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06/11/22

100 anni dallo scavo di Tutankhamon, il primo "mediatico" e il più famoso dell'intera storia dell'Archeologia

Howard Carter al lavoro sulla tomba di Tutankhamon appena scoperta 

E' passato un secolo dalla scoperta, a Luxor, della tomba di Tutankhamon e del suo tesoro immenso, ma il fascino del faraone bambino resta intatto. 

Reso eterno dalla sua splendida maschera d'oro e lapislazzuli. 

Christian Greco, direttore del Museo Egizio di Torino, ripercorre i momenti salienti di quella scoperta e il suo posto di primo piano nella storia dell'archeologia. "Era il 4 novembre 1922 - ricorda Greco - quando l'archeologo Howard Carter, nel suo diario, scrive 'Ho trovato i gradini di una nuova tomba'. Quei gradini conducevano a una porta ancora sigillata con il nome di Tutankhamon. Voglio, però, subito sfatare un mito. La tomba non fu trovata intatta, ma aveva subito due furti. Carter notò che c'era confusione, mancavano unguenti, cosmetici, gioielli". 

Greco sottolinea che quando la tomba viene ritrovata e' appena finita la Grande Guerra, che ha sconvolto il mondo e ha visto tanti giovani morire. 

"E' la tomba che appartiene a un ragazzo, perché Tutankhamon morì probabilmente intorno ai 18 anni e questo nella mente di molti forse richiama alla memoria quei giovani morti durante la Grande Guerra. In secondo luogo rappresenta tutto quello che ci aspettiamo da una scoperta archeologica: trovare in una camera nascosta sotto terra, in Egitto, preservata dopo i due furti, i resti e la cultura materiale di un faraone, i gioielli, la maschera, i sarcofagi dorati. L'idea di trovare dei tesori. E' l'elemento negativo di questa scoperta: tutti pensano che archeologia significhi trovare la maschera di Tutankhamon, e non pensano che significa togliere livelli di stratificazione del terreno per ricostruire la nostra memoria". 

Il direttore del Museo Egizio lo definisce "il primo scavo mediatico". 

"Subito i giornalisti si affollano, vogliono avere notizie. Lord Carnarvon - racconta - fa un'esclusiva con il Times creando il malcontento tra gli altri giornalisti, soprattutto tra quelli egiziani. Non fu una scelta lungimirante dare i diritti a un giornale straniero, in un momento in cui in Egitto c'era la volonta' di rendersi indipendenti dai poteri coloniali europei. Come se noi trovassimo la tomba di Augusto intatta e i diritti venissero dati a un giornale straniero". 

Greco torna poi sulla cosiddetta "maledizione di Tutankhamon". "Sfatiamo un mito. Non esiste, e' stata creata forse per aggiungere mistero al mistero. Il Medical Journal nel 2002 ha fatto un'analisi della vita media di coloro che lavoravano alla tomba, vissero di piu'. Quindi porta bene". 

Greco sottolinea anche un altro aspetto: "Il British Museum ha pubblicato una foto della regina Elisabetta II che guarda la maschera di Tutankhamon, scattata per la grande mostra del 1972. Ce n'e' anche una degli anni '60 di Jacqueline Kennedy che guarda la stessa maschera. Il sovrano bambino che non ha mai incontrato i potenti li incontra oggi. Il suo nome e' diventato icononico, molto piu' di quanto lo sia stato durante il suo regno". 

Nell'anniversario della scoperta il Museo Egizio di Torino ospita un'installazione dell'artista egiziana Sarah Sallam, che da' voce a Tutankhamon. "Ci fa ragionare su un concetto che ci siamo dimenticati: che questo e' un sepolcro, il luogo del riposo eterno di Tutankhamon. Noi lo abbiamo portato alla luce, il suo corpo e' stato sbendato, sottoposto ad analisi. Abbiamo interrotto il suo riposo eterno". 

08/10/21

Sting compie 70 anni e pubblica: "The Bridge", un ponte metafisico pieno di speranza. "Amo sempre più l'Italia"

 


Intervistato da Luca Valtorta per Robinson di La Repubblica, Gordon Sumner, in arte Sting, leggendario front man del gruppo dei Police e autore contemporaneo tra i più noti, racconta della sua scelta di vita in Italia, dove risiede ormai da molti anni, nella Tenuta Il Palagio, a Figline Valdarno, e di quello che ha messo dentro il suo nuovo album, The Bridge, scritto e inciso durante il lockdown. 

Adesso sono quasi vent'anni che vive anche in Italia: che cosa ha imparato del nostro paese? 

