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16/06/14

Fabrizio Falconi, Conferenza Il Sogno di Costantino a Malborghetto (FOTO).



Matilde Carrara, Marco Carpiceci, Fabrizio Falconi,  conferenza Il Sogno di Costantino,  Casale di Malborghetto, 7 giugno 2008.



 Matilde Carrara, Marco Carpiceci, Fabrizio Falconi, Bruno Carboniero, conferenza su Costantino Imperatore e In Hoc Vinces, Casale di Malborghetto, 7 giugno 2008.


Fabrizio Falconi  conferenza su Costantino Imperatore e In Hoc Vinces, Casale di Malborghetto, 7 giugno 2008. 
Casale di Malborghetto

Bruno Carboniero, Fabrizio Falconi, In Hoc Vinces, Edizioni Mediterranee, 2011

26/03/14

La battaglia di Ponte Milvio (4 passi tra le nuvole - Tv2000)



E' interessante questa puntata di 4 passi tra le nuvole, andata in onda tempo fa su Tvsat 2000, alla quale ho dato il mio modesto contributo, soprattutto per l'evidenza di quanto e come le radici storiche - anche le più celebrate e le più ovvie - siano del tutto ignorate da coloro che abitano questa città oggi. 
Un piccolo salto indietro nel tempo.

07/05/13

«In hoc vinces» di Bruno Carboniero e Fabrizio Falconi. Fu vera visione? Un articolo di Ivo Flavio Abela.


La colossale testa bronzea di Costantino (Musei Vaticani).
La statua, forse del I sec., sarebbe stata poi riutilizzata

da Costantino e distrutta fra il VI e il VII secolo
Riporto qui un articolo di Ivo Flavio Abela, tratto dal suo Blog Odysseas:



Se ponessimo sui due piatti di una bilancia l'Occidente e l'Oriente a partire dal IV secolo d.C., il piatto contenente l'Oriente si abbasserebbe. Perché Flavio Valerio Costantino, imperatore romano dal 306 al 337, avrebbe segnato la storia dell'Impero orientalizzandolo. La sua scalata verso la vetta di un potere che  fallito l'esperimento tetrarchico dioclezianeo  l'avrebbe visto trionfare quale unico sovrano si combina infatti col trasferimento del centro amministrativo dell'Impero romano proprio in direzione asiatica. La creazione di Costantinopoli sulle rive del Bosforo avrebbe costituito nei secoli a venire l'unico elemento capace di fare sopravvivere l'Impero romano stesso, anche se esso si sarebbe gradualmente trasformato in una compagine statale dai forti connotati teocentrici e bizantini.

La creazione della nuova capitale avrebbe spostato verso Est anche il baricentro economico dell'Impero, favorendo lo sviluppo urbano in particolare della penisola anatolica e della provincia galatica in essa contenuta. Se Diocleziano aveva inferto un colpo non indifferente all'Occidente finendo per disinteressarsene (e il suo ritiro nel Palazzo di Spalato, dove si sarebbe dato all'ozio e all'agricoltura, ne è la prova più significativa), Costantino sembra abbandonarlo al suo destino, preparando inconsapevolmente l'apertura delle porte ai barbari che di lì ad alcuni decenni avrebbero finito per colpire la Pars Occidentis direttamente al cuore.


18/10/12

1700 anni dalla Battaglia di Ponte Milvio - Celebrazioni in tutto il mondo.






  C’è una ragione che appare evidente a tutti del motivo per cui la Battaglia di Ponte Milvio è unanimemente considerata una delle più importanti della storia moderna: già dalle lezioni mandate a memoria sui banchi scolastici si è imparato a comprendere che la vittoria dell’esercito di Costantino I il Grande, il 28 ottobre del 312 d.C. contro le truppe rivali di Massenzio, segnò i destini non solo dell’Impero Romano, ma dell’Occidente intero, visto che già dall’anno seguente la Battaglia, nel 313, lo stesso Costantino promulgò il celebre Editto di Tolleranza o Editto di Milano, primo passo del rapido processo di cristianizzazione che contrassegnò la storia dell’Europa prima e dell’Occidente poi.

  Quella battaglia ha rappresentato a lungo un rompicapo per gli storici. Non ci sono infatti motivi razionali sufficienti per spiegare le ragioni per cui Massenzio, “l’usurpatore” – colui che aveva occupato, nel difficile periodo della tetrarchia nel quale il potere nell’Impero era massimamente frazionato – pur disponendo di forze superiori e comodamente asserragliato nelle mura mai violate della città di Roma, decise di affrontare il nemico, Costantino, in  campo aperto, andando così incontro ad una delle più cocenti sconfitte della antica storia bellica.

