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07/02/21

Libro del Giorno: "La casa di Parigi" di Elizabeth Bowen

 


Pubblcato anni fa in una versione tagliata dalla casa editrice Essedue, “La casa di Parigi”  è tornato in libreria pubblicato da Sonzogno nella collana diretta da Irene Bignardi e in  versione integrale, tradotto da Alessandra di Luzio accompagnato da una postfazione di Leonetta Bentivoglio.

Da molti considerato il capolavoro di Elizabeth Bowen (1899-1973) una delle più raffinate e importanti scrittrici del novecento anglosassone, irlandese che visse molto a Londra, affiliandosi al celebre circolo di Bloomsbury, profondamente ammirata da Virginia Woolf, "La casa di Parigi" è un romanzo vischioso, che avvolge come un incantesimo e conduce il lettore attraverso un misterioso viaggio nella psicologia e nei destini di pochi personaggi.

Siamo a Parigi, in inverno, la Grande guerra è finita da poco, aleggia sulla città un'atmosfera cupa e grigia. Alla Gare du Nord scende Henrietta, undici anni, con in mano la sua scimmietta di pezza. Viene a prenderla la signorina Fisher, un'amica di famiglia che la ospiterà per una intera giornata in un elegante appartamento, in attesa di farla ripartire per il Sud della Francia. 

In quella casa borghese, dal confortevole odore di pulito, Henrietta si imbatte in una gradita sorpresa: c'è un suo coetaneo, il fragile Leopold, avviato verso un futuro incerto. 

Tra i due bambini, estremamente sensibili e inquieti, dopo l'iniziale diffidenza, si accende la curiosità: di ciascuno nei confronti dell'altro, e di entrambi verso il misterioso mondo degli adulti. 

I due fanciulli, grazie agli indizi disseminati attorno a loro, rivivono, tra immaginazione e realtà, le tormentate storie d'amore dei grandi, in particolare quella scandalosa tra la madre di Leopold e il suo padre naturale. 

Acclamato come un classico al momento della pubblicazione (1935), "La casa di Parigi", oltre a mettere in scena una passione sentimentale, è un acuto studio psicologico e un esercizio di finezza letteraria sulla prima irruzione del dolore, sulla scoperta del sesso, sulla perdita dell'innocenza e sull'intrico delle conseguenze e del danno. 

Un romanzo importante, dalla cadenza solenne e dalla prosa jamesiana che desta ammirazione per la profondità psicologica e la capacità descrittiva, dei paesaggi naturali e umani.

Elizabeth Bowen

La Casa di Parigi

Sonzogno, Venezia 2016

Traduzione di Alessandra Di Luzio

Postfazione di Leonetta Bentivoglio

286 pagine, Euro 15

28/01/17

James Joyce a Roma : in questa casa concepì per la prima volta l' "Ulisse".



James Joyce, notoriamente, non amava Roma. 

Vi capitò come turista, soggiornandovi per alcuni mesi, dall'agosto del 1906 fino ai primi del 1907.  Nei suoi diari la descrive implacabilmente come una città sporca e detestabile. 

Ed è celebre quel lapidario commento che scrisse al termine di una visita ai Fori: Roma mi fa pensare a un uomo che viva esibendo ai turisti il cadavere di sua nonna. 

Tanto livore nei confronti della Città Eterna, non fu però ricambiato se è vero, come è vero che proprio a Roma, nell'appartamento di Via Frattina al numero 52, al terzo piano (dove la lapide qui sopra ricorda il suo passaggio) Joyce concepì per la prima volta l'idea di scrivere l'Ulisse, la sua opera immortale. 

Joyce era, come si sa un irrequieto: i biografi raccontano che il genio irlandese combatteva l'inquietudine bevendo e trasferendosi senza pace da una città all'altro, appena se ne stancava. 

Nella casa di Via Frattina lo scrittore si sistemò con la moglie Nora e il figlio. 

Ai primi di gennaio cambiò appartamento e si trasferì in Via Monte Brianzo. 

Da qui spedì la lettera al fratello Stan, in Irlanda, informandolo che stava pensando di scrivere un romanzo intitolato Ulisse, per dar conto della vita degli ebrei a Dublino.

Dopo pochi giorni in una nuova lettera scrisse al fratello che aveva accantonato il progetto, troppo impegnativo.   Allo stesso tempo, stanco di Roma, comunicava la decisione di cercare lavoro a Marsiglia.  Le circostanze invece lo portarono a Trieste, con gli esiti che sappiamo.  