"Amo l'Italia. Ma è perfetta? Ovviamente no (ride, ndr). Ci sono un sacco di cose sbagliate in ogni paese però amo la capacità di apprezzare le cose buone della vita, la capacità di sedersi attorno a una tavola con del buon cibo, il senso della famiglia, queste cose. E la gente ha un atteggiamento veramente gentile nei miei confronti. E poi mi interessa molto la storia: sono ossessionato dalla storia Romana e leggo tutto quello che trovo a riguardo: Cicerone, la transizione tra la repubblica e la dittatura con l'avvento di Giulio Cesare. Mi affascina per i parallelismi con quello che è successo nel Senato americano con la folla e i populisti: esattamente come 2000 anni fa. Il che è spaventoso ma anche molto coinvolgente. Ho sempre saputo dei romani perché la mia città nel nord dell'Inghilterra, Wallsend, era proprio ai margini dell'impero: da lì iniziava il Vallo di Adriano che segnava il confine tra la Britannia occupata e le tribù dei Pitti. E anche in questo caso: l'Impero Romano non era sicuramente un sistema perfetto ma comunque molto, molto interessante".

Dell'Inghilterra di oggi, con la Brexit in atto, cosa pensa? 

"Non mi faccia parlare. Vorrei trovare una sola persona capace di spiegarmi oggi perché la Brexit è una buona idea ma nessuno lo può fare perché è una cosa assolutamente stupida. Gli piaceva così tanto questa idea purista: 'Noi dobbiamo essere soli!'. Non sta andando bene. E questo non mi rende felice. Amo la mia nazione e sono triste nel vederla soffrire".

Come ha passato il periodo del lockdown? 

"Sono molto fortunato perché ho una grande casa, un grande giardino e uno studio dentro la casa, per cui anche se non ho potuto andare in tour ho comunque lavorato: per un anno intero entravo in studio alle dieci e ne uscivo solo per cena. Alcuni giorni non riuscivo a tirar fuori granché ma in altri mi veniva qualche buona idea e alla fine ne è uscito fuori un album di cui sono molto orgoglioso, l'ho chiamato The Bridge. Il titolo è una sorta di metafora per quello che io, ma credo un po' tutti noi, stiamo cercando in questo momento: un ponte verso qualcosa di più sicuro, di più felice, perché siamo in un momento di difficile transizione, pieno di incognite, dalla pandemia al cambiamento climatico, alla dura situazione sociale e politica. È un ponte metafisico in un disco pieno di speranza ma anche di realismo nel cercare di essere comunque ottimista".


Leggi qui l'intervista originale - fonte: Luca Valtorta - Robinson/La Repubblica

01/03/21

Il film di Werner Herzog e l'incredibile (vera) fotografia di Churchill, Lawrence D'Arabia e Gertrude Bell Giza che oggi ha 100 anni

 


C'è una meravigliosa, famosa foto, ancora incredibilmente nitida, scattata su una vecchia lastra a nitrato d'argento, nel lontano 1921 nella quale, al centro, si vedono tre persone a cavallo dei loro dromedari, sullo sfondo della piana di Giza, con la Sfinge in primo piano.

Il cavaliere più a sinistra del terzetto centrale è l'inconfondibile Winston Churchill, quello più a destra è il famoso T. E. Lawrence, ovvero Lawrence d’Arabia, in abiti occidentali. In mezzo, c’è una signora: Gertrude Bell, personaggio leggendario: prima donna a laurearsi a Oxford, rossa di capelli, elegantissima, divenuta nei primi anni del secolo la "Regina del deserto", colei che conobbe come nessun  occidentale aveva mai fatto prima, la vita, la cultura, le abitudini, i sovrani delle innumerevoli tribù dell'immane deserto che si dipana tra l'Iraq, la Persia, il Medio Oriente e la penisola Arabica, all'indomani del crollo dell'Impero Ottomano che aveva regnato in quelle regioni sconfinate per cinque secoli. 

La fotografia risale al 1921, quando Churchill era responsabile degli affari coloniali inglesi e aveva convocato una conferenza al Cairo per riorganizzare la presenza del suo paese in quelle regioni.

Gertrude fu l'unica donna a parteciparvi, anche perché era colei che conosceva meglio di tutti la materia di cui si trattava.

Oggi gli storici cominciano a capire che nel gestire la rivolta araba di quegli anni, Gertrude ebbe un ruolo forse persino superiore a quello dell'ormai mitico Lawrence d’Arabia. 

A Gertrude Bell che morì a Baghdad cinque anni dopo questa fotografia, nel 1926, quando aveva 58 anni e che a Baghdad è tuttora sepolta, Werner Herzog ha dedicato un film nel 2015 - piuttosto maltrattato dalla critica - con le meravigliosi ambientazioni dei luoghi originali dove si svolsero i fatti, intitolato Queen of the Desert, con un super cast comprendente Nicole Kidman (nei panni di Gertrude), James Franco, Robert Pattinson, Damian Lewis. Attualmente visibile su Amazon Video. Che termina proprio con la ricostruzione di questa immagine reale e di come fu scattata in quel lontano giorno di 100 anni fa. 


Fabrizio Falconi

Robert Pattinson, Nicole Kidman e Werner Herzog sul set di Queen of the Desert, 2015



29/08/19

Sparito murales di Bansky sulla Brexit a Dover




È giallo su un murale di Banksy dedicato alla Brexit.

