Visualizzazione post con etichetta galleria borghese. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta galleria borghese. Mostra tutti i post

30/01/21

Dopo 3 lunghi mesi riapre finalmente da lunedì 1 febbraio la splendida Galleria Borghese!


La Galleria Borghese riapre al pubblico da lunedi' 1 febbraio e lo farà con Ci siete mancati, una rassegna di due settimane di eventi speciali.

Tutte le mattine alle ore 12 la direttrice Francesca Cappelletti, in alternanza con uno storico dell'arte o un restauratore del Museo, racconta brevemente il dipinto Danza campestre di Guido Reni, appena acquisito, le sue vicende e la riscoperta sino al ritorno nella collezione del cardinale Scipione Borghese.

L'appuntamento quotidiano è nella Loggia del Lanfranco dove il quadro è temporaneamente allestito prima della sua collocazione definitiva che avverrà nei prossimi giorni per contestualizzare l'opera accostandola a quelle di artisti bolognesi, da Annibale Carracci a Domenichino, fondamentali per comprendere la fase di sperimentazione sul paesaggio come genere pittorico nei primi anni del Seicento. 

Inoltre, tutti i pomeriggi alle ore 16 sono previste delle mini visite tematiche a sorpresa nelle sale del museo, tutte riaperte, realizzate dai funzionari della Galleria, in attesa di riprendere al piu' presto l'attività didattica. 

Danza Campestre, attribuito a Guido Reni



26/10/20

Il "Bacchino Malato" del Caravaggio alla Galleria Borghese di Roma, un capolavoro e la sua storia

 



Come è noto la Galleria Borghese di Roma ospita il maggior numero di opere di Caravaggio nel mondo: ben 6. 

Il cosiddetto "Bacchino Malato" è un autoritratto del grande pittore ed è anche il primo quadro che conosciamo di lui e il primo che dipinse a Roma, dove arrivò "senza recapito e senza provvedimento", anche se studi più recenti dicono che si appoggiò a conoscenti della famiglia della madre. 

E' un quadro piccolo, di quelli fatti per vendere.

Caravaggio ebbe una vita turbolenta, con risse e ferimenti: il nome "Bacchino Malato" fu dato da Roberto Longhi (grande storico e critico d'arte, 1890-1970), e le labbra violacee, il colorito grigiastro, l'aria emaciata, fanno pensare che l'autore si sia ritratto, convalescente, dopo uno di questi episodi.

Fonte: "Entrate nei musei, vi farà sempre bene!" - Intervista a Francesca Cappelletti, nuovo direttore della Galleria Borghese di Roma, di Ambra Radaelli, D- Repubbblica, 17 ottobre 2020, p. 75


09/12/16

Una grande mostra alla Galleria Borghese, "L'origine della Natura Morta. Caravaggio e il Maestro di Hartford" fino al 19 febbraio, con aperture straordinarie.

il Cesto di Frutta di Caravaggio alla Galleria Borghese di Roma

A seguito della grande richiesta di prenotazioni per visitare la mostra "L'origine della Natura Morta. Caravaggio e il Maestro di Hartford", il Museo Galleria Borghese effettuerà delle aperture straordinarie.
A partire da venerdì 16 dicembre infatti, e per tutta la durata della mostra che si concluderà domenica 19 febbraio, il Museo rimarrà aperto sia il venerdì che il sabato fino alle ore 22, con ultimo accesso alle ore 20.30.

La Galleria Borghese di Roma presenta la mostra “L’origine della natura morta in Italia. Caravaggio e il Maestro di Hartford” con cui, proseguendo l’opera di valorizzazione del proprio patrimonio artistico, si analizzano le origini della natura morta italiana nel contesto romano della fine del XVI secolo, seguendo i successivi sviluppi della pittura caravaggesca nei primi tre decenni del '600.

La mostra è curata da Anna Coliva, storica dell’arte e direttrice della Galleria Borghese e da Davide Dotti, storico e critico d’arte che si occupa di barocco italiano e in particolare dei temi del vedutismo e della natura morta.

Da alcuni anni la Galleria Borghese porta avanti un programma di mostre, varie per argomento e approccio ma tutte orientate sulla sua natura, sulla sua perfetta e intensa storicità di edificio e di collezione. In ogni mostra la Galleria non è la location ma la protagonista indispensabile allo svolgimento del tema delle mostre stesse.

Quella che si inaugura oggi è l’occasione, prettamente storiografica e filologica, per inserirsi nei percorsi della Galleria narrando il tema dell’origine del genere pittorico che solo molto più tardi verrà chiamato “natura morta”. La critica d’arte seicentesca infatti denominava tali quadri come “oggetti di ferma”, con l’esatto moderno significato di “modelli immobili”, al pari della locuzione anglosassone still life.

