Visualizzazione post con etichetta francesco rosi. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta francesco rosi. Mostra tutti i post

03/03/14

L'inutile ondata di piena nazionalista per l'Oscar a "La Grande Bellezza."




Lo confesso, sono un antitaliano e un disfattista: non sono tra coloro che esultano per la vittoria dell'Oscar. 

La Grande Bellezza, ne ho scritto già altrove, è un film interessante, tecnicamente superbo (Sorrentino è uno dei migliori registi in circolazione oggi), ma del tutto irrisolto, cioè non riuscito. 

Non riuscito perché - a differenza del modello a cui largamente ed esplicitamente si ispira (il mondo creativo Felliniano) - non riesce mai a tramutare il grottesco, l'orrido o l'inutile in vita vera o in poesia.  Tutti i personaggi restano macchiette, tutto resta solo un arido esercizio di compiacimento estetico. 

L'ondata di entusiasmo nazionalistico a cui si assiste in queste ore poi, è piuttosto imbarazzante. 

L'Oscar al film era dato per scontato e i bookmakers l'avevano ampiamente previsto: La Grande Bellezza contiene infatti tutti gli ingredienti che notoriamente conquistano i cuori americani quando pensano all'Italia: grottesco unito alla bellezza delle antichità.. Roma insomma. E forse è stato concepito così anche per questo.  
L'impresa quindi ha funzionato

E va compresa anche questa ondata di piena, considerando il fatto che sono rimasti pochissimi - quasi inesistenti - i motivi per cui sentirsi orgogliosi di questo Paese.

Ma sentire in queste ore sciorinare attestati retorici sulla grande rinascita del Cinema italiano e della Cultura italiana (tutte e due con la C maiuscola), fa sorridere. 

Probabilmente è vero che il talento creativo italiano - per fortuna - non si è disperso del tutto, e sopravvive miracolosamente - più che altro in forme sommerse e misconosciute dal grande pubblico. 

Ma questo premio americano - generoso per i motivi suddetti - non ci dovrebbe far dimenticare il paragone con il passato (seppure in questo paese si sia persa la capacità di ricordare).
Questo, tanto per fare un esempio, è un elenco dei film che hanno vinto il David di Donatello in Italia nel decennio 1970-1979 (tanto per capire la situazione dell'oggi): 

1970: Indagine su un cittadino al di sopra di ogni sospetto di Elio Petri.
1971: Il conformista, regia di Bernardo Bertolucci ex aequo Il giardino dei Finzi-Contini, regia di Vittorio De Sica
1972: La classe operaia va in paradiso, regia di Elio Petri
1973: Alfredo Alfredo, regia di Pietro Germi ex aequo Ludwig, regia di Luchino Visconti
1974: Amarcord, regia di Federico Fellini ex aequo Pane e cioccolata, regia di Franco Brusati
1975: Fatti di gente perbene, regia di Mauro Bolognini ex aequo Gruppo di famiglia in un interno, regia di Luchino Visconti
1976: Cadaveri eccellenti, regia di Francesco Rosi
1977: Il deserto dei Tartari, regia di Valerio Zurlini
1978: In nome del Papa Re, regia di Luigi Magni
1979: Cristo si è fermato a Eboli, regia di Francesco Rosi ex aequo L'albero degli zoccoli, regia di Ermanno Olmi.

Fabrizio Falconi