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25/03/14

Folgoranti citazioni dal Tao della Fisica di Fritjof Capra.






Per molti anni questo libro, Il Tao della fisica, di Fritjof Capra, mi ha girato intorno, come spesso accade con i libri, aspettando pazientemente il momento giusto per venirmi incontro, per aprirsi anche a me.  Per una serie di singolari circostanze il momento è arrivato.  E alla fine di questa lunga e intensa lettura, capisco perché questa attesa. 
Era adesso il momento - taoisticamente - giusto per comprendere la grandezza dello sforzo divulgativo di questo fisico americano che, folgorato molti anni fa, mentre era seduto su una spiaggia davanti all'Oceano - come racconta nella prefazione - dalla danza cosmica che avveniva intorno a lui e di cui lui stesso (come noi tutti) era partecipe, ha sentito il bisogno profondo di raccontare in termini comprensibili a tutti (anche a chi è lontano dalle conoscenze scientifiche, della fisica meccanica, quantistica o delle particelle), il grande mistero che collega le moderne o modernissime acquisizioni scientifiche, alle intuizioni profonde del misticismo orientale, maturate più di tre o quattromila anni fa. 

Con un taglio puramente scientifico, da addetto alla materia, Capra illustra le sconvolgenti scoperte della fisica moderna, quelle che riguardano l'universo infinitamente grande dopo la rivoluzione einsteniana e l'introduzione dei principi quantistici e la fisica delle particelle subatomiche, ancora più sorprendente, laddove si scopre che la materia che noi abbiamo sotto gli occhi (e anche dunque quella di cui siamo composti noi stessi), non è fatta di nessuna sostanza, ma di una incredibile struttura di connessioni  di campi, di forze interconnesse, energie e probabilità. 

Si esce dalla lettura del libro di Capra (scritto nel 1975, in anni che potevano favorire interpretazioni new age, ma divenuto invece un classico della divulgazione scientifica) con occhi diversi.  
Per guardare quella che noi chiamiamo realtà, noi stessi, la nostra coscienza. 
Una esperienza quasi iniziatica, che consiglio di compiere a chi è alla ricerca di qualcosa di ricco per la propria interiorità e anche per la propria mente. 
Qui di seguito riporto alcune folgoranti citazioni tratte dal testo. 

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Per avere un'idea delle dimensioni subatomiche bisogna pensare ad un atomo grande come la Cupola di San Pietro. 
In un atomo di quelle dimensioni il nucleo sarebbe grande quanto un grano di sale ! 

Un grano di sale nel centro della Cupola di San Pietro e granelli di polvere che gli turbinano attorno nell'enorme vastità della cupola: in questo modo possiamo raffigurarci il nucleo e gli elettroni di un atomo.

Dobbiamo quindi abituarci all'idea - del tutto controintuitiva - che tutto ciò che per noi è visibile ed è materia è composto essenzialmente, in larghissima maggioranza, di vuoto.



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Secondo la teoria della relatività - confermata da innumerevoli prove strumentali - lo spazio non è tridimensionale e il tempo non è una entità separata. 
Essi sono strettamente connessi e formano un continuo quadridimensionale, lo "spazio-tempo".
Non esiste cioè un flusso universale del tempo come nel modello newtoniano. Tutte le misure in cui entrano lo spazio e il tempo perdono quindi il loro significato assoluto.
Lo spazio e il tempo diventano soltanto elementi del linguaggio che un particolare osservatore usa per descrivere i fenomeni dal proprio punto di vista.

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La spontaneità è il principio di attività del Tao, e poiché la condotta umana dovrebbe essere modellata sull'operare del Tao, la spontaneità dovrebbe caratterizzare anche tutte le azioni umane. Per i Taoisti, dunque, agire in armonia con la natura significa agire spontaneamente e secondo la propria natura. Significa avere fiducia nella propria intelligenza intuitiva, che è innata nella mente umana, così come le leggi del mutamento sono innate in tutte le cose che ci circondano.

Poiché la nostra rappresentazione della realtà è molto più facile da afferrare che non la realtà stessa, noi tendiamo a confondere le due cose e a prendere i nostri concetti e i nostri simboli come se fossero la realtà.

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La famosa frase di Cartesio 'cogito ergo sum' ha portato l'uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'intero organismo. Come conseguenza della separazione cartesiana, l'uomo moderno è consapevole di se stesso, nella maggior parte dei casi, come un io isolato che vive "all'interno" del proprio corpo.
La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito superfluo di controllarlo; ciò ha provocato la comparsa di un conflitto tra volontà cosciente e istinti involontari.
Ogni individuo è stato ulteriormente suddiviso in base alla sua attività, capacità, sentimenti, opinioni, ecc... in un gran numero di compartimenti separati, impegnati in conflitti inestinguibili, che generano una continua confusione metafisica e altrettanta frustrazione.

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Nella fisica moderna il vuoto è ben lungi dall'essere vuoto. Al contrario, esso contiene un numero illimitato di particelle che vengono generate e scompaiono in un processo senza fine.

Il "vuoto fisico" non è uno stato di semplice "non-essere", ma contiene la potenzialità di tutte le forme del mondo delle particelle.


Fritjof Capra