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24/06/19

100 film da salvare alla fine del mondo: 31. Moby Dick, la balena bianca (Moby Dick) di John Huston (1956)



Questo blog dedica, ad appuntamenti fissi - ogni lunedì e ogni venerdì - un catalogo personale dei miei 100 film da salvare "alla fine del mondo".  Non saranno ovviamente vere e proprie recensioni, ma un piccolo campionario degli affetti per queste opere che hanno segnato epoche e vite di molti, se non di tutti. 

100 film da salvare alla fine del mondo: 31. Moby Dick, la balena bianca (Moby Dick) di John Huston (1956)

Le avventure del Capitano Achab, interpretato da un memorabile Gregory Peck, e della mitica balena bianca, protagonisti del romanzo-mondo di Melville, portate sullo schermo da un gigante della regia, John Huston. 

Come avviene nel libro, Achab coinvolge tutto l'equipaggio della sua baleniera Pequod in un duello mortale contro la balena bianca, Moby Dick, che in un precedente scontro in alto mare gli aveva mangiato una gamba. 

Di tutto l'equipaggio si salverà soltanto il giovane Ismaele (Richard Basehart), che è la voce narrante della storia, nel libro e nel film. 

Huston decise coraggiosamente di affrontare il gigante letterario creato da Melville, realizzandone il secondo rifacimento al cinema (il primo era stato nel 1930 con protagonista John Barrymore), affidandosi al cosceneggiatore Ray Bradbury, che all'epoca aveva soltanto 26 anni e che sarebbe diventato uno dei più grandi scrittori americani di sempre del genere fantastico. 

Huston rende mitologica la storia, infondendola di forti significati simbolico-religioso: nel cetaceo è identificata la cieca spietatezza di un Dio che decide le sorti umane, contro cui l'uomo scatena la sua disperata rivolta. 

Lo stesso regista si sorprese che il film non scandalizzasse come nelle sue intenzioni avrebbe voluto: "Questo film è una bestemmia", disse, "e mi sorprendo che nessuno protesti".

In realtà il film oggi si apprezza come un classico, con un cast stellare che comprende perfino Orson Welles nei panni di invasato predicatore che ammonisce da un pulpito a forma di nave. 

L'impresa di tradurre un libro come quello di Melville - un monumento della letteratura - in un film di due ore, appariva come una impresa impossibile.  Huston vinse la sfida realizzando un film appassionante che - come l'originale melvilliano - riflette sulla origine e sulla natura del male, sulla colpa, sul destino umano, sulla redenzione e sulla sofferenza, sulle capacità umane e sulle sue inevitabili finitudini e sconfitte.




06/06/17

Bob Dylan arriva il testo del ringraziamento per il Nobel: "La mia non è letteratura."



"La mia non e' letteratura". Sono solo canzoni "fatte per essere cantate e non lette". 

Bob Dylan ha inviato agli accademici del Nobel il suo discorso di ringraziamento per un il premio ricevuto ma mai fino in fondo onorato. Non ha fatto dichiarazioni, non ha ringraziato, non e' andato alla cerimonia di premiazione ha inviato in Svezia Patti Smith che ha eseguito il classico dylaniano A Hard Rain's A Gonna Fall

A rendere pubblica la lettera di ringraziamento il Segretario permanente del Nobel Sara Danius per la quale "Il discorso e' straordinario e, come ci si poteva aspettare, eloquente; ora che il discorso e' stato letto dall'Accademia, e' tutto regolare e Dylan e' a tutti gli effetti un premio Nobel"

Il messaggio e' arrivato con un audio link e Dylan ha spiegato di non considerarsi uno scrittore o un letterato. "Non appena ho vinto il premio - scrive - mi sono subito domandato quale legame ci fosse fra le mie canzoni e la letteratura»

Poi ha citato i suoi artisti preferiti, tra cui Buddy Holly che "mi ha cambiato la vita" e i suoi libri preferiti: Moby Dick, l'Odissea e Niente di nuovo sul fronte occidentale. Infine ha scrtitto: 

"Le canzoni sono vive in una terra di vivi. Le canzoni non sono letteratura. Nascono per essere cantate, non lette. I testi di Shakespeare sono fatti per essere portati in palcoscenico, cosi' come le canzoni sono fatte per essere cantate, non stampate su una pagina. E io spero che molti di voi ascoltino i miei testi nel modo per cui sono stati creati: cioe' in concerto, sui dischi o sui nuovi media. Vorrei citare ancora Omero che disse: Canta in me, o Musa, e attraverso me racconta una storia