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04/02/09

Il Vangelo della Domenica scorsa - Lo spirito impuro.


Dal Vangelo secondo Marco (1, 21-28 )

In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, [a Cafàrnao,]insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.

Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!».

E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».

La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.


Mi sembra che oggi siano sempre più pochi quelli che prendono il Vangelo, cioè più esattamente che prendono le parole pronunciate da Gesù, 'alla lettera'. Illustrando questo famoso passo del Vangelo di Marco, per esempio ho sentito spesso argomentare con delicate disquisizioni l'Autorità di Gesù, il contenuto di questa autorità, e le sofisticate teorie teologiche che ne discendono.

Ma invece a me il passo che mi sembra più sconvolgente di questo passo del Vangelo è l'esistenza di un uomo che - si dice testualmente - era posseduto da uno spirito impuro.

Insomma, spesso sento cristiani che si 'dannano l'anima' sulla vecchia e irrisolta (e irrisolvibile) questione della esistenza del male. Però vedo che sempre di più si laicizza una visione del male - anche tra cristiani - che tende ad escludere la presenza del maligno, o del diavolo, dentro di noi. Della sua azione personale e diretta sul nostro agire, e anche sul nostro stesso essere. E quindi ad attribuire la presenza del male a non si sa bene cosa, al caso, alle circostanze o alla sfortuna.

Invece i Vangeli, quando riportano le parole di Gesù, parlano molto chiaro, in materia: non solo il diavolo esiste, non solo il diavolo è una (anzi molte) persone, non solo il diavolo tenta e possiede gli uomini ( quelli che presumibilmente gli aprono le porte), ma tenta anche Gesù stesso, come sappiamo.

E il diavolo - o lo spirito impuro, come viene chiamato in questo passo del Vangelo di Marco - sa talmente bene chi è Gesù, che lo riconosce subito. La cosa assai interessante è che il posseduto si rivolge al Maestro al plurale: "Che vuoi da noi ? Sei venuto a rovinarci ? "

So che questa versione appare oggi piuttosto politically in-correct, soprattutto se capita di affermarla in una situazione sociale, mondana: ma la visione del cristianesimo è molto, molto chiara rispetto alla esistenza del male in noi. Il male non dipende solo da noi. Noi abbiamo una grande responsabilità nel commettere il male, e nel lasciare le porte aperte al male, nel dover in ogni momento della nostra vita scegliere, e dire un sì o un no. Ma non è solo questo a determinare l'esistenza del male.

Il male è un'essenza di opposizione al disegno della creazione, che si incarna e si manifesta in 'spiriti impuri' e in 'presenze', in 'demoni', e non è uno qualsiasi a dirlo, ma è Gesù Cristo, il dio dei cristiani, numerose volte ed esplicitamente in tutti e quattro i Vangeli.

I cristiani dovrebbero sapere questo, e dovrebbero anche sapere che soltanto Lui - a quanto pare, e a quanto viene ribadito in questo passo evangelico - ha il potere di liberarci definitivamente e immediatamente da questa impura influenza che può pesare e pesa sulle nostre terrestri vite.