La mostra vuole fare il punto sull’avanzamento degli studi critici ed esamina, con i contributi degli specialisti nei saggi in catalogo, questioni filologiche molto complesse che riguardano provenienze, autografie, appartenenze a gruppi stilistici di artisti di cui purtroppo non conosciamo l’identità anagrafi-ca a causa del silenzio delle fonti documentarie, ma che sono ben noti dal punto di vista dello stile, tanto da essere raggruppati dalla critica sotto name-pieces molto suggestivi: innanzi tutto il Maestro di Hartford, che è il soggetto principale poiché la sua produzione di still life si lega strettamente ad alcuni lavori di Caravaggio, tra cui l’Autoritratto come Bacco (Bacchino malato), il Ragazzo con cesta di frutta, il Suonatore di liuto e la Cena in Emmaus Mattei.

Per molto tempo inoltre, Federico Zeri ha ritenuto di identificare il Maestro di Hartford con Caravaggio giovane. Per attestare come la lezione del Maestro di Hartford e del primo Caravaggio fu raccolta dai pittori attivi a Roma nei primi due decenni del '600, sono esposte le opere del Maestro del vasetto, del Maestro delle mele rosa, di Pensionante del Saraceni, e di altri specialisti di primissimo piano.
Natura Morta del Maestro di Hatford

22/06/12

La Madonna dei Palafrenieri di Caravaggio - una esegesi.



La Madonna dei Palafrenieri esposta nella collezione permanente della Galleria Borghese a Roma, fu dipinta da Michelangelo Merisi, il Caravaggio, alla fine del suo lungo periodo romano durato undici anni, dal 1595 al 1606, e più precisamente tra il 1605 al 1606

Ricapitolo ciò che stava succedendo in quei 12 mesi nella turbolenta vita del più geniale pittore della sua epoca, e forse di tutti i tempi. 

Alla fine del 1605 Caravaggio era stato costretto a fuggire a Genova per circa tre settimane, dopo aver ferito gravemente a Roma un notaio, Pasqualone d'Accumulo, a causa di una donna: Lena, l'amante di Caravaggio. 

L'intervento dei protettori dell'artista riuscì ad insabbiare l'accaduto anche se, al ritorno a Roma, il pittore venne querelato da Prudenzia Bruni, sua padrona di casa, per non aver pagato l'affitto; per ripicca, Merisi prese nottetempo a sassate la sua finestra.

Il fatto più grave però si svolse a Campo Marzio, la sera del 28 maggio 1606: l'artista si macchiò  dell'omicidio di Ranuccio Tommasoni da Terni. 

A causa di una discussione causata da un fallo nel gioco della pallacorda, il pittore venne ferito e, a sua volta,ferì mortalmente il rivale, con il quale aveva avuto già delle discussioni in precedenza spesso sfociate in risse. Anche questa volta c'era di mezzo una donna, Fillide Melandroni, le cui grazie erano contese da entrambi. 

Probabilmente dietro l'assassinio di Ranuccio c'erano anche questioni economiche, forse qualche debito di gioco non pagato dal pittore, o addirittura politiche: la famiglia Tommasoni infatti era notoriamente filo-spagnola, mentre Michelangelo Merisi era un protetto dell'ambasciatore di Francia.

Il verdetto del processo per il delitto di Campo Marzio, fu severissimo: Caravaggio venne condannato alla decapitazione, che poteva esser eseguita da chiunque lo avesse riconosciuto per la strada. 

In seguito alla condanna, nei dipinti dell'artista lombardo cominciarono ossessivamente a comparire personaggi giustiziati con la testa mozzata, dove il suo macabro autoritratto prendeva spesso il posto del condannato. 

La permanenza nella città eterna non era più possibile: ad aiutare Caravaggio a fuggire da Roma fu il principe Filippo Colonna, che gli offrì asilo all'interno di uno dei suoi feudi laziali di Palestrina e Zagarolo. 

Il nobile romano mise in atto una serie di depistaggi, grazie anche agli altri componenti della sua famiglia che testimoniarono la presenza del pittore in altre città italiane, facendo così perdere le tracce del famoso artista.  

Bene, in questo periodo di così stretta vicinanza con il male e con la Morte, Caravaggio dipinge questa Madonna dei Palafrenieri, commissionata dalla Confraternita dei Palafrenieri, la cui Chiesa si trovava e si trova, all'interno delle Mura Vaticane, Sant'Anna dei Palafrenieri. Caravaggio realizza un altro capolavoro, come gli altri avanti di qualche secolo ai gusti dei suoi committenti, che si scandalizzano per la nudità del bambino - ritenuto troppo grande per essere mostrato nudo - rifiutano il dipinto. 

Lo acquista il lungimirante Cardinale Scipione Borghese per 100 scudi, e la mette in bella mostra nella sua splendida Galleria Borghese, dove è ammirabile per fortuna anche oggi. 

Qual è il mistero di questo quadro ? Qual è il senso spirituale che trasmette ? Questa tela raffigura come e forse meglio di un trattato di teologia, il problema del Male nella nostra vita. La scena è immersa in un buio pressoché totale (la nostra esistenza qui, ora ?), squarciato solo da una botola di luce in alto (una possibilità di salvezza ? che è in alto ?).