  Costantino arrivò alle porte di Roma dopo una dispendiosa campagna militare nel nord Italia contro le truppe avversarie e dopo aver attraversato l’Italia centrale discendendo lungo l’antico tracciato della Via Flaminia. Giunto in prossimità dell’Urbe, Costantino, il grande condottiero nato e cresciuto sui campi di battaglia, si accampò subito prima della collina di Prima Porta, ultimo rilievo prima della valle del Tevere che conduce a Roma.

  Ed è proprio in quel luogo – là dove sorge l’Arco di Malborghetto, un monumento che pochi romani ancora conoscono – che sarebbe stato testimone di quella visione dai  contorni leggendari: nella notte prima della battaglia, riferiscono due diverse fonti,  lo scrittore latino Lattanzio e il vescovo Eusebio di Cesareo, l’Imperatore avrebbe visto nel cielo notturno quel segno – la Croce – insieme al volto di Cristo, che gli assicurava protezione e vittoria contro l’avversario pagano.

 Sui contenuti di questa Visione si è molto discusso, nei secoli. Illusione, suggestione, realtà, abile strategia ? Insieme a Bruno Carboniero in un recente saggio pubblicato per Edizioni Mediterrenee (‘In Hoc vinces’, 2011) abbiamo fornito i risultati di una sorprendente scoperta (che ha già avuto risonanza in ambito scientifico e accademico) che legherebbe la visione  ad un preciso ed eloquente fenomeno astronomico visibile proprio in quella notte.

 Il resto della storia è noto: Costantino, persuaso dalla visione – che tutto il mondo conosce con la sigla ‘In hoc signo vinces’ – fece iscrivere il segno della Croce criptato nel simbolo del Labarum sulle insegne del suo esercito e il giorno dopo la clamorosa vittoria gli arrise: le truppe di Massenzio, fuoriuscite dalla città affrontarono quelle di Costantino nella piana di Saxa Rubra. Con una manovra a tenaglia le seconde ebbero subito il sopravvento, costringendo l’esercito di Massenzio ad indietreggiare fino all’argine naturale del Tevere, nelle cui acque l’usurpatore stesso finì per annegare insieme al suo cavallo.

  Costantino, con questa schiacciante vittoria, divenne il più importante pretendente al potere assoluto imperiale, che assunse di lì a poco, nel 324 d.C., dopo la morte di Licinio,  restando l’unico regnante fino alla morte che avvenne nel 337.

  Nel giro di soli due decenni dunque, l’Impero Romano cambiò totalmente pelle, diventando cristiano, nacquero le prime grandi basiliche romane, il culto fu istituzionalizzato, l’Impero conobbe una nuova stagione di enorme e stabile prosperità.
  Di tutto questo Flavio Valerio Costantino fu il fautore, e a coloro che oggi vivono a Roma questa vecchia storia millenaria dovrebbe comunque essere molto familiare, se non altro per la stessa etimologia dei luoghi che si attraversano, in particolare nel territorio del XXmo Municipio:  Labaro, Malborghetto, Saxa Rubra, Ponte Milvio.

  Luoghi costantiniani che parlano ancora oggi, di una storia vera e concreta che ci riguarda da vicino e che racconta non solo dei nostri padri ma anche di  noi, per capire chi siamo e come siamo arrivati ad essere quello che siamo.


Fabrizio Falconi 

in testa: Piero della Francesca, Vittoria di Costantino su Massenzio, ciclo della Leggenda della Vera Croce, Basilica di San Francesco, Arezzo.

06/03/12

La visione di Costantino e L’Arco di Malborghetto sulla Via Flaminia - 8 - Conclusioni.




8. Conclusioni.


Al termine di questa relazione, vogliamo esporre qualche breve conclusione che ci sembra di poter trarre dalle considerazioni precedentemente esposte:

Non sembra esservi plausibile dubbio che il cosiddetto Arco di Malborghetto, al 19mo chilometro della Via Flaminia, alle porte di Roma, sia stato edificato in stretta relazione all’episodio della Battaglia di Ponte Milvio. 

La lontananza però dell’arco stesso dal luogo dove la Battaglia ebbe luogo – una distanza di circa 12 km. -  autorizza a immaginare che l’Arco stesso non sia stato edificato a ricordo della Battaglia, ma per commemorare il luogo dove avvenne la misteriosa visione del segno nel cielo, riferita da diverse fonti coeve e posteriori alla vita dell’Imperatore Costantino.  Nella raffigurazione artistica più famosa dell’episodio in questione – quella di Piero della Francesca ad Arezzo – l’artista dipinse, sullo sfondo della scena, un cielo stellato che i recenti studi hanno dimostrato rispettare fedelmente la riproduzione esatta del planisfero celeste boreale.   

