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27/12/12

Don Corsi, il prete di Lerici, il "femminicidio" e gli omosessuali.




Credo che la vicenda dell'incontinente parroco Don Corsi e del volantino affisso sulla sua chiesa a Lerici che ha scatenato un pandemonio, sia una delle più tristi degli ultimi anni. 

Ancor più grave del volantino è stata secondo me l'orrenda telefonata carpita da un giornalista, con l'incredibile domanda stizzita di Don Corsi, rivolta al suo intervistatore: "ma perché, anche lei è frocio ?" 

Questo argomento, come si può constatare semplicemente leggendo i commenti in rete sui vari siti o socials,  dimostra che ciascuno in vicende come queste è indotto a tirare fuori il peggio di sé. 

Siamo un paese veramente tristissimo, ancora alle prese con un maschilismo e un bigottismo vecchissimo (forse da questo punto di vista siamo davvero il paese più arretrato tra quelli occidentali) nel quale c'entrano anche certi comportamenti sciagurati e folli come questo di Don Corsi, delle sue affermazioni e dei media che, sguazzandoci, hanno fatto il resto. 

Dire che una donna rischia di essere violentata o uccisa se si scopre, è roba da paese del terzo mondo fondamentalista - e fra l'altro il termine femminicidio è un orrore nell'orrore - ed è una offesa per le donne e per gli uomini (sani). 

Dire e concludere poi che un uomo che non si sente infoiato da un manifesto provocatorio è "un frocio", vuol dire offendere tutti gli uomini (sani, non le bestie che si infoiano anche per un numero pecoreccio di alvaro vitali), vuol dire offendere nuovamente le donne e vuol dire offendere molto pesantemente anche gli omosessuali. 

Il fatto poi che queste tre offese arrivino da un prete, da un sacerdote che dovrebbe amministrare e propalare misericordia umana - e non anatemi - è ancora più tragicamente triste.

Fabrizio Falconi