L'opera che nel 2017 lo street artist aveva realizzato nella citta' inglese di Dover, che mostrava un operaio intento a cancellare una delle stelle gialle della bandiera dell'Unione europea, e' scomparsa nel fine settimana.

Ma non e' chiaro se sia stata cancellata o rimossa per metterla in vendita.

Il murale era apparso a maggio del 2017 sull'edificio Castle Amusements, vicino al terminal dei traghetti di Dover.

Effettivamente quell'anno stesso la famiglia Godden, proprietaria del palazzo, fece sapere che stava "valutando opzioni per mantenere, rimuovere o vendere" l'opera, assicurando che in caso di vendita avrebbe devoluto gli incassi a enti benefici locali.

E la famiglia in passato aveva perso una battaglia legale presso l'Alta corte dopo aver provato a vendere un altro capolavoro di Banksy.

Ma su cosa sia avvenuto adesso regna il mistero. 

L'unica cosa certa e' che l'opera e' scomparsa e il muro su cui si trovava adesso appare bianco e coperto da un ponteggio. 

Bbc riporta che la societa' Deal Scaffolding ha detto di essere ignara del motivo per cui le sia stato chiesto di montare l'impalcatura.

E secondo una testimonianza racconta dalla Cnn, l'impalcatura e' stata montata sabato e gia' la mattina dopo l'opera non c'era piu'. A Dover, citta' portuale da cui partono i traghetti che collegano il Regno Unito alla Francia, il murale era diventato un polo di attrazione e i turisti si fermavano spesso per scattare foto o fare selfie.

Sui social network tanti residenti hanno espresso il proprio sgomento per la scomparsa del murale. 

Chi invece non si e' ancora espresso in merito e' Banksy. Il suo ultimo post su Instagram risale al 24 luglio.

Fonte: LaPresse

22/11/17

The Last Post - una eccellente nuova serie BBC One.




Una nuova opera per la televisione che arriva da BBC One, il primo canale della tv pubblica inglese, che ormai sforna, uno dopo l'altro, prodotti di alta o altissima qualità. 

The Last Post è andata in onda nel Regno Unito il 1o ottobre del 2017 ed è una miniserie in 6 puntate, ambientata sulla sfondo dell'Aden Emergency, una unità della Royal Military Police, distaccata nel porto di Aden, nel corno d'Africa, ultimo avamposto dell'Impero Britannico, durante gli anni '60. 

L'intera ambientazione è stata ricostruita minuziosamente in una base navale in disuso che domina la baia di Simon's Town, in Sudafrica. 

Il Capitano Joe Martin (Jeremy Naumark Jones) arriva alla base insieme alla moglie Honor (Jessie Buckley, già vista in Guerra e Pace, sempre BBC) per rimpiazzare il Capitano Nick Page, che viene assassinato proprio l'ultimo giorno di servizio.  Joe deve affrontare la rivalità del tenente Ed Laithwaite (Stephen Campbell Moore) che sperava di subentrare a Page nella linea di comando. E Honor diventa così amica della moglie Laithwaite (Jessica Raine, già vista in Fortitude). 


La vicenda si fa intricata quando viene rapito dalle forze ribelli locali - che vogliono il ritorno a casa degli Inglesi - il figlio del comandante, il maggiore Harry Markham (Ben Miles), di sei anni. 

Le trattative per la liberazione del bambino si intrecciano con le vicende claustrofobiche dei soldati nel campo base e delle loro mogli.

Ideata da Peter Moffat, la serie nel corso di sei puntate di un'ora ciascuno si fa apprezzare soprattutto per la qualità drammaturgica, l'ambientazione perfetta, e lo scavo psicologico dei personaggi, alle prese con l'eterno dissidio impulsi/regole.  

Senza compiacimenti e senza moralismi, The Last Post conduce lo spettatore dritto all'obiettivo: che è quello di intrattenere con una storia ai limiti del vero, di stampo quasi documentaristico, e di indurre una potente riflessione sulla natura ambigua umana, sempre in bilico tra ombre e possibili redenzioni.


Gli attori, tutti di scuola britannica, sono superlativi. La forza degli sceneggiatori britannici è in questo caso anche quella di guardarsi dietro, nelle zone oscure della storia (recente) dell'impero britannico: era un'altra vita e un altro mondo, una grandezza che forse suscita nostalgia, ma anche inquietudini. Anche perché molti disastri odierni trovano radici profonde nel colonialismo, e nel colonialismo britannico. 

Ma la vera particolarità della serie è di aver differenziato i piani di scrittura, mettendo in secondo piano quelli camerateschi e militareschi di solito preminenti nei film o nelle serie di guerra. Qui è decisamente più importante il lato femminile della storia. La catarsi della storia - quella scritta e quella reale - la fanno l'ingenua, pura Honor; l'inquieta Allison; la giornalista americana Martha Franklin; la musulmana Yusra: l'amore, il rifiuto, il coraggio. Di cui sono capaci le donne e che sciolgono come neve al sole i dubbi, le incertezze, le ambiguità, le piccolezze degli uomini e delle loro presunte regole. 

