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12/08/20

Libro del Giorno: "Tra la Via Emilia e l'enigma" di Federico Mussano




E' appena uscito il nuovo libro di uno dei migliori studiosi di enigmistica italiana, Federico Mussano. Si intitola Tra la Via Emilia e l'enigma e segue di due anni il precedente Roma enigmistica, sempre per lo stesso editore MMC (www.mmcedizioni.it), e reperibile su Amazon, IBS, Feltrinelli, ecc.  … 

In un viaggio virtuale che ripercorre la Via Emilia partendo da Piacenza per arrivare fino a Rimini, incontriamo una serie di personaggi attivi nell'ambito dell'enigmistica che appartengono ad antiche importanti casate ma anche personaggi rilevanti del mondo letterario e della storia dell'arte. Una vera e propria immersione in un settore molto particolare lungo ben 46 comuni dell'Emilia Romagna.

Federico Mussano è enigmista dal 1976. La sua attività iniziale è rivolta ai giochi in versi, dal 1998 collabora con rebus alla “Settimana Enigmistica”, a “The Enigma” e al “Leonardo” di cui è anche redattore. Ha scritto in passato per “Focus”, “Focus Storia” e “Charta”. Attualmente collabora al “Carabiniere” e a “Penombra”, e cura la rubrica di storia dell’enigmistica di “Leggere:tutti”. Tra i temi affrontati: i rebus di Giovanni Pascoli e l’enigmistica europea negli ultimi secoli. Ha scritto il saggio Rebus d’oltreconfine per il catalogo della mostra Ah, che rebus! (Istituto Nazionale della Grafica, 2010-2011) e ha pubblicato Scientia in rebus est nel 2013. È inoltre socio fondatore dell’associazione culturale “Biblioteca Enigmistica Italiana – Giuseppe Panini” e collabora con la “Rivista Italiana di Onomastica”.

24/11/18

Ecco la "Roma Enigmistica" di Federico Mussano.



Segnalo oggi l'uscita - per gli appassionati di Roma e non solo - di un libro curioso, che si fa leggere tutto d'un fiato e appassiona e diverte.  L'ha scritto uno dei più brillanti enigmisti italiani, Federico Mussano e si intitola semplicemente: Roma Enigmistica. 

Come giocavano con le parole gli antichi Romani, i figli del popolo e gli uomini eruditi come Cicerone?

Ai tempi del papa re che cosa si dicevano le statue parlanti Pasquino e Marforio?

Questo libro ce lo svela attraverso un lungo viaggio per Roma a livello temporale che parte dalle monete di Giulio Cesare e la ricorrente iscrizione latina del quadrato del Sator, per passare lungo gli stemmi-rebus di casate illustri del Medioevo e del Rinascimento, lungo le sciarade di Pio IX al tempo della breccia di Porta Pia fino a giungere ad anagrammi e acrostici citati da Paolo VI e, più recentemente, da papa Francesco.
Ma è anche un lungo viaggio a livello spaziale che ci porta all'aperto lungo le strade della città eterna quanto nel suo sottosuolo, calandoci nei sotterranei di una basilica e di un antico oratorio, e respirando arte a pieni polmoni quale quella di Bramante, Michelangelo e Piranesi. 
Una carrellata plurisecolare nel mondo dell’enigmistica, tra acrostici, sciarade, bisensi, cambi d’iniziale, anagrammi, palindromi, vignette e rebus. 

07/12/16

Gianfranco Giustizieri nel suo nuovo libro indaga su D'Annunzio e quattro nobili città (L'Aquila, Penne, Orsogna e Leonessa).




è appena uscito in libreria il nuovo libro di Gianfranco Giustizieri che indaga nella storia del Novecento Italiano, con la recensione che ad esso ha dedicato Federico Mussano. 

Quattro località, un motto


di Federico Mussano
Non poteva esserci cornice migliore del 1° Raduno del Battaglione Alpini L’Aquila e dell’Auditorium del Parco nel capoluogo abruzzese per presentare l’ultima fatica editoriale di Gianfranco Giustizieri, cultore della vita e della cultura di tale regione, e pensiamo che – mai come questa volta – lo studioso si sia distaccato dal suo Abruzzo… non certo distaccato in termini affettivi (e come poteva essere? il motto dannunziano “d’Aquila penne, ugne di leonessa” non richiama forse le quattro località L’AquilaPenneOrsogna e Leonessa, adesso laziale ma un tempo abruzzese?) ma distaccato in termini di trasferte a Roma per svolgere una ricerca rigorosa, uno studio di fervore filologico e storico che doveva necessariamente condurre Giustizieri presso l’Archivio dell’Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell’Esercito.
L’attenzione dell’editore Carabba per i motti dannunziani si era già manifestata in altre occasioni, valga per tutte la citazione del saggio di Paola Sorge pubblicato nel 2010 con il titolo Motti Dannunziani in cui – lo ricorda Giustizieri – la studiosa romana sottolineava come ognuno di tali motti rispondesse a una funzione ben precisa e se alcuni esulavano completamente dalle tematiche dell’eroismo e dell’ardimento (è noto come il Vate fosse anche creatore di motti pubblicitari) altri nel solco patriottico erano pienamente calati.
Sfogliamo il libro per immagini e facciamolo per due motivi: per la suggestione della foto di copertina – stella alpina sì, ma stella alpina dell’Appennino – e per evitare di svelare al lettore il mistero del motto che tra «Storia, Poesia, Leggenda in terra d’Abruzzo e anche oltre», come recita il sottotitolo, conduce a svolgere una «indagine poliziesca alla Sherlock Holmes» per citare il presidente Capezzali della Deputazione di Storia Patria negli Abruzzi. Tra le immagini troviamo la copertina di Merope e vediamo d’Annunzio in divisa da aviatore, ma le imprese dell’aria non c’entrano con la localizzazione storica del motto: vediamo però anche uno scenario di mare, la foto di un cacciatorpediniere e notiamo come il capitolo a pagina successiva si intitoli “Il verso rivelatore”…



