”Aiutiamoli a casa loro”, dopo che per secoli li abbiamo saccheggiati e continuiamo a farlo con una politica economica che va a beneficio delle nostre banche e delle nostre imprese, dall’ENI a Finmeccanica.
E così ci troviamo con un Mare Nostrum che è diventato Cimiterium Nostrum dove sono naufragati decine di migliaia di profughi e con loro sta naufragando anche l’Europa  come patria dei diritti.
Davanti a tutto questo non possiamo rimanere in silenzio. (I nostri nipoti non diranno forse quello che noi oggi diciamo dei nazisti?). Per questo vi prego di rompere questo silenzio- stampa sull’Africa. Non possiamo rimanere in silenzio davanti a un‘altra Shoah che si sta svolgendo sotto i nostri occhi.
Diamoci tutti/e da fare perché si rompa questo maledetto silenzio sull’Africa.
                                                                                     

                                                                                    Alex Zanotelli

17/03/17

Spegnete le vostre luci ! Il prossimo 25 marzo è l'Ora della Terra.




E' iniziato ufficialmente il conto alla rovescia per il più grande evento globale dedicato alla sfida contro i cambiamenti climatici - Earth Hour / Ora della Terra del WWF - che quest'anno celebra i 10 anni dalla sua prima edizione del 2007 svoltasi a Sidney

L'invito è quello di spegnere simbolicamente per un'ora, dalle 20.30 di ciascun paese, le luci in casa, in ufficio, al ristorante magari cenando a lume di candela: l'effetto di questa grande mobilitazione globale che unirà di nuovo centinaia di milioni di persone, sarà una grande ola di buio che per 24 ore farà il giro della Terra.

Nel 2016 ben 178 paesi parteciparono spegnendo le principali icone mondiali come l'Opera House di Sydney, il Cristo Redentore a Rio de Janeiro, la Torre Eiffel, il Ponte sul Bosforo

Partecipare ad Earth Hour vuol dire anche informare e sensibilizzare sui cambiamenti climatici, sfruttando la forza dei social network. 

Dalla piattaforma sarà possibile donare il proprio profilo facebook e contribuire a diffondere i messaggi del WWF contro i cambiamenti climatici

"Il cambiamento climatico ha tanti volti e impatti diversi in ogni angolo del pianeta, ma la realtà è uguale per tutti: il momento per cambiare il clima che cambia è ora - ha dichiarato Donatella Bianchi, Presidente di WWF Italia - Earth Hour negli anni ha dimostrato che centinaia di milioni di persone in tutto il mondo comprendono quanto la sfida del clima sia centrale per il Pianeta, per il benessere umano e la sopravvivenza di specie animali e vegetali. Il 25 marzo questo grande movimento globale per il clima fatto di singole persone, comunità e organizzazioni, farà sentire la propria voce per chiedere di accelerare gli impegni verso una rapida decarbonizzazione delle nostre economie, per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, secondo l'impegno assunto con l'Accordo di Parigi". 

 Il 2016 è stato l'anno più caldo da quando esistono le registrazioni scientifiche e dai rilievi è risultato che per il 2016 abbiamo un'anomalia rispetto al periodo preindustriale pari a + 1,3 °c

Per l'Artico, come riportato nell'Arctic Report Card della NOAA statunitense, l'incremento è stato di * 2°c. 

Inoltre la concentrazione di CO2 nella composizione chimica dell'atmosfera ha raggiunto le 400 parti per milione, un livello che gli scienziati ritengono non sia mai stato toccato negli ultimi 23 milioni di anni. 

Un recente studio coordinato dell'Enea sull'innalzamento del Mar Mediterraneo negli ultimi 1.000 anni stima nei prossimi 100 anni un'accelerazione netta dell'innalzamento

Tra il 2016 e il 2017 si sono registrate molte anomalie e temperature record: in Australia, per esempio, si è appena conclusa un'estate 'arrabbiata' caratterizzata da ondate di calore, incendi e alluvioni, con temperature record in alcune aree vicine ai 50°C.

Il caos climatico indotto dall'intervento umano purtroppo già colpisce sia molte comunità umane, a cominciare da quelle più fragili e più povere e che abitano sulle isole o lungo le coste, sia molte specie animali come orsi, pinguini, numerose altre specie di mammiferi e uccelli e di anfibi, colpendo inoltre tantissime altre specie sia di animali invertebrati (dagli insetti ai molluschi) che di piante. 

Secondo le ultime analisi sono migliaia le specie del pianeta che risentono degli impatti negativi del cambiamento climatico

Guardando in particolare le sole specie inserite nella Lista Rossa di specie a rischio, un recente studio ha denunciato a rischio 'climatico' quasi la metà dei mammiferi e circa un quarto degli uccelli: in una precedente analisi le percentuali erano molto più basse, rispettivamente il 7% e il 4%. 

Per questo l'edizione 2017 di Earth Hour - Ora della Terra in Italia sarà dedicata con particolare attenzione alle specie 'simbolo', a partire dall'orso polare destinato ad estinguersi molto rapidamente se non ci affretteremo ad azzerare le emissioni di CO2 e sostenere la specie con specifici interventi di tutela, come quelli attivati dal WWF.

Quest'anno in Italia tra i monumenti simbolo coinvolti, si spegneranno a Roma la basilica di San Pietro, il Colosseo e il Museo Maxxi firmato dall'archistar Zaha Hadid, scomparsa lo scorso anno.

 E proprio l'area esterna del Museo nazionale delle arti del XXI secolo diventerà per un giorno la piazza di 'Aspettando Earth Hour' con laboratori per bambini, giochi ed eventi di intrattenimento in attesa del conto alla rovescia finale. 

Tra le altre adesioni che stanno via via arrivando, quella sera luci spente anche a Firenze il Ponte Vecchio, Palazzo Vecchio e la Torre di Arnolfo, la Cupola del Duomo, la Statua del David (a Piazzale Michelangelo), la Basilica di Santa Croce, e l'Abbazia San Miniato al Monte. A Torino la Mole Antonelliana, il Duomo, la Basilica di Superga, Palazzo Civico, Chiesa della Gran Madre di Dio, la Chiesa di Santa Maria al Monte dei Cappuccini. Inoltre l'Arena di Verona, la Scalinata del Pincio a Bologna, Piazza del Ferrarese a Bari, il Palazzo delle Aquile, Piazza Pretoria, la facciata del teatro Politeama a Palermo, mentre in Molise hanno aderito ben 76 Comuni. Earth Hour ha già ricevuto il Patrocinio della Camera e del Senato

Anche quest'anno partecipano ad Earth Hour rappresentanti del settore privato, con diverse attività ed iniziative di sensibilizzazione. Wind Tre promuove l'iniziativa sui propri canali di comunicazione web e social, coinvolgendo anche i propri clienti nel sostegno all'iniziativa. Tra le Aziende Partner del WWF Italia aderiscono all'evento Auchan e Simply, Eurojersey, Gruppo Gianasso - I Provenzali, Mutti, Save the Duck, Sofidel, UniCredit e Unilever Italia, attraverso spegnimenti simbolici e attività di sensibilizzazione e promozione della mobilitazione WWF sui loro canali di comunicazione.