Fabrizio Falconi 

27/04/16

400 anni dalla morte di Shakespeare: l'attore Ian Mc Kellan lancia una app dedicata al Bardo .




Rendere William Shakespeare più accessibile a tutti, anche alle giovani generazioni, con la tecnologia. 

Tra le varie iniziative organizzate per i 400 anni dalla morte del Bardo, c'è anche questa, lanciata dall'attore inglese Ian McKellen, il Gandalf della saga de "Il Signore degli anelli" e dal regista Richard Loncraine

Un'app per iPad chiamata "Heuristic Shakespeare", in cui l'attore inglese 76enne, e come lui molti altri, recita "La tempesta" mentre sotto la sua immagine scorre il testo. 

L'idea è di fare la stessa cosa con tutte le opere dello scrittore. 

Una performance privata per gli utenti, non su un palcoscenico e senza costumi e si può mettere in pausa ogni volta che si vuole. "Ne ho parlato con gli altri attori e ne sono rimasti affascinati - spiega McKellen - magari averla avuta quando ho dovuto imparare il ruolo di Prospero, mi sarebbe stata di grande aiuto. Gli attori la useranno, credo, si possono anche prendere annotazioni, sottolineare, si prende confidenza con il testo, perché leggi mentre ascolti"

Per lui, uno dei maggiori interpreti di Shakespeare a teatro, la difficoltà è stata sempre prendere il ritmo. 

Il ritmo del verso shakespeariano, dice, è particolare e difficile da imparare. "Perché è il ritmo del cuore umano: di dum, di dum, di dum...". 

Con questa app si vogliono aiutare i giovani a capire drammi e commedie scritte centinaia di anni fa e spesso non più studiati. Anche agli adulti però potrebbe essere utile, per entrare nel clima shakespeariano prima di andare a teatro. "E' pensato per guidare le persone alla visione live - sottolinea Loncraine - non vuole certo sostituire il teatro".



19/04/16

Archeologia: Una splendida villa romana riemerge da scavi nel Wiltshire in Inghilterra.



I resti di un'antica villa romana suddivisa in diversi spazi sono riemersi "per caso" dalle profondita' della storia in un giardino del Wiltshire, in Inghilterra, dove il padrone della proprieta' di campagna in cui e' stata fatta la clamorosa scoperta stava interrando alcune linee elettriche per far giocare i suoi bambini senza pericolo. 

 Alle prime avvisaglie di quello che stava saltando fuori, riferisce la Bbc, il proprietario del terreno, Luke Irwin, ha chiesto aiuto

E i successivi scavi hanno confermato tutto, rivelando resti "straordinariamente ben conservati" incluso un mosaico pressoche' intatto. 

Secondo gli archeologi di Historic England si tratta di una scoperta "senza precedenti negli ultimi anni". Una delle ville romane piu' grandi riportate alla luce in Inghilterra, simile per dimensioni e pregio a quella di uno dei siti piu' famosi del Regno Unito: quello di Chedworth, nel Gloucestershire.



04/05/15

Due fiocchi rosa molto diversi. Mysterium Iniquitatis.


Nasce il nuovo rampollo reale. Gira il mondo la foto di una paffuta neonata. In giornata si apprende anche il nome, Charlotte Elizabeth Diana.

Il nome completo è Charlotte di Cambridge (Charlotte Elizabeth Diana). Le agenzia ci informano che è una principessa britannica, membro della famiglia reale britannica e quarta in linea di successione al trono dei sedici reami del Commonwealth. Seconda figlia di William, duca di Cambridge, e di sua moglie, la duchessa Catherine Middleton. È inoltre nipote di Carlo, principe di Galles, e pronipote della regina Elisabetta II. È inoltre la sorella del terzo in linea di successione al trono del Commonwealth, George di Cambridge.

Per ironia o scherzo della sorte, i principali siti di informazione affiancano poco sopra o poco sotto all'immagine del neonato reale, quella di un altro neonato, molto meno Reale, ma ugualmente reale.

Nella ecatombe dei mari che continua imperturbabile ogni giorno infatti, sono oltre 2.000 i migranti soccorsi dalle navi della Marina Militare nel lungo fine settimana del Primo Maggio nelle acque dello Stretto di Sicilia, tra Lampedusa e la Libia. 

E a bordo del pattugliatore Bettica, che sta portando a riva 654 migranti recuperati in 4 interventi di soccorso, nella notte nasce una bambina. La piccola e la madre, imbarcata a travaglio iniziato, stanno bene. 

A bordo di un rimorchiatore che aveva soccorso alcuni migranti alla deriva in varie imbarcazioni, sono invece decedute due persone. In totale, i morti sono soltanto 10. 

La piccola non ha ancora un nome. O forse sì. Di sicuro non è un nome così lungo come quello della sua coetanea, nata nelle stesse ore, in quel d'Inghilterra. Di sicuro non ha reami. Di sicuro nessun cappellino bianco di lana, proveniente da chissà quale nobile sartoria. Di sicuro, non tarderà a scoprire da sola la differenza. 

