Visualizzazione post con etichetta martin rees. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta martin rees. Mostra tutti i post

03/06/15

"Il nostro ambiente cosmico" di Martin Rees, un libro per conoscere il mistero dell'Universo.




Mi sento chiedere spesso l'indicazione per un libro che approfondisca i grandi temi, i grandi enigmi del cosmo - della nostra condizione umana dell'essere gettati in questo spaventoso mistero - in modo divulgativo, comprensibile e serio, sulla scia del grande successo ottenuto in Italia delle Sette brevi lezioni di fisica di Carlo Rovelli, di cui abbiamo parlato anche qui. 

Credo che per chi ha interesse, non potrebbe prescindere da un grande libro scritto da uno dei maggiori cosmologi, nato nel 1942, e direttore della Royal Society, astronomo reale d'Inghilterra, Martin Rees.

E' Il nostro ambiente cosmico, edito da Adelphi già da qualche anno e più volte ristampato. 

In questo volume Rees espone in forma comprensibile tutte le vertiginose teorie sulla nascita e sul futuro del cosmo.  

Martin Rees


Emergono dalle ultime e più sofisticate ricerche mondiali novità clamorose e per molti versi sconvolgenti.  

Il Big Bang non è - come si credeva fino a qualche tempo fa - un evento unico, originario, ma un evento locale in un MULTIVERSO, di cui ci sfugge la configurazione globale.  

L'espansione dell'universo non sta affatto rallentando, come si credeva, ma accelerando, e forse è infinita. 

La materia oscura, l'antigravità, la forza repulsiva, l'energia del vuoto o quintessenza: altri misteri incredibili e affascinanti che evidenziano il nostro stare perennemente in bilico  di un grande mistero sospeso tra due infiniti: grande e piccolo.


Fabrizio Falconi

30/04/13

Il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza.



Allora, guardate bene la foto qui sopra (consiglio di cliccarvi sopra per ingrandirla). 

E' la galassia denominata Aquila, distante 5700 anni luce, scoperta grazie al Telescopio Spaziale Hubble. 

Non è stupefacente ? In un libro incredibilmente affascinante, Il nostro ambiente cosmico, Martin Rees, Research Professor della Royal Society dell'Università di Cambridge, uno dei più grandi astrofisici viventi riporta qualche dato sul quale forse è bene riflettere, presi come siamo dalle nostre piccole vite.

1. La fisica non sa ancora oggi se il nostro universo sia finito o infinito. Quel che si sa è che i limiti della sua grandezza sono costantemente spostati in avanti. E che nell'Universo sono presenti atomi pari a un valore 10 alla 78ma. Una cifra che, per la sua lunghezza, non può essere scritta. 

 2. La sorpresa più grande però, evidenziata dalle ultime scoperte (1998-2000 ) è che in tutto l'universo solo il 4% della massa è fornito dagli atomi ordinari, quelli che formano la materia che noi conosciamo: il 30% della massa dell'universo è formata dalla cosiddetta materia oscura, della quale la fisica sa ben poco. Sa che esiste, perché ci sono prove sperimentali che esista, ma non sa cosa sia. Infine ben il 66% della massa dell'universo è formato dalla cosiddetta energia oscura, che potrebbe essere il residuo di quella forza che originò l'Universo dopo la prima super-concentrazione di atomi. 

3. La vita umana, dura sul nostro pianeta da più o meno 400.000 anni. L'età dell'Universo è, secondo le stime di 15 miliardi di anni. La finestra della vita umana è quindi più o meno di 1/2.000mo rispetto alla vita dell'Universo. 

4. Il nostro Universo, secondo le teorie fische più accreditate, non è il SOLO universo. E' anzi, altamente probabile che esistano infiniti universi. Il nostro Universo è nato da un episodio, da una concentrazione di atomi che ha dato origine a QUESTO universo. Un episodio nella storia di un MULTIVERSO molto, molto, molto più grande. 

5. Questa enorme complessità strutturale, poi, con grande meraviglia dei fisici, fa da contraltare ad una incredibile semplicità delle leggi e degli elementi che ne stanno alla base. La fisica infatti insegue da molto tempo quella TEORIA DEL TUTTO, che potrebbe spiegare in poche regole elementari il FUNZIONAMENTO ( non l'origine ) della creazione. 

Questo, semplificando molto. Però, se avrete la pazienza di leggere il libro farete tante altre incredibili scoperte.