L’esperimento di puntatura di un normale programma astronomico sul cielo di Malborghetto - compiuto per la prima volta da Bruno Carboniero e illustrata nel suo libro (scritto a quattro mani con Fabrizio Falconi, In Hoc Vinces, Edizioni Mediterranee, 2011) -  durante la notte della visione, conferma a grandi linee il quadro astronomico riprodotto da Piero, con in più il particolare che l’artista di San Sepolcro inserisce nel quadrante di cielo al posto dove avrebbe dovuto trovarsi la Costellazione del Cigno: un angelo con in mano una croce. 

Peraltro la raffigurazione dell’angelo di Piero risulta assai somigliante all’immagine della costellazione così come è riprodotta nelle antiche tavole di astronomia. La dimostrazione che abbiamo riferito – riproducibile con i normali programmi di simulazione astronomica in commercio, non è, ovviamente dimostrativa.  

Propone semplicemente una ipotesi di lavoro, e cioè che Piero della Francesca, studioso appassionato dei principi matematici e alchemici, abbia avuto conoscenza della particolare luminosità della Costellazione del Cigno – che appare in cielo con forma di croce – nel periodo dell’anno in cui avvenne il Sogno di Costantino (cioè la fine del mese di Ottobre) , e che abbia inserito questo velato  riferimento, nelle forme e nei volumi dell’angelo (con le ali di cigno) che scende dal cielo per portare il Segno al primo imperatore cristiano.  I molti studi, le molte ricerche fiorite negli ultimi anni intorno al Piero esoterico offrirebbero numerosi spunti a questa pista interpretativa. 

Ma ci fermiamo qui, convinti come siamo che l’episodio della battaglia di Ponte Milvio debba continuare ad essere argomento di prioritaria competenza da parte degli storici, considerata la complessità degli effetti che quel rapido conflitto portò come conseguenza durante i secoli a venire sui destini dell’intero Occidente. 
Fabrizio Falconi
 (C)(riproduzione riservata)
Clicca qui per leggere le puntate precedenti

14/02/12

La visione di Costantino e l'Arco di Malborghetto - 6. Croce nel cielo.


6. Croce nel Cielo.


Procediamo con ordine.  Accettando la premessa di cui al paragrafo precedente, e cioè che l’Arco di Malborghetto sia stato edificato sotto il regno di Costantino sul luogo esatto dove sorgeva l’accampamento delle truppe dell’Imperatore, prima della Battaglia, luogo nel quale era avvenuta la Visione, si è  deciso di ricostruire – attraverso l’ausilio di un normale programma astronomico-matematico -  il cielo di quella notte, la notte del 27 ottobre del 312 d.C. (7).

Puntando il programma astronomico sulle coordinate del Casale di Malborghetto  - 42°03'08" log N e 12°29'16" lat E -  alle ore 22,00 (orario puramente indicativo) del 27 ottobre del 312 d.C. è risultata brillantissima, verso ovest la  costellazione del Cigno. (azm 277°51' alt +40°40'), che così viene descritta dal Dizionario Astronomico:
Ricca costellazione della via lattea settentrionale, in forma di croce allungata vista come un cigno in volo. Era tra le 48 elencate da Tolomeo (ca 140 dC) ed è a volte chiamata Croce del Nord (8).

Contiene 11 stelle più luminose della 4° grandezza tra cui Deneb (I grandezza) ed Abireo (stella doppia)".    

   

In effetti  questa costellazione - la costellazione del Cigno - era già famosa dai tempi di Eratostene, che fu il primo a chiamarla così.

Fu poi denominata da Ipparco Uccello, e in epoca cristiana Croce, e ancora oggi si chiama Croce del Nord per distinguerla dalla Croce del Sud, visibile solo dall'emisfero sud.
Gli arabi, grandi astronomi, le conferirono il nome poco aulico di Gallina.   Poi, nel 1627 l’astronomo gesuita Julius Schiller (1580-1627) nel suo monumentale trattato Coelum Stellatum Christianum, pubblicato ad Augusta, tentò di ristabilire il nome cristiano.
Schiller scelse anzi questo nome: Croce sostenuta da sant’Elena.

Questa che appare come semplice coincidenza, può implicitamente fornire una suggestiva ipotesi di lavoro, come vedremo, se rapportata alla rappresentazione pittorica di Arezzo.


 QUI le precedenti puntate

 (C)(riproduzione riservata)


22/12/11

La presentazione di 'In Hoc Vinces' a "Più libri, più liberi."