Mysterium Iniquitatis. 




30/04/15

Londra, 17 anni dopo.




Mancavo da Londra dal 1997

Erano altri tempi, si viaggiava liberi, si viaggiava soli. Ma, diciassette anni dopo ho trovato una città molto cambiata. 

Londra è ormai il Regno dell'Opulenza. 

La ricchezza è esibita senza discrezione. Londra è ormai accessibile - per vivere, ma fra poco anche per viaggiare - solo per i redditi alti o altissimi. 

Il centro della città è stato colonizzato da arabi e russi.  Mai vista una tale concentrazione di auto di lusso. 

Londra, intendiamoci è sempre meravigliosa.  Ma è come se stesse subendo un processo simile a quello di Venezia: una città-museo, un tributo perpetuo alla immutabile tradizione britannica (che si vende così bene nel mondo), però piuttosto svuotato di anima, cioè di vita vera, quotidiana (anche a Venezia la vita vera, quotidiana, esiste ancora, ma è ormai una sparuta minoranza di esseri umani che per necessità e convenienza, oppure per semplice resistenza, vive ancora lì). 

Visitando Londra si capisce anche meglio il fenomeno dei figli di seconda o terza generazione, musulmani, che negli ultimi tempi, hanno lasciato l'Inghilterra - parlando la lingua perfettamente, vestendosi come i ragazzi di Londra, ascoltando la loro musica - per arruolarsi nelle file dell'Isis e andarsi a fare ammazzare o ammazzare in Medio Oriente. 

La frustrazione di appartenere ad una città-nazione (Londra) dove i beni sono accessibili a pochissimi, dove tutto è esibito, ma non disponibile (per questione di redditi, potere economico), dove con poche fermate di Tube si può, provenendo dai più lontani e umili sobborghi, girovagare per Harrod's, una specie di regno di Bengodi, dove però si può vedere e non toccare, dove si è sostanzialmente esclusi, questa frustrazione funziona evidentemente da detonatore (lungi dall'essere un alibi) di rabbie personali, che trovano rifugio al cospetto di ideali di rivendicazione religiosa ed etico-religiosa. 

Insomma, una visita a Londra spiega molto dell'oggi. 

E negli occhi, il colore del magnifico cielo di Londra, azzurro smagliante o grigio-piombo getta diversi semi di inquietudine. 


Fabrizio Falconi  

17/03/15

"Cristo e te siete tutto per me." L'iscrizione in un anello vecchio di 300 anni ritrovato nel fango in Inghilterra.



Le iniziali del proprietario e la data 1657 sono sul Bodkin, un tipo di stiletto. 

Oggetti trovati nel fango a Cornish saranno mostrati al pubblico dopo essere stati dichiarati tesoro nazionale. 

I pezzi includono un gancio in argento gancio Tudor, un solido punteruolo d'argento - una specie di stiletto nel 1657 - e un anello d'oro inscritto. 

I reperti sono stati trovati da esperti detectorists di metallo, i quali sono tenuti per legge a segnalare reperti preziosi. 

Sono esposti in mostra dal 12 marzo presso il Museo Reale di Cornwall. 

I reperti, subito chiamati "tesoro dichiarato" in un'inchiesta, sono stati trovati in un punto imprecisato nel West Cornwall, in Cornovaglia. 

Essi comprendono anche una metà di una coppia di gemelli argento con l'immagine di un cuore ardente stampato.

I reperti potrebbero procurare una ricompensa per i loro cercatori o potrebbero essere restituiti loro a seconda di procedimenti giudiziari che seguono tali scoperte. Fantastico il particolare dell'anello, vecchio di 300 anni, con l'iscrizione interna: "Christ and thee are all to me", Cristo e te siete tutto per me. 

fonte BBC


22/04/13

Un processo per adulterio - Il nuovo grande libro di Kate Summerscale.



Segnalo l'uscita di questo libro, che merita davvero. 


Dopo il grande successo di Omicidio a Road Hill House (Frontiere 2008 e Super ET 2011), Kate Summerscale torna in libreria con la storia vera di Mrs Isabella Robinson, una Lady vittoriana accusata di adulterio, e del controverso processo di divorzio che la vide protagonista. Isabella è infelicemente sposata con un ingegnere civile di Edimburgo, un uomo di «mentalità ristretta e temperamento violento», nonché personaggio «poco istruito, egoista e orgoglioso». 

Un matrimonio che non ha nulla a che vedere con l'amore e che, nell'estate del 1857, naufraga definitivamente davanti ai giudici del neonato tribunale londinese per i divorzi civili. Henry Robinson accusa Isabella di non essergli stata fedele e, come prova del suo tradimento, presenta alla corte il diario della moglie. 

