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23/04/10

Hans Kung - Papa Benedetto XVI ha fallito.


Penso ci siano molti, molti spunti di riflessione in questo articolo firmato da Hans Kung che ripercorre e sintetizza tutte le critiche mosse a questo papato, nella conduzione della Chiesa, da uno dei più grandi teologi contemporanei. Articolo che del resto ha già suscitato molte reazioni, anche da parte dello stesso Osservatore Romano.

Negli anni 1962-1965 Joseph Ratzinger - oggi Benedetto XVI - ed io eravamo i due più giovani teologi del Concilio. Oggi siamo i più anziani, e i soli ancora in piena attività. Ho sempre inteso il mio impegno teologico come un servizio alla Chiesa. Per questo, mosso da preoccupazione per la crisi di fiducia in cui versa questa nostra Chiesa, la più profonda che si ricordi dai tempi della Riforma ad oggi, mi rivolgo a voi, in occasione del quinto anniversario dell'elezione di papa Benedetto al soglio pontificio, con una lettera aperta. È questo infatti l'unico mezzo di cui dispongo per mettermi in contatto con voi.

Avevo apprezzato molto a suo tempo l'invito di papa Benedetto, che malgrado la mia posizione critica nei suoi riguardi mi accordò, poco dopo l'inizio del suo pontificato, un colloquio di quattro ore, che si svolse in modo amichevole. Ne avevo tratto la speranza che Joseph Ratzinger, già mio collega all'università di Tübingen, avrebbe trovato comunque la via verso un ulteriore rinnovamento della Chiesa e un'intesa ecumenica, nello spirito del Concilio Vaticano II. Purtroppo le mie speranze, così come quelle di tante e tanti credenti che vivono con impegno la fede cattolica, non si sono avverate; ho avuto modo di farlo sapere più di una volta a papa Benedetto nella corrispondenza che ho avuto con lui.

Indubbiamente egli non ha mai mancato di adempiere con scrupolo agli impegni quotidiani del papato, e inoltre ci ha fatto dono di tre giovevoli encicliche sulla fede, la speranza e l'amore. Ma a fronte della maggiore sfida del nostro tempo il suo pontificato si dimostra ogni giorno di più come un'ulteriore occasione perduta, per non aver saputo cogliere una serie di opportunità:



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14/05/08

Dov'è finita la Bellezza ?



Mi chiedo come sia possibile scandalizzarsi della depressione, della sfiducia e della negatività che si sente in giro.

Mi sembra inevitabile che le persone oggi - specie i più giovani, cioè i più sensibili - siano storditi, irretiti da tutto questo brutto che ci circonda.

Leggo oggi un sito a caso: http://www.corriere.it/ e sulla home page leggo, in rapida sequenza queste notizie, una via l'altra, senza soluzione di continuità:

MASSACRATA A 14 ANNI. "UCCISA PERCHE' INCINTA"

RACHEL, LA PORNO STUDENTESSA CHE DIVIDE LA SORBONA.

NAPOLI, NUOVI INCENDI IN CAMPI ROM.

AUSTRIA, STERMINA LA FAMIGLIA CON L'ACCETTA E POI SI COSTITUISCE.

DALL'ODORE DI CIPOLLA AL PARCHEGGIO - LE LISTE DELLE GUERRE DI CONDOMINIO.

UNA PETIZIONE DEGLI STUDENTI PER LA PROF. NUDA IN COPERTINA.

Mi fermo qui, ma si potrebbe andare avanti 'ad libitum'.

Cosa può produrre di buono un mondo che sembra proporre solo bruttezza ?

"La Bellezza salverà il mondo" scriveva Fedor Dostoevskij. Ma se la Bellezza viene bandita dal mondo, se nessuno ne parla, se nessuno la offre, se nessuno la vende, che fine farà il mondo ?

E poi, cosa è la Bellezza ? Quella Bellezza che sembra abbiamo tutti dimenticato ?

E' forse opportuno ricordare il passo evangelico della Trasfigurazione:


Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro; il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Pietro prese allora la parola e disse a Gesù: «Signore, è bello per noi restare qui; se vuoi, farò qui tre tende, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando quando una nuvola luminosa li avvolse con la sua ombra. Ed ecco una voce che diceva: «Questi è il Figlio mio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto. Ascoltatelo». (Mt. 17,1-6)

La Bellezza che salva il mondo è questa bellezza semplice, di Pietro che dice: "Signore, è bello per noi restare qui."

E' talmente bello che, come sappiamo, Pietro pensa anche - ingenuamente - di costruire tre tende, che possano ospitare, custodire, quella Bellezza - ahimè non 'costringibile' in un luogo specifico.

Il candore di quella veste è purtroppo latitante, nel nostro mondo.

Eppure, basterebbe così poco, forse, per ritrovarne le tracce luminose.

29/04/08

La conversione di Magdi Allam.


Vorrei tornare per un attimo sulla questione della conversione di Magdi Allam, battezzato durante la veglia Pasquale da Papa Benedetto XVI, una notizia che come sappiamo ha fatto il giro del mondo, anche se il personaggio non è così universalmente conosciuto, ma proprio per il valore simbolico di tale gesto, come si legge in questo articolo del Corriere della Sera.


Bene, in un articolo apparso sul Sole 24 Ore Domenicale, Roberta De Monticelli analizza i contenuti e la motivazione di questa 'conversione' e la mette a confronto con quella di Angelus Silesius, (1642-1677) poeta e mistico, autore de Il Pellegrino Cherubico, uno dei testi di riflessione mistica più famoso di tutti i tempi.

Silesius si convertì dal Protestantesimo al Cattolicesimo. Ma le motivazioni, dice la De Monticelli, non furono dettate dall'attribuire - come nel caso di Allam - agli 'altri' (in quel caso protestanti, oggi mussulmani) - una più intrinseca predisposizione alla violenza e all'odio.

Da qui, la De Monticelli, parte per definire cosa è - o meglio, cosa dovrebbe essere - una reale 'conversione'.

" La conversione cristiana - scrive - in greco si chiama metanoia, cioè renovatio mentis, e va sempre insieme con una certa poenitentia: sarebbe cioè la nascita di un uomo nuovo e di una vita nuova, sulle ceneri di quella vecchia e dell'uomo vecchio, il quale - lui, e non gli altri - è fatto oggetto di riprovazione.

L'uomo nuovo - continua la De Monticelli - è capace anche di perdono, non solo rispetto alle pagliuzze ma perfino alle travi: perchè vede quello che l'uomo vecchio non vedeva, perchè l'orizzonte del valore si è allargato.

Se non è bastato il Cristo, con le sue parole e con la sua croce, a impedire gli incendi di biblioteche, le distruzioni di templi, le crociate, gli stermini, le conversioni forzate, i roghi di eretici e di streghe, un cristiano non ha forse in quanto tale il diritto di imputare ad altre religioni cose che forse non c'entrano con le fedi, ma solo con le istituzioni che le ospitano."

Penso che forse su queste parole varrebbe la pena di meditare parecchio, quando, con molta semplicità, che assomiglia a faciloneria, oggi sentiamo parlare spesso, a ogni piè sospinto, di 'conversioni' più o meno improvvise, ma non sulla via di Damasco.