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31/05/17

"Il logista" di Federica Fantozzi - un Thriller di respiro internazionale.






Fa piacere, nell'intrico delle uscite editoriali italiane, dove sovrabbonda (a rischio saturazione) il genere giallo-thriller - evidentemente ritenuto sempre appetibile dai lettori - un libro giallo ben scritto, Il logista, che tiene fino alla fine e racconta una storia credibilmente articolata. 

Federica Fantozzi racconta di una giornalista probabilmente alter ego -  l'autrice dice di aver tratto ispirazione per questo libro dopo che il suo lavoro di reporter l'ha portata a seguire i tragici esiti dell'attentato al Bataclan di Parigi del novembre 2015 - che vive e lavora a Roma, frequentando i classici luoghi delle serate alcoliche di Ponte Milvio. 

E' in una mattina, in uno dei caffè della zona, che Amalia Pinter - questo il nome della protagonista - incontra un amico dell'Università,  Tancredi, perso di vista da tempo, al quale chiede supporto per il caso che sta seguendo: la morte di una giovane coppia di romani morti in un attentato - presumibilmente jihadista -  alle Maldive.  

Tancredi da anni si è trasferito a Londra, ma ha una vita segreta: ha fondato una società (chiamata Stinger) con la quale si è messo in strani traffici. 

Amalia dovrà scoprire di cosa si tratta e rischierà di finirne travolta quando, invitata a cena da Tancredi, che promette di svelarle qualche intuizione sulla morte dei due italiani,  lo trova morto accanto a una bottiglia di whisky e a della droga. 

Sembra un suicidio, ma ovviamente non lo è.  Tancredi, anzi, è la chiave di molte piste, come capisce subito Amalia mettendosi sulle tracce di quelli che lo conoscevano, uno zio, un amico libanese reticente. 

Comincia da qui, attraverso un calibrato dispensare di colpi di scena, la rincorsa di Amalia a quella verità sfuggente e anche onirica che le si presenta e che - come una prova di consapevolezza - deve affrontare, richiamata e al contempo messa in guardia dalla simbologia fatale dello scorpione, insetto pericoloso ed esteticamente notevole, che rappresenta la crudeltà inaspettata, fino a un gustosissimo epilogo che ha come teatro lo Stadio Olimpico di Roma durante una normale domenica calcistica. 

Insomma, questo potrà non piacere ai maniaci dell'esterofilia, i quali sembrano pretendere a forza che un giallo debba essere ambientato nelle gelate brughiere scandinave per essere allettante.  Non è così. E anzi, nell'intrigo internazionale, l'ambientazione romana - che l'autrice conosce molto bene - è il vero dato di forza di questo romanzo, che ha il dono della leggerezza, non della banalità.


Fabrizio Falconi