«Nel corso di quei cinque giorni di processo migliaia di parole segrete scritte da Isabella Robinson furono lette davanti alla corte e riprodotte quasi integralmente dai giornali. Il diario conteneva descrizioni particolareggiate ed erotiche in cui si alternavano angoscia ed euforia, ed era un'opera più immorale e licenziosa di qualsiasi romanzo inglese contemporaneo». Il diario documenta gli struggimenti di Isabella per Edward Lane - un medico di dieci anni più giovane - e, nonostante non faccia piena luce su quello che è successo davvero tra di loro (sempre che qualcosa sia successo), solo un miracolo potrebbe impedire a una corte di giudici anziani e conservatori di condannare la donna. Gli avvocati di Lady Isabella, però, propongono una spiegazione alternativa: il diario non è altro che una «prova di romanzo», un'elaborata opera di fantasia scaturita dalla mente malata di una donna sconvolta dal demone dell'isteria. La rovina di Mrs Robinson è un magistrale affresco d'epoca. 

Un racconto avvincente e appassionante, nato dalla meticolosa ricostruzione di testimonianze, documenti e fatti. Un viaggio nel cuore e nei pensieri di una donna libera, intelligente e anticonformista, troppo presto. Un'eroina moderna, «aliena in un'epoca aliena», che Kate Summerscale ci restituisce in tutte le sue travolgenti contraddizioni. 


23/11/12

Scrittori: nel 2013 per C. S. Lewis un posto d'onore nella Westminster Abbey.


Lo scrittore britannico CliveStaples Lewis (1898-1963) conquisterà un posto d'onore nella Westminster Abbey nel 2013. 

Un memoriale di marmo sara' inaugurato nella storica abbazia di Londra il 22 novembre dell'anno prossimo, giorno esatto del cinquantesimo anniversario della morte dell'autore del ciclo di romanzi "Le cronache di Narnia" (con 100 milioni di copie vendute nel mondo) e segnera' il culmine delle celebrazioni commemorative che si svolgeranno in suo onore in Gran Bretagna durante tutto il 2013. 

Il nome di Lewis sara' scolpito in un monumento nel Poets'Corner, il mitico 'angolo dei poeti' di Westminster dove si trovano le iscrizioni marmoree e le tombe in ricordo di grandi nomi della letteratura inglese come William Shakespeare, Geoffrey Chaucher, John Keats, William Blake, Charle Dickens e T.S. Eliot, grazie ad una tradizione che va avanti da quasi 600 anni. 

L'annuncio dell'ingresso dell'autore di "Lettere a Berlicche" nel Poets' Corner e' stato dato dal reverendo Vernon White, canonico e teologo della Westminster Abbey. "C.S. Lewis e' stato uno straordinario, immaginifico e rigoroso scrittore e pensatore", ha detto White parlando con la Bbc, "e soprattutto e' stato un convinto sostenitore della fede cristiana e della sua capacita' di essere credibile e attrattiva". 

Lo scrittore, ha aggiunto il teologo di Westminster, ha avuto ed ha ancora "una durevole influenza sulla nostra vita culturale". 

L'ultimo scrittore a fare il suo ingresso nell"angolo dei poeti' dell'abbazia e' stato nello scorso dicembre Ted Hughes. 

05/06/12

'Messaggero d'amore' di Leslie P.Hartley - Recensione.



Nutrimenti editore meritoriamente ri-pubblica in Italia dopo parecchi anni L'età incerta (The Go-Between) romanzo di L.P. Hartley, pubblicato a Londra nel 1953, e conosciuto per il film che ne fu tratto, Messaggero d'amore (titolo italiano di The Go-Between) nel 1970 diretto da Joseph Losey, vincitore del Grand Prix come miglior film al Festival di Cannes 1971.

Meritoriamente perché si tratta davvero di un grande romanzo. 

La storia: Leo Colston è un tredicenne che al termine dell'anno scolastico 1899-1900 viene mandato per un periodo di vacanza estivo nella magnifica residenza di Brandham Hall, presso la famiglia del compagno di classe Marcus.  

Qui Leo conoscerà e si innamorerà della sorella maggiore di Marcus,  Marian, promessa sposa del nono visconte di Trimingham (ferito in guerra), diventando il suo inconsapevole corriere: Marian ha infatti una relazione con il fattore Ted e Leo si presta, senza esserne consapevole, a fare da tramite per la consegna della loro corrispondenza amorosa.  Fino al tragico epilogo finale.

E' uno straordinario, finissimo romanzo, tutto giocato sulla psicologia del giovane Leo, che con i suoi occhi incontaminati osserva e scopre il mondo oscuro (e anche goffo) degli adulti.

Tradito e corrotto, Leo avrà la sua iniziazione e non basteranno a salvarlo le sue protezioni "magiche" alle quali ha preso ad appassionarsi da quando ha scoperto casualmente di "poter cambiare il corso degli eventi"; il suo culto per la botanica e per lo Zodiaco; la sua capacità di introspezione.

Bildungsroman sui generis,  Messaggero d'amore è una straordinaria opera sensibile, quieta e allo stesso tempo sottilmente febbrile, che ad ogni pagina induce il lettore a scoprire qualcosa di sé oltre che della semplice vicenda incantata..  

