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27/11/19

Il Mistero del Masso di Cichero: segni umani o della natura ?





Continua il mistero intorno al cosiddetto masso di Cichero, che recentemente ha dato parecchi grattacapi agli esperti epigrafisti d'Italia. 

Si tratta di un masso di arenaria di circa 15 metri quadrati rinvenuto a 800 metri di altitudine sulle pendici del monte Ramaceto, in localita' Cichero nel comune di San Colombano Certenoli, entroterra del Tigullio, in Liguria. 

L'ultimo pronunciamento è quello della Sovrintendenza ligure chiamata ad esprimersi sulle origini dei misteriosi segni visibili sulla superficie del Masso che hanno richiamato molti turisti e appassionati nella zona. 

Secondo la sovrintendenza, il masso non sarebbe archeologicamente interessante perché le incisioni che riporta non sarebbero opera dell'uomo, ma della natura. 

Pronunciamento che non lascia soddisfatti molti: si tratta infatti di incisioni regolari, tanti tagli ripetuti che formano una teoria di segni molto suggestivi.

Il parere è dunque una doccia fredda per chi in quella roccia aveva visto un rilancio turistico: una donna originaria della Fontanabuona residente a New York aveva donato 7 mila euro per ripulire il sentiero che porta al masso, risistemare e mettere in sicurezza l'area e apporre una cartellonistica adeguata. E con la promessa che sarebbero arrivati altri fondi per approfondire gli studi. 

Quei segni erano stati identificati dal crittografo Giovanni Mennella, come incisioni dell'uomo: segni religiosi o contabili. 



E invece secondo il pool di esperti incaricato dalla Sovrintendenza, quei segni sarebbero riconducibili a processi naturali di fratturazione della roccia. 

"Ci siamo rimasti male - rivela la consigliera comunale Carla Casella - ma il prof. Mennella non si dà assolutamente per vinto e  mi ha detto che presenterà una nuova relazione che avvalora la sua tesi. Di sicuro c'e' che il masso di Cichero sia una pietra molto interessante al di la' di come quei segni siano stati fatti". 



16/10/17

Il Mistero del "Disco di Libarna" - un affascinante rebus svelato dagli scienziati.



E' stato svelato che cosa e' il cosiddetto 'Disco di Libarna', oggetto risalente al I secolo dopo Cristo. 

Il reperto, unico in Europa, conservato al museo di Archeologia ligure, catalogato come peso, e' invece uno strumento astronomico. 

Scoperto anche il suo funzionamento. Il disco era utilizzato per determinare il nord celeste e calcolare le lunazioni. 

Venne ritrovato durante gli scavi di Libarna, antica citta' romana, a Serravalle Scrivia (Alessandria).

Il disco, di pochi centimetri di diametro, presenta due facce differenti, divise in settori e decorate. La faccia principale ha 13 lunette, l'altra 4 settori circolari che rappresentano le stagioni a cui sono legate tre lunazioni e quattro anni solari che, con il quinto della faccia opposta, rappresentano i cinque anni del calendario di Coligny. 

A scoprirne il funzionamento e' stato il professor Guido Cossard, esperto di archeo-astronomia. Il Disco di Libarna sara' presentato al Festival della scienza di Genova il 27 ottobre e il 28 in una conferenza dedicata alla Luna.


"Gli antichi da sempre si sono posti il problema delle lunazioni - spiega Cossard - ma anche quello di determinare il nord per poter costruire le citta' in armonia con il cosmo. Per trovare questa armonia era necessario che l'asse principale della citta', chiamato cardo, fosse parallelo all'asse dell'universo. Ma come si poteva determinare la direzione corretta? A partire dal sesto secolo avanti Cristo, i cinesi utilizzavano uno strumento, il Pi, che consisteva in un disco forato. I miei studi hanno potuto cosi' affermare, che il Disco di Libarna poteva essere un vero strumento utilizzato in astronomia, proprio come il Pi cinese"

Grazie alla collaborazione con l'Osservatorio astronomico del Righi di Genova, chiesta dalla direttrice del museo, e allo studio di Cossard, e' stato stabilito l'utilizzo del disco. 

