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21/10/15

"Io e Ingrid", il bellissimo documentario nelle sale, nel centenario della nascita di Ingrid Bergman.




Cercatelo, se potete.  Al cinema è difficile - è stato un evento simultaneo solo per due giorni - ma il dvd sarà presto reperibile.

Ieri ho visto il documentario Io e Ingrid, realizzato da Stig Björkman, con preziose immagini di repertorio, ricordi privati e l’immensa mole di pensieri contenuti nel diario che l’attrice teneva giornalmente come ha raccontato la figlia Isabella Rossellini, la cui voce è il fil rouge di questo memoir.

Sto cominciando a tenere un diario e lo aggiornerò sempre. Ho 14 anni, 2 mesi, 3 giorni. Sono nata il 25 agosto 1915. Sono vivace, indisponente, cocciuta e selvaggia. Sono Ingrid Bergman. Anno 1929.

Sono le prime parole del diario, cui Ingrid manterrà fede per tutta la vita.

E' l'omaggio alla diva svedese nel centenario della sua nascita. Un collage di ricordi, interviste, lettere e filmati di famiglia inediti, provenienti dall’archivio privato della diva (che amava girare sempre con la sua inseparabile cinepresa super 8), con le testimonianze di amici e artisti che hanno avuto il privilegio di conoscerla e di lavorare con lei.

Ma è molto più di questo.

Il docu-film è un ritratto autentico senza nessun intento oleografico.  Le testimonianze dei figli non trascurano le ombre di una donna autentica, che fece scelte molto coraggiose nella sua vita, accettandone le conseguenze. 

«Mia madre era una delle prime donne veramente indipendenti...diventare attrice è stato come rispondere a una vocazione. Diceva sempre che non era stata lei a scegliere la recitazione, ma tutto il contrario», racconta Isabella.

Sono molte le immagini che non si dimenticano di questo film.  In particolare quelle del primo provino per David O. Selznick, che la chiamò ad Hollywood - senza trucco e senza rossetto, veramente stabiliante (per capire cosa significa possedere un'aura).

I frammenti di un mondo perduto, ma rimasti impressi nella memoria collettiva - forse per intere generazioni future. 

Fabrizio Falconi

10/10/15

Il ricordo di Ingrid Bergman all'Auditorium di Roma: "Era una donna coraggiosa e libera".





Una donna coraggiosa e libera, che amava profondamente la vita, "con un grande senso dell'umorismo. Robert Capa le scriveva di essere innamorato della sua natura gioiosa". 

Per Isabella Rossellini, sono fra gli aspetti della madre, che emergono in 'The Ingrid Bergmantribute', del quale sara' voce narrante, insieme a Christian De Sica, domani alle 21 nella Sala Sinopoli dell'Auditorium Parcodella Musica di Roma. 

Un omaggio teatrale, in occasione dei 100 anni dalla nascita dell'attrice, che unisce letture, ricordi, lettere, decine di foto e filmati, molti dei quali girati da Ingrid stessa, provenienti dall'archivio di famiglia

Un viaggio, coprodotto da Ponderosa Music & Art con Fondazione Musica per Roma, e in collaborazione con Fondazione Cinema per Roma, ideato e scritto da Ludovica Damiani e Guido Torlonia (anche regista), insieme ad Isabella Rossellini, che arriva nella capitale dopo le due tappe con Jeremy Irons, a Londra il 6 settembre e a New York, il 12, e quella a Parigi il 5 ottobre con Fanny Ardant e Gerard Depardieu. 

"Avevo visto gli spettacoli di Ludovica e Guido su Fellini e Visconti e gli ho chiesto se fosse possibile pensarne uno su mamma - spiega Isabella, sorridente e in splendida forma, caschetto nero e piumino crema -. Quest'anno per lei ci sono state tante iniziative. Come a Cannes, che le ha dedicato il poster; quando l'ho vista gigantesca, sulla Croisette, ho detto a Thierry Fremaux 'Ora mamma non mi manca piu".

Poi ci sono stati il libro per Schirmer/Mosel (Ingrid Bergman - A life in pictures), per cui abbiamo selezionato 600 foto tra oltre 6000, varie retrospettive e il bel documentario di Stig Bjorkman, Io sono Ingrid (in uscita il 19 e 20 ottobre, con Bim, ndr). 

Sono contentissima di poterla ricordare, ma il senso e' anche rendere omaggio al cinema, che insieme al rock e' stata l'arte piu' amata nell'ultimo secolo". 

Che strada segue lo spettacolo? "Siamo stati tanto perseguitati sulla nostra vita privata, che mi sentivo male a parlare della Ingrid più intima. Più che rispondere a domande come 'Perche' si separo' da mio padre', che magari sono curiosità vostre ma non mie, si parla della sua vocazione e integrita' d'artista, degli incontri che ha fatto, da Hitchcock a Hemingway" sottolinea Isabella Rossellini. 

Liv Ullmann "definisce mamma una della prime donne indipendenti in quest'ambiente. Infatti ha lavorato in cinque lingue, ha saputo affermarsi sia in Europa che in America, ed e' riuscita a riprendere la carriera piu' volte anche dopo forzati stop, come quello piu' grave, negli anni '50 negli Stati Uniti dopo la denuncia pubblica di un senatore, per la relazione di mamma con papà (Roberto Rossellini, all'epoca erano entrambi sposati, ndr) e l'essere rimasta incinta prima di avere ottenuto il divorzio". 

Filo rosso del racconto e' l'autobiografia della Bergman, uscita nel 1980, due anni prima della morte. 

"Quando si scopri' la sua malattia, nel 1978, mio fratello le ha consigliato di scrivere la sua storia, perche' dopo in tanti avrebbero scritto cose false". 

 Rispetto alle versioni dello spettacolo di Londra e New York "con lo splendido contrasto tra le voci di Jeremy e Isabella" e Parigi "dove il coro tra Isabella, la Ardant e Depardieu e' stato sentimentale e introspettivo", dicono Ludovica Damiani e Guido Torlonia, "questa di Roma e' la versione piu' di famiglia - sottolinea Isabella Rossellini - anche perche' Christian e' l'unico fra gli interpreti ad aver conosciuto mamma". 

"Perche' sono piu' vecchio - scherza De Sica -. Con Isabella ci siamo incontrati da ragazzi, a Santa Marinella, e poi a 18 anni ci siamo fidanzati. Quando sono andato a conoscere la madre in Francia per me e' stato come vedere la Madonna, era una donna straordinaria e simpaticissima". Isabella Rossellini, che vedremo presto sul grande schermo con Jennifer Lawrence in Joy di David O. Russell ("sto anche per iniziare a scrivere un nuovo monologo, dedicato agli animali" dice), ritrova con la madre "soprattutto una somiglianza fisica. A volte anch'io confondo le nostre foto".