Fabrizio Falconi 

09/09/11

"Turisti nel tempo", Intervista a Ian Mc Ewan - di F.Falconi.



Nelle sue ‘passeggiate romane’  ciò che più ha attratto Ian Mc Ewan sono i cancelli elettronici posti a sorveglianza della Cappella Sistina e dei Musei Vaticani: “Messaggi registrati, display elettronici, cartelli dappertutto. Sarebbe molto difficile per un puro di cuore, lì dentro, un apprezzamento innocente dell’opera d’arte, guardare, amare e basta.”

Lo scrittore inglese è nel nostro paese per visitare il set di Cortesie per gli Ospiti, il film che il regista Paul Schrader sta girando per una coproduzione italo americana,  tratto dal suo secondo romanzo, in Italia pubblicato da Einaudi nel 1981.

Prima sorpresa: lo script del film porta la firma di Harold Pinter, non la sua. Come mai: “Pinter è un mio amico – risponde Mc Ewan stringendo gli occhi sotto le lenti da miope – Ci siamo visti prima che lui iniziasse il lavoro. Mi ha fatto qualche domanda. Io penso che o si è coinvolti interamente in un progett, o è meglio non entrarci per niente.”  E’ comunque entusiasta del set, che ha visitato nella mattina, allestito nel grande Teatro Uno degli Studi Pontini, dove Gianni Quaranta, il direttore delle scene, ha ricostruito un intero palazzo veneziano, quello in cui si svolge l’incontro tra la giovane coppia di turisti inglesi e Robert, l’inquietante e ambiguo protagonista del romano.

“ Di meglio era impossibile avere,” commenta Mc Ewan a proposito degli attori: Christopher Walken è Robert, Helen Mirren sua moglie, Rupert Everett e Natasha Richardson, la giovane figlia di Vanessa Redgrave, la coppia di turisti inglesi. Lo scrittore nutre una grande ammirazione per Paul Schrader, con cui condivide il carattere introverso e le parole misurate, retaggio per entrambi, forse, di una educazione severa – Schrader educato dai Gesuiti, Mc Ewan nei più selezionati college inglesi. Da Taxi Driver Schrader è uno dei migliori sceneggiatori americani; come regista ha firmato film controversi, subito diventati cult soprattutto in Europa, come Il bacio della pantera, Mishima, o il recente Patty.  “Quando gira, Schrader ha una cura molto simile a quella che ho io nel controllo della scrittura – dice Mc Ewan – Ma nel film c’è più enfasi, i personaggi sono diversi.”

Come sceneggiatore Mc Ewan, con The ploghsman’s lunch, ha scritto uno dei più bei film inglesi dell’ultimo decennio. “ Per molto tempo il cinema mi ha dato da vivere. Una volta, fino a qualche anno fa, in Inghilterra non avresti mai potuto vivere con i proventi di un libro. Oggi puoi farlo. Non voglio apparire ottimista, ma in Inghilterra, c’è molto fermento in questo periodo. Tra i lettori e tra gli scrittori.   Gente come Timothy Mo o Salman Rushdie, le cui esperienze arrivano da molto lontano, ha portato una nuova linfa alla letteratura e alla lingua britanniche. Non credo affatto che la letteratura risenta in Inghilterra della impasse politico in cui versa il paese. E credo che quando questo governo cadrà, la gente capirà di aver esagerato riguardo ai danni che il governo stesso ha causato.  Non dovremmo confondere il nostro governo con quello di Ceausescu, che limita attualmente l’immagine e la fantasia. Da noi gli scrittori sono liberi.”

E in effetti Mc Ewan ha rappresentato anche tra i giovani scrittori un modello, proprio a causa della sua "totale libertà" di scrittura. I primi racconti - Primo amore, ultimi riti, del 1975 e Fra le lenzuola del '76 - affrontavano temi duri come la pedofilia o l'incesto da un punto di vista del tutto straniato.  Oggi però, dopo Bambini nel Tempo, che Einaudi ha pubblicato in Italia alla fine dello scorso anno, Mc Ewan si scopre diverso. "Credo di essere cresciuto  molto lentamente come scrittore: sto apprendendo molto. Credo che dopo Cortesie per gli Ospiti, il romanzo che ora sta girando Schrader, ci sia stata come una morte dentro di me. Ho lavorato per il cinema, ho allargato i miei interessi.   Così, nel 1983, quando ho cominciato a scrivere Bambini nel Tempo, ho sentito che ero pronto a rischiare un argomento più importante, usando invece di un solo piano narrativo, tre o quattro diversi livelli."

