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18/12/19

Si svela un mistero durato secoli: Trovata nella Torre di Pisa la "firma" del suo autore.



Un'incisione non decifrata su una matrice in pietra per la fusione di una lastra di bronzo, ritrovata per caso nel 1838 e finora mai rivelata nel contenuto, nasconderebbe la 'firma' di colui che sarebbe l'autore della Torre Pendente di Pisa, ossia lo scultore e bronzista medievale Bonanno Pisano. 

Lo rivela uno studio di Giulia Ammannati, ricercatrice di paleografia alla Scuola Normale di Pisa, che pubblica uno studio nel libro 'Menia Mira Vides. Il Duomo di Pisa: le epigrafi, il programma, la facciata' (ed. Istituti Editoriali e Poligrafici Internazionali). 

Secondo quanto riporta il quotidiano La Nazione, Giulia Ammannati ricostruisce il testo di quell'epigrafe, che fu redatto dall'autore in forma poetica in latino: "Mi'rificu'm qui ce'rtus opu's conde'ns statui u'num, Pi'sanu's civi's Bona'nnus no'mine di'cor, ('Io che sicuro ho innalzato, fondandola, un'opera mirabile sopra ogni altra, sono il cittadino pisano chiamato Bonanno'). 

Bonanno Pisano, in base alla ricostruzione di questa iscrizione adesso 'decrittata', sarebbe dunque il progettista della Torre in base al nuovo indizio, anche se l'attribuzione dovra' corroborarsi di ulteriori ricerche storiche, visto che di Bonanno non e' definito il periodo di vita, mentre l'inizio dei lavori della torre risale al XII secolo

La ricerca della studiosa pisana, tuttavia, conferma la tesi di Giorgio Vasari che ne 'Le vite' attribuiva proprio a Bonanno la fondazione del campanile divenuto il piu' famoso al mondo. 



25/07/16

Grazie a misteriosi benefattori giapponesi torna a splendere il meraviglioso Ninfeo di Villa Giulia.



Un gruppo di misteriosi benefattori venuti dall'Oriente. Una delle piu' raffinate e preziose ville del '500. E il primo teatro d'acque di Roma, oggi tornato ai tempi in cui qui venivano Vasari, Michelangelo e piu' alti intellettuali dell'epoca

 E' il piccolo miracolo che si e' compiuto, celato e senza clamori, a Villa Giulia, massimo esempio di villa rinascimentale voluto da Papa Giulio III alla cui realizzazione tra il 1550 e il 1555 parteciparono tutti i piu' grandi artisti, oggi sede del Museo Nazionale Etrusco

Da qualche settimana la villa sorprende i visitatori con un Ninfeo, cuore dei suoi splendidi giardini con la fontana ideata e scolpita dal Vasari e dall'Ammannati, le cariatidi a sorreggere la balconata in marmo travertino e il mosaico dedicato a Tritone, tornato allo splendore di 500 anni fa

"Tutto e' iniziato nel 2014", racconta all'ANSA Alfonsina Russo, Soprintendente per l'archeologia, beni architettonici e paesaggio dell'area metropolitana di Roma, Viterbo ed Etruria meridionale, che fino a pochi mesi fa, prima della riforma del Ministero, aveva il suo quartier generale proprio a Villa Giulia. "Da tempo cercavo aiuto per il Ninfeo - spiega - Non solo era ormai grigio, infestato di muschi e muffe, ma iniziavano i primi problemi strutturali, soprattutto al mosaico. Le forze interne, purtroppo, non erano sufficienti". 

Poi una sera, un concerto con una delegazione giapponese, una visita a Villa Giulia, un colpo di fulmine e l'offerta a sorpresa: "potremmo finanziarlo noi". Contributo di 25 mila euro (senza neanche i vantaggi dell'Art Bonus essendo stranieri) e un'unica richiesta: "questo gruppo di imprenditori giapponesi, del campo dell'editoria, vuole rimanere anonimo e misterioso", dice la Soprintendente. 

Cosi' a settembre 2015 sono partiti i lavori, condotti dal Consorzio Kavalik. "La battaglia piu' difficile - racconta il restauratore Antonio Giglio, che vi ha lavorato con Alessandro Ferradini e Kristian Schneider - e' stata contro la vegetazione. Da un lato dovevamo eliminare i depositi delle alghe, con potenti biocidi in modo che non tornassero a crescere. Dall'altro, volevamo risparmiare le piante delle nicchie". 

Si e' intervenuto poi sul mosaico del Tritone, piccolo gioiello di epoca romana "probabilmente ricavato da una piu' ampia pavimentazione di un edificio, forse, termale" che per un cedimento del supporto una dopo l'altra iniziava a perdere le sue millenarie tessere bianche e nere. 

Ed ecco la sorpresa: "eravamo abituati a vedere il Ninfeo tutto di un colore con la pavimentazione ormai nera", dice la Russo. 

"Eppure qualche anziano dipendente di Villa Giulia - prosegue Giglio - raccontava di colori. E anche antichi disegni suscitavano dubbi"

Pulitura dopo pulitura, eccoli riemergere: un ventaglio di marmi policromi, dal giallo antico al verde e pavonazzetto, venati di bianco, massima espressione di raffinatezza nella moda del cinquecento, a esaltare invce la bianchissima bellezza delle otto Cariatidi erette a emiciclo.

 "Che non sono tutte uguali - sottolinea Giglio - Noi le abbiamo sempre viste molto serie. Invece le quattro in seconda fila ridono palesemente". 

Il motivo "dovremmo chiederlo a uno storico dell'arte. Forse - ipotizza la Russo - simboleggiano il dualismo della tragedia e della commedia nell'antichita' classica", tanto piu' che il Ninfeo, in origine ricco anche di decorazioni, nacque proprio come teatro d'acque per attori e musici. "Oggi - conclude la Russo - ha ripreso vita. Basta guardarlo per immaginare i banchetti di Papa Giulio III, quando qui venivano il Vasari, Michelangelo, altissimi intellettuali". E i misteriosi donatori? "Sono rimasti a bocca aperta, felicissimi. Ma, sempre avvolti nel mistero. Non hanno voluto nemmeno un'inaugurazione ufficiale perche' li ringraziassimo".

fonte ANSA

07/07/15

750 anni di Dante: ricompare il ritratto del Bronzino, agli Uffizi.





Per me è forse il più bel ritratto esistente di Dante Alighieri. 

Da oggi, 7 luglio, sara' esposto in Galleria degli Uffizi il Ritratto allegorico di Dante Alighieri, dipinto nel 1532-1533 dal Bronzino.


Le vicende storiche di questa lunetta, spiega, una nota, sono legate a un episodio riferito da Giorgio Vasari nella Vita del Bronzino

Al suo ritorno da Pesaro il pittore ricevette da Bartolomeo Bettini la commissione dei ritratti dei tre padri della letteratura italiana, Dante, Petrarca e Boccaccio, da collocare nelle lunette di una stanza della sua abitazione

Dei ritratti dei tre grandi l'unico ad oggi conosciuto e' quello di Dante

"M'e' parso importante - commenta il direttore Antonio Natali - che in questo 2015, votato a celebrare i 750 anni dalla nascita dell'Alighieri, anche gli Uffizi fossero nel novero dei luoghi che rendono omaggio alla memoria del poeta".