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15/05/12

'Ama il prossimo tuo' di Enzo Bianchi e Massimo Cacciari - recensione.





Nella serie che le edizioni Il Mulino dedicano alla rilettura dei Comandamenti, spicca il volume realizzato a 4 mani da Enzo Bianchi e Massimo Cacciari, dedicato a quello che viene definito, in Teologia, l'undicesimo comandamento, ovvero la novità dirompente introdotta dalla predicazione di Gesù di Nazaret rispetto al Decalogo ebraico con il precetto Ama il prossimo tuo. 

Si tratta in realtà di un volume molto prezioso:  Enzo Bianchi nella prima parte - Farai prossimo con amore - si sofferma al lungo proprio sul significato profondamente umano del precetto evangelico, fino nelle sue conseguenze più paradossali e apparentemente contrarie all'istinto (amare fino ad amare anche il nemico), con un interessante rovesciamento del concetto stesso di 'prossimo' che deriva da una attenta lettura della parabola del Buon Samaritano.

La domanda corretta - spiega Bianchi - sarebbe non 'chi è il mio prossimo?' che pure sembra derivare direttamente dalla nostra esperienza umana, ed è anch'essa necessaria, ma 'di chi io sono prossimo?' . E' questa infatti la domanda che infatti Gesù rivolge al termine della parabola ai suoi discepoli: Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti? (Lc10,36).  

Questa domanda, scrive Bianchi, sollecita ancora oggi tutti noi. Ci spinge a muoverci, ad avere fiducia nell'altro,  ad assumersi responsabilità dell'altro, a prendersi cura dell'altro, a donare all'altro la propria presenza: sono i quattro pilastri che determinano l'osservanza dell' "undicesimo" comandamento.

Cacciari, nella seconda parte -  Drammatica della prossimità - descrive invece il complesso pathos dell'incontro, del vero incontro relazionale tra uomini e persone, nel quale si svolge nel teatro della com-passione, della passione condivisa, l'avvicinamento concreto e reale con il prossimo, attraverso la consapevolezza profonda che l'essere per sé astrattamente autonomo e che invece ciascuno di noi vive ed esiste in quanto racchiude  un essere-molti, un farsi-altro da se stessi.

Una lettura appassionante che va alle radici di quel senso di comunità umana che oggi appare smarrito e dal quale invece - sempre più urgentemente - sembra essere necessario ripartire.

Fabrizio Falconi