L'ultima serata del suo soggiorno romano la passò al Pincio, bevendo fino ad ubriacarsi, e facendosi derubare della liquidazione della banca, che aveva mostrato spavaldamente agli avventori del caffè. 

Soltanto i modesti risparmi di Nora gli consentirono di acquistare i biglietti per Trieste e di liberarsi finalmente di Roma. 

Non dell'Ulisse, però, che a Roma fu concepito per la prima volta e che diventerà, negli anni seguenti l'ossessione e il trionfo dello scrittore irlandese. 


Fabrizio Falconi 


13/06/16

Il 16 GIUGNO "Bloomsday" a Spoleto - Lettura integrale dell'Ulisse di Joyce.



Giovedi' 16 giugno si festeggera', per la prima volta a Spoleto, il "Bloomsday", una giornata dedicata alla lettura integrale dell'Ulisse di Joyce, le cui vicende, che hanno come protagonista Leopold Bloom, si svolgono in una sola giornata, appunto il 16 giugno

L'iniziativa dal Comune di Spoleto - riferisce una nota dell'ente - ha ricevuto il patrocinio dell'Ambasciata d'Irlanda

Spoleto viene nominata nelle pagine del capolavoro dell'autore irlandese: leggendo nelle lettere di Joyce si scopre infatti che in una cartolina postale del luglio 1906 indirizzata al fratello si fa cenno a un transito per la città del Festival, quando lo scrittore si sposto' in treno da Ancona a Roma

In sintonia con la struttura narrativa e tematica della vicenda di Leopold Bloom, che usci' di casa al mattino e rincaso' la sera, la lettura integrale e collettiva dell'Ulisse di Joyce comincera' al mattino alle 8 per seguire la scansione temporale della giornata raccontata nel romanzo, facendo colazione insieme e proseguendo il racconto senza pause fino alla fine, nella notte



16/06/12

Bloomsday 2012 - in tutto il mondo si celebra James Joyce.



Primo Bloomsday 'libero' in tutto il mondo, oggi, dopo la scadenza dei diritti d'autore sulle opere dello scrittore irlandese James Augustine Aloysius Joyce, per tutti James Joyce, (1882-1941), entrati nel pubblico dominio lo scorso 1 gennaio. 

Finora chi voleva organizzare celebrazioni con letture pubbliche dell''Ulisse', pubblicato per la prima volta nel 1922, doveva fare i conti con le severe restrizioni del nipote dello scrittore, Stephen Joyce , 80 anni, che vive a Parigi, erede dell'autore di 'Gente di Dublino'. 

Con l'edizione 2012 del 'Bloomsday' e' possibile utilizzare liberamente il testo dell'Ulisse'' senza dover chiedere l'autorizzazione agli eredi di Joyce. 

Come di consueto fulcro delle celebrazioni e' Dublino, dove il James Joyce Centre ha organizzato un vero e proprio Bloomsday Festival che culmina oggi con la 'Bloomsday Breakfast', una colazione tradizionale irlandese che verra' servita a centinaia di persone nella Gresham Ballroom. 

Il romanzo 'Ulisse' si svolge nell'arco di una sola giornata (il 16 giugno 1904) a Dublino, protagonista Leopold Bloom. 

Per celebrare la festa laica in onore di Joyce e del suo capolavoro nella capitale irlandese si tengono per l'intera giornata reading, conferenze, spettacoli, visite guidate ai luoghi cari a Joyce e passeggiate notturne. 

Manifestazioni celebrative, anche se piu' ridotte, si svolgono in un centinaio di comuni irlandesi e con il coordinamento del James Joyce Centre in Usa e in Europa come a Sesto Fiorentino (Firenze), Parigi, Londra, Bucarest, Copenhagen, Oslo, Vilnius. In Italia, dunque e' Sesto Fiorentino il comune che festeggia ufficialmente il 'Bloomsday'. Il filosofo Giulio Giorello presenta stamattina alla Biblioteca Ragionieri la nuova traduzione italiana di 'Ulisse' (Newton Compton). Insieme a Giorello Enrico Terrinoni, traduttore e curatore della nuova edizione che arriva oltre cinquant'anni dopo la prima, e finora unica, traduzione del fiorentino Giulio De Angelis, data alle stampe da Mondadori nel 1960.