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23/10/13

Dieci grandi anime. 2. Andrej Tarkovskij (6.- fine)



Dieci grandi anime. 2. Andrej Tarkovskij (6.- fine)


Sul tema del sacrificio, dell’incontro tra il sacrificio umano – quello di Giuda Iscariota, ma anche quello di ogni uomo, e dello stesso Tarkovskij, ormai giunto al termine della sua vita  - e quello divino del Cristo, si giocano le ultime riflessioni del grande regista, che sembra consegnare la sua anima, “faccia a faccia con la propria vita”, come scrive il 4 novembre, un mese prima di morire.

Sono anche le considerazioni che concludono il suo libro più famoso, quello nel quale Tarkovskij ha riassunto il suo pensiero teorico, sul cinema, sulla creazione, sull’arte (20) . Nelle ultime pagine di Scolpire il Tempo, scrive:   
       Il nostro mondo è scisso in due parti: il bene e il male, la spiritualità e il pragmatismo.  Il nostro mondo umano è costruito, è modellato sulla base delle leggi materiali poiché l’uomo ha costruito la propria società sul modello della morta materia. Perciò egli non crede nello Spirito e rifiuta Dio.
      C’è una speranza che l’uomo sopravviva, nonostante tutti i segni del silenzio apocalittico preannunciato dall’evidenza dei fatti ?  La risposta a questo interrogativo, forse, è  contenuta nell’antica leggenda sulla resistenza dell’albero inaridito, privato dei succhi vitali, che ho preso come base del film più importante nella mia biografia artistica (21).
      Un monaco, passo dopo passo, secchio dopo secchio portava l’acqua sulla montagna e innaffiava l’albero inaridito, credendo senz’ombra di dubbio nella necessità di quel che faceva, senza abbandonare neppure per un istante la fiducia nella forza miracolosa della sua fede nel Creatore e perciò assistette al Miracolo: una mattina i rami dell’albero si rianimarono e si coprirono di foglioline. Ma questo è forse un miracolo ?  E’ soltanto la verità.   (22)
     
Non ci sono forse parole migliori di queste per raccontare cosa sono state la vita e il percorso artistico di Tarkovskij.  Il miracolo della pienezza espressiva, creativa dei suoi film è sotto gli occhi di vecchie e nuove generazioni. Il suo cinema è senza tempo, come la bellezza è senza tempo.

La fiducia, la fede nella vita – e nel suo ispiratore – pur nelle traversie di una esistenza obiettivamente molto difficile, a tratti penosa, hanno compiuto questo miracolo.
      
Forse meglio di ogni altro, Tarkovskij è stato colui che con la sua arte – ma anche con il resoconto della sua vita – è riuscito a tradurre, già in questo tempo terrestre, l’aforisma di Lao-tse, che lo stesso regista aveva posto tra i suoi preferiti: Quel che v’è di più potente al mondo è quel che non si vede, non si ode, e non si tocca.


(6. - fine) 

Fabrizio Falconi © - proprietà riservata/riproduzione vietata. 


20.      Scolpire il Tempo, di Andrej Tarkovskij è pubblicato in Italia da Ubulibri, 2002, a cura di Vittorio Nadai.
21.      Il film a cui si riferisce è l’ultimo, Sacrificio.
22.     Scolpire il Tempo, cit. pag. 211