 "Durante l'allestimento degli spazi museali dedicati alle citta' romane liguri - spiega la direttrice del museo Patrizia Garibaldi - abbiamo posto la nostra attenzione su questo misterioso disco di piombo che era stato catalogato come 'peso'. Ipotesi che non ci convinceva per la forma e le particolari incisioni, che facevano pensare a qualcosa legato all'astronomia". 

Da qui la richiesta di collaborazione all'Osservatorio astronomico del Righi. "La nostra interpretazione sul disco di Libarna - spiega il direttore dell'Ossservatorio Walter Riva - e' che servisse per la sincronizzazione del calendario solare a quello lunare.

18/12/15

Da oggi il Parco nazionale delle Cinque Terre diventa Parco Letterario Eugenio Montale.




Da oggi il Parco Nazionale delle Cinque Terre è anche Parco Letterario® Eugenio Montale e delle Cinque Terre. 

Con questo progetto dell'Ente Parco e del Comune di Monterosso il territorio delle Cinque Terre entra a far parte della rete dei Parchi Letterari® che fanno capo alla Società Dante Alighieri con l'intento di legare la valorizzazione dell'ambiente e del paesaggio alle ispirazioni letterarie che quella natura e quel paesaggio hanno raccontato, favorendo una offerta turistica mirata alla conoscenza dei luoghi e delle tradizioni italiane

I versi di Eugenio Montale e i suoi scritti sui luoghi che egli ha a lungo frequentato rimangono fanno parte di questo territorio che ha ospitato e ispirato molti artisti. 



Dopo la menzione speciale del Premio Europeo del Paesaggio conseguita nel 2015 elargita dal Ministero dei Beni Culturali al Parco Nazionale delle Cinque Terre e la Carta Europea del Turismo Sostenibile ricevuta nei giorni scorsi presso il Parlamento Europeo, arriviamo a un progetto di protezione attiva rivolta all'ambiente e al paesaggio non come risorse di un museo severo, ma di una fonte viva e cangiante di cultura, di ispirazione e di sempre nuove espressioni artistiche. 

Un processo che grazie alla sensibilità dei Comitati della Società Dante Alighieri nel mondo abbraccia oggi anche quelle seconde e terze generazioni di italiani che vivono lontano dalle nostre coste ma che sono consapevolezza e conoscenza delle memorie dei luoghi di origine delle loro famiglie.

Istituire un Parco letterario dedicato a Montale in un luogo, le sue Cinque Terre, tra gli esempi più evidenti di quanto l'iterazione tra uomo e ambiente possa generare una bellezza perfetta ma fragile e bisognosa di cure continue, non significa quindi aprire o riscoprire solo dei percorsi letterari o contemplativi, ma contribuire a introdurre il lettore/viaggiatore al rispetto di un ambiente unico. 

Da qui i Parchi Letterari che Stanislao Nievo chiamava spazi fisici e mentali, angoli magici, luoghi di autori e poeti ancora presenti nel paesaggio. L'autore diventa testimonianza dell'evoluzione dell'interazione tra uomo e ambiente e identificazione delle sensibilità locali, delle credenze, delle memorie e delle economie artigianali e agroalimentari. Un panorama che ad un visitatore può sembrare incontaminato, agli occhi di un abitante può rappresentare un libro aperto sul proprio passato, la propria storia, i propri miti. Il lettore dispone così di una chiave di lettura che stimola la visita di luoghi altrimenti considerati solo per il loro panorama, un viaggio reso reale dall'incontro con personaggi viventi che introducono a un racconto inseparabile dalla località che li ospita.


I Parchi Letterari ® Eugenio Montale e delle Cinque Terre 0187 762632 – comunicazione@parconazionale5terre.it