29/07/16

Il Logogrifo di Athanasius Kircher - Un articolo di Federico Mussano.




Athanasius Kircher interpretò l’enciclopedismo seicentesco in modo eclettico: fu uno dei maggiori personaggi del tempo emanando un fascino che viene rilevato anche oggigiorno, prova ne sono gli scritti che continuano a essergli dedicati

Qualche anno fa uscì “Vita del Reverendo Padre Athanasius Kircher – autobiografia” a cura di Flavia De Luca (La Lepre Edizioni) che ricorda come, alla base dell’incontro con l’erudito gesuita, ci sia stata la sua frequentazione del Liceo Classico Visconti, ospitato nel Collegio Romano in cui Kircher visse dal suo arrivo a Roma fino alla morte.

Recentemente Fabrizio Falconi ha pubblicato I fantasmi di Roma” (Newton Compton) con un capitolo dedicato al Kircher e alla vicenda del corpo sparito.  

Altrettanto sparito sembra il ricordo, anche da parte degli appassionati di giochi di parole in prospettiva storica, di alcune sfaccettature dei suoi interessi enigmistici (coordinati al più generale interesse del gesuita per il linguaggio e gli alfabeti ermetici ed esoterici): un’azione di recupero di questa memoria è cominciata a gennaio per opera del Leonardo (il trimestrale dell’Associazione Rebussistica Italiana) che ha mostrato un logogrifo musicale (da denominare rebus a tutti gli effetti, secondo l’odierna terminologia) composto da Kircher con il titolo diLogogriphus musicus in forma Canonis hypertriti, contrario motu” e con la soluzione “FAma LAteRE nequit MIcat VT SOL inclyta virtus”. 

Questo gioco non è incluso nelle tre opere da sempre considerate il riferimento degli studi sul Kircher legato agli enigmi e alle scritture crittografiche (Oedipus Aegyptiacus, Artificium cryptographicum, Polygraphia), è invece nella Musurgia universalis in cui notiamo anche un curioso utilizzo degli scarti iniziali progressivi per spiegare il fenomeno acustico dell’eco! 

Passiamo da un religioso all’altro, dal gesuita Kircher al carmelitano Zanetti, vice priore della Chiesa dei Carmini a Venezia e amico di Goldoni. Lo abbiamo già incontrato su queste pagine a marzo, nella panoramica sul logogrifo de La casa nova decifrato nel 1893 (qualche anno dopo il tentativo di farlo risolvere da dodicimila lettori, tanti ne contava Il Pungolo della Domenica) dal giornalista Valeri con la soluzione “Marmontel / Roma; mar, monte; arom; L” poi rivista in “Virginio Zanetti / Viterbo; bagni; olii; T” da Giorgio Padoan. 

Al di là delle altre ipotesi presentate a marzo, si possono rivisitare alcune supposizioni di Padoan (la errata lettura della L e l’identificazione in Zanetti del destinatario) ritenendo di posizionare la lettera che «tu aggiugni a quel che avanza» accanto alla base del logogrifo così da ricavare “fra Virginio Zanetti; S / Avignone; ferragosto; fragranze”.

Continua così l’attenzione verso il Goldoni enigmista: non solo solutore (suo un sonetto del 1761 che, come scrisse A.G.Spinelli, «spiega un indovinello dato dalla Gazzetta di Venezia») ma anche autore di anagrammi del proprio nome (rettifichiamo quello che a marzo avevamo definito anagrammoide: in realtà La bella verità mostra un anagramma, Loran Glodoci, così come con Aldinoro Clog e Calindo Grolo si entra in un mondo anagrammatico che coinvolge anche Francesco Grisellini e Domenico Lalli) e di enigmi (Il medico olandese mostra l’indovinello doppio sulla speranza e il timore).



Federico Mussano 
tratto da Leggere Tutti, n.105 luglio-agosto 2015