E in effetti gran parte della critica ha parlato di Bambini nel tempo come di un romanzo della 'compiutezza', della 'maturità'. Mc Ewan non è d'accordo: "Semmai si tratta di un punto di partenza - dice - l'inizio di un cambiamento, di una 'crisi di mezza età'. Non sono d'accordo con chi vuole intravedere una svolta. Tutti i miei libri lo sono, forse Bambini nel tempo lo è più degli altri. "

Bambini nel tempo è forse il segnale di una nuova raggiunta condizione, quella di padre. Nel 1982 Mc Ewan ha sposato Penny, che aveva già due figlie di 14 e 16 anni. Dal matrimonio sono nati poi Gregory e William, che oggi ha tre anni.  E se Bambini nel Tempo è l'inizio, quale sarà il seguito ?  Il seguito è già cominciato, perché Mc Ewan ha da poco finito il suo nuovo romanzo. Uscirà contemporaneamente in tutta Europa nel prossimo marzo - distribuito da Einaudi - più o meno nello stesso periodo in cui il film di Schrader sarà pronto per il Festival di Cannes.  "Quello che posso dire a proposito del romanzo che ho appena finito è che non ho mai provato piacere più grande nello scrivere. L'ho scritto molto velocemente in quattordici mesi e ha due titoli diversi. In inglese si chiama The Innocent, ma l'editore lo ha voluto chiamare con il suo primo titolo, Lettera da Berlino. E infatti la storia è ambientata a Berlino e riguarda la fine della guerra fredda.  E' curioso perché alla fine del libro il protagonista decide di ritornare a Berlino dopo molti anni, in compagnia della giovane donna tedesca che aveva amato tanti anni prima, e decide di farlo perché vuole vedere il muro prima che venga abbattuto. E così, non potevo immaginare minimamente che dopo tre mesi che avevo finito il libro, il muro sarebbe stato finalmente abbattuto."

Ed è felice come un bambino McEwan, per nulla preoccupato che questa eccessiva "tempestività" possa essergli rinfacciata.  "Non è comunque un libro politico - vuole precisare - è una storia d'amore tra un uomo inglese e una donna tedesca. Ma la storia d'amore diventa  una specie di terreno di battaglia più grande, che si inserisce nel quadro politico del dopoguerra e coinvolge le lotte tra i servizi segreti di diverse nazioni e la costruzione di un tunnel segreto nel cuore di Berlino."

E' ancora un romanzo a più strati, sembra di capire.  "Sì, ultimamente vengono fuori così e da una parte mi dispiace, perché la lunghezza ideale, quella verso la quale vorrei tornare, è quella del mio primo romanzo, The cement garden. Gli editori mi chiedevano continuamente un romanzo, ma io rinviavo perché non avevo una buona storia da scrivere.  E quando l'ho avuta, è venuta fuori molto rapidamente.  The cement garden è molto corto, la struttura è molto simile a quella di un racconto, ed è proprio la lunghezza alla quale vorrei tornare: cinquantamila parole. La stessa lunghezza di Morte a Venezia di Thomas Mann e di Cuore di Tenebra di Conrad, di Giro di Vite di James e della Metamorfosi di Kafka.  Penso che questi quattro scrittori abbiano fatto le loro cose migliori proprio su questo 'formato'.  E' una lunghezza meravigliosa, la mia idea di libro ideale è quella di un libro che può essere letto in tre ore."

Fabrizio Falconi - "Turisti nel tempo", incontro con Ian Mc Ewan, Il manifesto del 17 dicembre 1989.



27/03/11

Il discorso del Re - La forza morale di un popolo.



E' un bellissimo film, Il Discorso del Re, di Tom Hooper, che ha fatto man bassa di premi nella notte degli Oscar. E' un bellissimo film non solo per il suo valore cinematografico, ma perché ricostruisce - senza compiacimenti o voli pindarici - la figura del re Giorgio VI di Inghilterra, padre di Elisabetta, che ebbe un ruolo così importante negli anni della IIa guerra mondiale, quando l'Inghilterra resistette alle bombe di Hitler, e insieme agli alleati americani e russi riuscì a sconfiggere il demone nazista che minacciava di impadronirsi del mondo.

Re Giorgio, nato Albert Frederick Arthur George Windsor viene descritto con le sue umane debolezze, le sue paure, i suoi scatti di rabbia. E' un re 'suo malgrado', che diventa re - a posteriori potremmo dire 'provvidenzialmente'... chissà altrimenti la storia come sarebbe andata - solo in seguito alle bizzarrìe del fratello primogenito, il famoso e chiacchierato Edoardo VIII - un numero cardinale che non porta molto bene ai regnanti inglesi - che rinunciò al trono per sposare Wallis Simpson.

Re Giorgio trova dentro se stesso - e soprattutto nel suo popolo - le qualità morali che gli permetteranno di diventare un simbolo nella lotta contro i tedeschi. Le troverà grazie anche al logopedista/guru Lionel Logue - realmente esistito - che lo aiuterà a sconfiggere la penalizzante balbuzie e a renderlo degno del suo ruolo di sovrano.

Un film che fa molto riflettere, su quali sono le cose realmente importanti della vita. E da cui si apprende la lezione che la semplicità, il fare il proprio dovere, è quel che si richiede alle nostre esistenze - a qualsiasi lignaggio si appartenga - per far sì che esse siano degne di essere vissute.