Alla luce di queste evidenze scientifiche appare quasi del tutto assurdo che l'Uomo stia a questionare sulla sua essenza, sulla impossibilità o possibilità di vita dopo la morte. Che cosa ne sappiamo noi della morte ? Cosa sappiamo noi della vita ? Cosa sappiamo noi della materia ? E di questo incredibile spazio/tempo e multispazio/multitempo nel quale siamo gettati ? Come si fanno a escludere A PRIORI le teorie che riguardano la nostra vita e la nostra morte ? 

Che ne sappiamo noi, di quello che c'è oltre a noi ? Di quello che significa la nostra vita ? NULLA. Scrive Jorge Luis Borges: il dubbio è uno dei nomi dell'intelligenza. 


Altre meravigliose immagini dell'universo da scaricare : http://www.noao.edu/image_gallery/

21/10/11

Nihil ad Excludendum .




Mi sembra che un atteggiamento mentale molto diffuso oggi, che riscontro tra amici anche colti o intelligenti,   quando si affrontano i cosiddetti ultimi, cioè le questioni fondamentali – sempre le stesse della nostra vita - chi siamo da dove veniamo e dove andiamo –   sia quello di asserire con certezza, a prescindere da una qualsiasi fede, ma di asserire con certezza soltanto in negativo , cioè escludendo a priori
I fantasmi ? Bah. La vita dopo la morte ? No, non ci siamo.  Le percezioni extrasensoriali, le visioni, la metempsicosi ? Buonanotte !

Eppure io credo invece che, proprio alla luce delle attuali conoscenze della fisica, e di quello di incredibile che stiamo scoprendo, occorrerebbe da parte di noi umani nelle nostre valutazioni di giudizio, una dose infinita di umiltà. E basterebbe dedicare un po’ di tempo alla lettura di uno qualsiasi dei grandi libri di fisica divulgativa disponibili sul mercato, per concludere che l’unica verità che potremmo affermare, sostenibile senza timore di smentita è questa: ” Nihil ad excludendum”. 

 Non possiamo escludere nulla, dovremmo mantenere la mente molto molto aperta, se possibile. Ecco quel che scrive ad esempio Martin Rees, uno dei maggiori astronomi moderni, Research Professor della Royal Society all’Università di Cambridge e Astronomo Reale d’Inghilterra in un libro capitale, Il nostro ambiente cosmico ( edizioni Adelphi, pag.183).

 “Svariati scenari conducono a universi multipli. Andrej Linde, Alex Vilenkin, e altri hanno simulato al calcolatore un’inflazione “eterna”, nella quale più universi emergono da big bang distinti in regioni disgiunte dello spaziotempo. Alan Guth e Lee Smolin hanno immaginato, partendo da ipotesi diverse, che all’interno di un buco nero possa germogliare un nuovo universo che espandendosi formerà un dominio spaziotemporale a sè stante, a noi inaccessibile.
Lisa Randall e Raman Sundrum suppongono invece che possano esistere altri universi separati dal nostro grazie a una dimensione spaziale in più. Questi universi disgiunti potrebbero tanto interagire gravitazionalmente quanto non avere nessun effetto uno sull’altro.
Gli altri universi sarebbero domini spaziotemporali separati; non potremmo neanche dire sensatamente se sono esistiti prima del nostro o esistono insieme o esisteranno dopo, perchè questi concetti hanno senso solo finchè possiamo usare una misura del tempo unica, comune a tutti gli universi.
Alan Guth e Edward Harrison hanno addirittura ipotizzato che si possano fabbricare universi in laboratorio facendo implodere un certa quantità di materia fino a trasformarla in buco nero. Per caso il nostro universo è il risultato di qualche esperimento eseguito in un altro ? Secondo Smolin, l’universo-figlio potrebbe essere governato da leggi che recano l’impronta di quelle che prevalgono nell’universo-genitore; ma in tal caso potremmo resuscitare, sotto nuova veste, l’argomento teologico del progetto, rendendo ancora più incerto il confine tra fenomeni naturali e soprannaturali.”
Alla luce di queste semplici conclusioni alle quali sta giungendo non qualche stregone, ma  la fisica moderna - e cioè che NESSUNA conclusione è attualmente praticabile e nemmeno pensabile per definire una spiegazione logico-razionale del mistero -  come è possibile per noi escludere qualcosa ?  Come è possibile escludere l’esistenza o la realtà di fenomeni che non comprendiamo ? Quale diritto, quale libertà arbitraria può indurci a dire: “le cose stanno così” ?