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19/04/24

"L'età grande" di Gabriella Caramore - Recensione


E' un bellissimo libro e merita il successo che ha avuto finora, quello di Gabriella Caramore, "L'età grande", uscito per Garzanti.
E' importante per il tema affrontato, certamente, quello della vecchiaia, un tema che oggi veleggia tra la rimozione generalizzata e la banalizzazione merceologica/consumistica.
La vecchiaia nell'era del libero liberismo e dell'irresponsabilità inconsapevole ha perso i contenuti di autorevolezza e rispetto per i quali era da secoli riconosciuta e considerata.
Eppure è un tempo a cui bisognerebbe tornare a dare struttura oltre che dignità. E' quello che fa Gabriella Caramore in questo libro molto lucido, che evita i toni consolatori, che chiama le cose per il loro nome e affronta di petto la durezza di trovarsi ad affrontare il "tempo penultimo" della vita, quello nel quale il corpo e la mente, solitamente, cominciano a cedere il passo, e l'orizzonte degli eventi e degli interessi si restringe progressivamente.
E' però un tempo di vere opportunità, sostiene Caramore, se si ha la fortuna di arrivarci (purtroppo molti se ne vanno prematuramente) e di arrivarci in condizioni buone o accettabili, di salute.
Caramore incoraggia a tenere gli occhi e le orecchie aperte, anche e soprattutto in questo tempo. Anche se il traguardo appare già scritto e l'autrice è profondamente convinta, come molti, che la morte sia la reale fine di ogni tutto e quindi anche di quello che si è fatto e che si lascia, che può sopravvivere - labilmente e per poco - come la traccia del volo di una foglia quando si distacca dal ramo.
Ciò nonostante, Caramore insiste che questo tempo - e il modo in cui lo si può "spendere" - è molto importante o può esserlo.
E numerose considerazioni di uomini e donne illustri confortano questa convinzione, oltre al volo dello spirito che si è incarnato o ha preteso di farlo, nella storia mortale umana, come sa bene Caramore, per decenni conduttrice di un magnifico programma radiofonico su RadioTre, "Uomini e profeti".
Le parti più preziose del libro sono forse quelle in cui le considerazioni "oggettive" e le analisi sempre equilibrate sulle implicazioni del vivere "da vecchi", cedono il passo a ricordi personali dell'autrice, memorie, impressioni rimaste come impronte, frammenti poetici offerti dal presente, come le passeggiate solitarie che la Caramore si concede in luoghi di pace miracolosa, come la Basilica di San Giovanni a Porta Latina, a Roma, uno spazio di "paradiso" in terra, nel bel mezzo del caos infernale di una metropoli.

Una lettura che fa bene, non solo al cuore. 

07/02/20

L'interesse e l'intelligenza dei vecchi

Clint Eastwood, che oggi ha 89 anni

I vecchi (termine bellissimo che oggi è vietato pronunciare perché bisogna dire anziani) spesso sviluppano una vita psichica assai intensa, nell'approssimarsi della morte.

È come se molti di loro volessero recuperare il tempo perduto, sviluppando interessi a cui magari hanno sempre dovuto rinunciare.

Il fatto è che le loro vite oggi sono più difficili, essendosi disintegrata la rete familiare: spesso vivono isolati, fuori da consessi pubblici, nascosti, abbandonati dai congiunti, narcotizzati dagli psicofarmaci.

Ed è un peccato, perché hanno o avrebbero lezioni da darci. Più si va avanti più ci si convince che il disinteresse è la vera peste moderna: l'incapacità di tanti adulti di interessarsi davvero di qualunque cosa - di cose che non conoscono, delle grandi questioni, delle relazioni umane (il disinteresse nelle relazioni, l'incapacità vera di corrispondere) - avrebbe molto molto da imparare da molti di questi vecchi, che sanno ancora stupirsi, che sanno ancora fare un gesto gratuito, che sanno manifestare gratitudine e... interesse.

Fabrizio Falconi
- febbraio 2020 

15/05/14

'La giovinezza è sopravvalutata' - Tilda Swinton.






In una recente intervista ad Alessandra Venezia (per IoDonna/Corriere della Sera), Tilda Swinton, che è una grande attrice e una donna molto intelligente, ha espresso un pensiero molto interessante:

'La giovinezza è sopravvalutata. La vita diventa molto più interessante col passare degli anni e arrivare a 97 anni, come mia nonna - che è ancora la mia stella polare - a me piacerebbe. Chi disse che la gioventù nei giovani è sprecata aveva ragione. Sì, d'accordo, l'energia dei giovani.. ma tutto il resto è un disastro. Le cose migliorano e continuano a migliorare col passare del tempo. Almeno per me.' 

Mi sembra una considerazione profonda e coraggiosa in un'epoca che ha deificato la giovinezza - e la bellezza esteriore ad essa legata - al punto tale che si pretende di imporre - nei linguaggi della pubblicità, dei media.. - il modello di una età eternamente giovane, quasi come se la vecchiaia (parola scomparsa dal vocabolario) non esistesse più.

Invece, avverte la Swinton - che incarna sullo schermo spesso personaggi fuori dal tempo e dal genere - la gioventù è un'età immatura.   In particolare, oggi. 

E' il (nostro) tempo mortale a definire il passaggio ad una vita più piena, più autentica e quindi più gustosa. 

Oggi ne abbiamo tutti i mezzi. 

Ripeness is all,  scriveva Shakespeare.  La maturità è tutto. 

L'energia giovanile, la forza, la ribellione, l'istinto, la bellezza, l'esibizione, la sfrontatezza, sono ben poca cosa se non si è capaci di capire che ogni conquista di sé - e del Sé - passa attraverso la relazione con l'altro.

Con tutto ciò che - in termini di godimento e sofferenza, di consapevolezza e prova - esso comporta. 

Ma soltanto quando si cresce le cose continuano a migliorare col passare del tempo. 


Fabrizio Falconi