Roma, Palazzo dei Congressi, Più libri, Più liberi, 8 dicembre 2011.

Presentazione del libro In Hoc Vinces. La notte che cambiò la storia dell’Occidente di Bruno Carboniero e Fabrizio Falconi.
A cura di Edizioni Mediterranee – Sala Smeraldo





04/09/11

Letteratu.it recensisce 'In Hoc Vinces'.




Ci sono fatti, nella storia dell’uomo, che imprimo svolte epocali. Episodi che cambiano radicalmente il corso della Storia.
Uno di questi, senza ombra di dubbio, è quello che è stato tramandato nei secoli come “il Sogno di Costantino” (le fonti più autorevoli sono Lattanzio ed Eusebio): la notte precedente la battaglia di Ponte Milvio, che si svolge il 28 ottobre del 312 d. C.,l’imperatore romano, accampato con le sue truppe a poca distanza da Roma, riceve in sogno la visione del monogramma di Cristo, quel “XP” che viene impresso sugli scudi dei soldati che si accingono allo scontro finale contro Massenzio. La promessa di vittoria è inequivocabile: IN HOC VINCES – Con questo vincerai.
Gli eserciti di Costantino e Massenzio combattono valorosamente. Nonostante la netta superiorità numerica dei soldati del secondo, è il primo a riportare una schiacciante quanto sorprendente vittoria. Costantino riunifica così l’Impero e ne avvia la cristianizzazione, mutando le sorti di una civiltà millenaria, che da pagana – con i Greci prima e con i Romani poi – si appresta ad intraprendere il lungo cammino che la porterà ad essere cristiana, riconoscendo in Cristo il figlio di Dio e il riscatto dell’umanità.
In hoc vinces, edito da “Edizioni Mediterranee”, è innanzitutto uno straordinario viaggio nel Tempo.

E' l'inizio della recensione al libro In Hoc Vinces firmata da Corrado Capone che potete leggere integralmente QUI sul sito Letteratu.it.

09/04/11

IN HOC VINCES - Nuovo libro in uscita.


Sono molto contento di presentarvi l'uscita di questo nuovo libro, che ho scritto a quattro mani, insieme a Bruno Carboniero che è - materialmente - colui che ha compiuto una piccola grande scoperta, riferita ad una delle pagine più note della storia romana e della storia dell'Occidente tutta.

Tutto è cominciato quasi per caso proprio attraverso lo studio e il confronto tra appassionati che per lunghi mesi è andato in scena su un prolifico blog.

Dopo anni interi di lavoro, alla fine questi studi hanno preso forma in un libro che tra pochi giorni sarà in vendita nelle librerie. Questo è in sintesi, l'argomento.

La storia dell’Europa, e di tutto l’Occidente, è cambiata radicalmente con un un sogno premonitore: la notte del 27 ottobre dell’anno 312 d.C. l’imperatore romano Costantino è accampato con le sue truppe a poca distanza da Roma.

Il giorno seguente si scontra in battaglia col nemico Massenzio, schierato a difesa di Roma.

Durante il sonno, Costantino riceve la visione di Cristo che gli suggerisce di iscrivere sugli scudi il monogramma greco del Salvatore “XP” con la leggendaria promessa in hoc vinces (con questo vincerai).

Questo evento ha due fonti storiche principali, riferite da Eusebio di Cesarea (265 – 340) e Lattanzio (250 – 327).

I due resoconti hanno in comune un sogno che vide protagonista l’imperatore Costantino ed una croce, che gli sarebbe apparsa, presagio di vittoria.

La notte ed il cielo ci sono sembrati campi su cui indagare.

“In hoc vinces” è un avvincente viaggio nel tempo, alla ricerca di indizi archeologici, esoterici e astronomici nascosti dalla polvere dei secoli che, insieme al racconto della vita del leggendario imperatore romano e dei molti misteri legati alla vicenda storica che lo riguarda, offrono al lettore di oggi una nuova lettura e una inedita interpretazione di quel “segno”.

L’affermazione del Cristianesimo come religione dell’impero romano, la visione mistica prima della battaglia di Ponte Milvio, il lungo sodalizio con papa Silvestro I, la rivoluzione dell’architettura religiosa con la realizzazione delle prime grandi basiliche cristiane di San Giovanni in Laterano e San Pietro, il fondamentale contributo alla costruzione di una ortodossia teologica ed iconografica, le grandi vittorie ed il prezzo di sangue che tutto ciò comportò si arricchiscono, in questo studio, di nuovi e inaspettati contenuti.

a presto, dunque.

Intanto, altre notizie QUI.