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04/07/16

Bauman: "Trump, Le Pen, Boris Johnson: ecco perché la gente vuole i Demagoghi."



La lettura del momento storico che stiamo vivendo, con eventi epocali - migrazioni, guerre sante, ascesa dei nazionalismi e dei populismi - è sempre più complesso. 

Credo sia molto riflettere su queste considerazioni che traggo dalla intervista di Wlodek Goldkorn a Zygmunt Bauman uno dei maggiori pensatori contemporanei. 

La prima domanda  riguarda proprio la sconfitta delle élite, che - dopo la Brexit, la crisi della UE e del sistema americano occidentale, con l'avvento di personaggi come Trump - sembra un fenomeno sempre più diffuso. 

L'élite politica - dice Bauman - nel suo modo di pensare (e di agire) è sempre più globalizzata, perché costretta a confrontarsi con potenze e poteri indipendenti dalla politica e sempre più extraterritoriali. Si tratta di una élite che ha altre preoccupazioni e diverso linguaggio rispetto alle angosce che attanagliano la gente che essa in teoria dovrebbe rappresentare.   

I vari Trump,Orbàn, Boris Johnson, Kaczynski o Le Pen (è un elenco che cresce ogni giorno) hanno il vantaggio di dire pane al pane.  E sanno quanto sia facile alle emozioni della moltitudine, della massa amorfa.  Basta descrivere la realtà adattando il modo di raccontare agli orizzonti mentali dei propri ascoltatori; usare lo stesso idioma che utilizzano i commensali al pub quando dopo un paio di boccali di birra condividono sentimenti di rabbia e di odio nei confronti dei presunti colpevoli delle proprie angosce. 

Solo difficoltà di comunicazione o invece furbizia dei nuovi leader senza scrupoli ? 

C'è una seconda parte della mia analisi, forse più significativa. Per quale motivo Trump e i suoi simili si trovano così numerosi a grati ascoltatori ?  Qui dobbiamo tornare alla prima domanda. Il voltare le spalle alle autorità politiche che definirei "ortodosse" o tradizionali, con tutti i loro difetti, è dovuto principalmente all'uso ormai abituale delle autorità statali a non mantenere le promesse.  I demagoghi hanno quindi un'ottima base per attribuire l'incapacità delle autorità di mantenere la parola data alla corruzione, all'ignoranza, alla viltà, o addirittura alle cattive e perfide intenzioni.  E' sempre più diffusa quindi la convinzione che la democrazia abbia fallito e tradito i suoi compiti. Che sia inefficiente e indolente. Che è debole e incapace di agire.  In parole povere: è da buttar via. Meglio rivolgersi ai demagoghi.

E cosa chiediamo a loro ?

Il ritorno a un certo passato, per quanto i nostri ricordi siano avvolti dalla nebbia, o artificialmente colorati. In concreto: vogliamo un capo potente in grado di imporre il governo della mano forte. Vogliamo un potere che si assuma la responsabilità per le conseguenze delle proprie azioni, togliendola dalle nostre spalle.
Bentornato quindi, grande capo, e tutto il passato sarà dimenticato o comunque perdonato (direbbe Nietzsche: abbasso tu, Apollo, con la tua disgraziata predilezione per l'armonia delle diversità; torna dal tuo esilio Dioniso a capo di una massa che avanza ballando a righe serrate). 


tratto da l'Espresso n.27 del 7 luglio 2016.