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08/06/13

La Mole Antonelliana e la pazzia di Nietzsche.




Nell'ultimo libro che ho scritto, Monumenti Esoterici d'Italia, mi sono occupato, tra i 30 luoghi, anche della splendida Mole Antonelliana di Torino, monumento al quale sono attribuite misteriose proprietà. 

Ne era convinto lo stesso Friedrich Nietzsche che – come racconta il suo biografo Anacleto Verrocchia – negli anni della sua permanenza a Torino, dal 1888, amava pranzare nei dintorni della Mole, per goderne quelli che lui chiamava benefici influssi. 

Nella Mole, Nietzsche, a quanto pare, vedeva l’immagine stessa, simbolica, della personalità dello Zarathustra, scritto qualche anno prima. 

In una sua lettera, scritta da Torino, dice di averla ribattezzata Ecce Homo, come il libro che stava scrivendo in quel periodo, e di averla circondata nello spirito con un immenso spazio.  

E fa davvero impressione considerare che proprio a Torino, mentre si trovava a passeggiare a Piazza Carignano, distante appena un chilometro dalla Mole, il filosofo fu colto da quello spaventoso attacco inconsulto che lo portò rapidamente alla follia: nei pressi della sua casa torinese, scorgendo il cavallo di una carrozza che veniva fustigato a sangue dal cocchiere, abbracciò l'animale e pianse, baciandolo, stramazzando poi a terra urlando in preda a spasmi. 


Fu l’inizio di quella lunga malattia mentale – durata 12 anni – che colpì una delle menti più geniali e straordinarie del nostro tempo, e sulla cui autentica natura ancora oggi molto si discute. 

Nietzsche, che con i tratti di un vero profeta, nei suoi scritti vaticinava una forma di follia volontaria come anticamera verso una ascesi superiore, aveva dunque raggiunto alterati e più profondi e interiori stati di coscienza ? 

E nel raggiungimento di questa misteriosa diversa elevazione aveva avuto rilievo anche quella poderosa antenna sotto la quale amava passeggiare ? 

E’ una ipotesi che certamente, per molti cultori dell’esoterico, resta piuttosto affascinante.

Fabrizio Falconi   ©  tratto da Monumenti Esoterici d'Italia, Newton Compton editori, 2013. 

05/04/13

La splendida Mole Antonelliana di Torino compie 150 anni.




Alla Mole Antonelliana ho dedicato uno dei capitoli del nuovo libro, Monumenti Esoterici d'Italia, in uscita tra poche settimane in tutte le librerie.  La celebre, bellissima Mole compie proprio in questi giorni, 150 anni di vita. 

Osservando il solido monumento che da oltre un secolo simboleggia Torino, pochi immaginerebbero che subito dopo essere stata ultimata la Mole Antonelliana fosse sul punto di crollare. 

Il Comune aveva fatto predisporre un piano di evacuamento della zona e tentato di puntellare l'edificio, che aveva retto fino al consolidamento in cemento armato realizzato negli anni Venti del Novecento. 

 Lo ha raccontato l'architetto Gianfranco Gritella, responsabile dell'ultimo restauro, un cantiere di otto anni che ha trasformato la mancata sinagoga commissionata dalla comunita' ebraica torinese il 7 aprile 1863 nell'attuale sede del Museo Nazionale del Cinema. 

In occasione dei 150 anni, la Mole e' al centro di numerose iniziative, a partire da uno speciale di Bell'Italia illustrato questa sera a Torino dal direttore del magazine Emanuela Rosa-Clot. All'appuntamento anche l'assessore alla Cultura del Comune, Maurizio Braccialarghe, e lo scrittore Giuseppe Culicchia, che al monumento ha dedicato il suo ultimo libro Badabum, in uscita da Feltrinelli. 

E' un monologo di 150 pagine in cui Antonelli, ossessionato dalla contemporanea costruzione della Tour Eiffel a Parigi, rivela come prevarico' la committenza ebraica per realizzare l'ardita architettura che da allora segna lo sky-line torinese. Per Rosa-Clot, la Mole Antonelliana e' ''l'icona stravagante di una citta' altrettanto originale: poco italiana, paradossalmente - anche se da qui e' partita' l'Unita' nazionale - e molto europea''. 

Ed e' stato proprio per non superare i suoi 167,5 metri, che Renzo Piano ha dovuto fermare al di sotto di quell'altezza il nuovo grattacielo che sta costruendo a Torino. L'edificio, ha ricordato Gritella, avrebbe dovuto ospitare la sinagoga, un asilo, dei negozi e perfino una stazione di posta. Il progetto approvato dagli ebrei torinesi prevedeva una costruzione di 47 metri. Ma quando fu chiaro che Antonelli ignorava i committenti e si spingeva sempre piu' in alto, la comunita' ebraica si rifiuto' di continuare a pagare. Della Mole dovette cosi' farsi carico il Comune di Torino mentre l'architetto, ormai novantenne, si faceva issare in una cesta tirata da carrucole per seguire da vicino i lavori. 

 Oggi la Mole viene scalata dall'esterno da Maurizio Puato, che per un intero anno vi si appese allo scopo di monitorarne la salute in occasione dell'ultimo restauro. E' lui che ha montato il 'collare' tricolore che ha cinto la base della guglia nel 2011, lui che ha realizzato le fotografie che illustrano il servizio di Bell'Italia. 

E' ormai conosciuto come 'lo scalatore della Mole', tanto da essere diventato il protagonista di un fumetto di Espress Edizioni nel quale gli fanno scoprire un diario del maestro, in realtà inesistente.

''La Mole - sostiene l'alpinista - e' come una montagna, dalla cupola in su e' fatta di granito e pietra di Luserna. Sono certo che Antonelli nel progettarla si sia ispirato al Monviso, che le svetta di fronte''. Per chi volesse tentare una scalata meno pericolosa, e' in programma l'apertura al pubblico entro la prossima estate di una parte dell'edificio finora rimasta occulta, l'intercapedine con scala interna che sale dal livello terra fino in cima alla cupola. Da quel punto verso l'alto nessuno e' ammesso, anche se l'affilata guglia e' stata ricostruita molto solidamente dopo il crollo avvenuto nel 1954 durante un temporale.