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09/12/20

ItalianWays: La Casa Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, un luogo meraviglioso


La Casa Museo Hendrik Christian Andersen, a Roma, è dedicata a un artista interessante da vari punti di vista, il cui legame con la capitale d’Italia fu fortissimo.

Nell’Urbe, Andersennorvegese di Bergen, classe 1872si stabilì intorno ai vent’anni, proprio in questo magnifico palazzo liberty, “Villa Hélène”, che fungeva da sua abitazione e studio d’arte. Lo scultore decise che dopo la propria morte il palazzo e la collezione di statue da lui realizzate sarebbero diventati di proprietà dello Stato italiano. Così dal 1978 l’edificio è aperto al pubblico.

Lo studioso Fabrizio Falconi spiega che la complessa personalità di Andersen conteneva elementi di megalomania, come si può osservare anche dalle dimensioni delle sue sculture, e di idealismo.

Andersen, continua Falconi, aveva studiato arte nelle più prestigiose scuole europee e, durante le molte ore passate ad analizzare le opere dei più grandi maestri, aveva maturato la convinzione che solo l’arte potesse salvare l’umanità, minacciata in quegli anni da conflitti spaventosi e guerre mondiali. Vagheggiava la realizzazione di una grande città mondiale, una sorta di capitale planetaria dell’arte e della cultura, in grado di trasmettere agli uomini ideali di pace e armonia, già inseguiti prima di lui da grandi geni delle discipline più disparate.

A Roma Andersen incontrò Henry James, il grande scrittore, più vecchio di lui di circa trent’anni, col quale stabilì un legame strettissimo, ricordato da numerose lettere che testimonierebbero come tra i due vi fosse una forte attrazione e un grande coinvolgimento sentimentale (F. Falconi, “Misteri e segreti dei rioni e dei quartieri di Roma”, Newton Compton, Roma 2013)

Fonte: Italianways



15/06/20

La Lupa Capitolina, simbolo di Roma è un mistero: quando fu scolpita, e da chi?



Il simbolo di Roma: la Lupa dei Musei Capitolini, forse un falso medievale.

La Lupa Capitolina è da sempre il simbolo di Roma.

Conservata nelle sale dei Musei Capitolini (nella sala che oggi porta il suo nome), ne rappresenta il pezzo forse più celebre o quantomeno il più caro ai romani.

Tradizionalmente l'opera è stata sempre considerata etrusca e risalente addirittura al V secolo a.C., ma questa datazione e' stata soggetta a controversie da parte degli studiosi.

Le prime notizie giunte a noi – ma la leggenda e le fonti più antiche parlano addirittura di due statue, una al Campidoglio e l’altra al Lupercale – risalgono al 900 d.C.  quando una statua bronzea (ma non era probabilmente quella che  vediamo oggi) era conservata al Laterano.  

Le notizie sulla presenza della Lupa Capitolina poi vennero attestate fino al 1471 nella Chiesa di San Teodoro, dietro al Circo Massimo, fino a quando Papa Sisto IV la fece trasferire al Campidoglio.

Ma nella confusione delle fonti è stato finora difficile stabilire quando la Lupa – la Lupa che oggi vediamo e conosciamo – fece la sua comparsa come simbolo cittadino e rappresentazione archetipica del mito della fondazione di Roma che da tempo immemorabile raccontava di come proprio una Lupa si fosse occupata di sfamare i gemelli Romolo e Remo, abbandonati in una cesta nelle acque del Tevere dal perfido zio Amulio.

E’ un dibattito, anche molto acceso, che dura da decenni, da Winckelmann in poi, ma che negli ultimi tempi ha trovato nuovi straordinari elementi di conoscenza grazie a moderne tecniche di indagine.

In particolare, se è risaputo che l’aggiunta dei due gemelli – Romolo e Remo, accovacciati tra le zampe posteriori dell’animale – è sicuramente recente (esattamente della fine del Quattrocento, probabilmente opera di Antonio del Pollaiolo),  oggi un approfondito studio ha permesso di stabilire che il bronzo fu realizzato tra il 1021 e il 1153 d.C. con un livello di attendibilità stabilita dai referti, che si attesterebbe oltre il 95 %.

I rilievi sono stati condotti con moderne strumentazioni, attraverso le analisi con il radiocarbonio su numerosi campioni di resti vegetali estratti dalle terre di fusione utilizzate per la statua che hanno permesso di circoscrivere la data della fusione del bronzo ad un intervallo che esclude il periodo etrusco ed indica con maggiore probabilità un'età tardo medievale.

In particolare, secondo gli studiosi la Lupa è una copia medievale da un originale antico etrusco-italico eseguito con una tecnica indiretta a calco, e la prova sta nei numerosi ritocchi eseguiti in cera lungo le zone di contatto delle valve negative e nell'esecuzione ex novo della coda che era andata persa nell'originale.

Gli esami hanno poi permesso anche di accertare che la Lupa ha una stretta familiarità con la Sardegna: nel senso che per crearla fu utilizzato il rame della miniera algherese di Calabona, come risulta dai risultati delle analisi del rapporto isotopico del piombo  eseguite nei laboratori di Oxford.

A questo punto resta una domanda irrisolta: se la statua al Campidoglio è una copia medievale, dove si trova l'originale, la prima statua etrusca? E se fu distrutta, quando avvenne e in che circostanza?

Tratto da: Fabrizio Falconi, Misteri e segreti dei Rioni e dei Quartieri di Roma, Newton Compton, Roma 2013 


02/06/18

Domani, Domenica 3 giugno, Musei Aperti gratis a Roma.



Anche il 3 giugno, come tutte le prime domeniche del mese, l'ingresso a tutti i musei civici e alle mostre in programma in questi spazi sara' gratuito per i residenti a Roma e nella Citta' Metropolitana. 

La giornata e' promossa da Roma Capitale, assessorato alla Crescita culturale - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali con l'organizzazione di Ze'tema Progetto Cultura.

Inoltre, come prima domenica del mese, il percorso di visita nell'area dei Fori Imperiali sara' aperto al pubblico gratuitamente dalle ore 8.30 alle 19.15, con l'ultimo ingresso alle 18.15. 

L'apertura straordinaria prevede l'ingresso alla Colonna di Traiano e, dopo il percorso con passerella attraverso i Fori di Traiano e di Cesare, la prosecuzione attraverso il breve camminamento nel Foro di Nerva, che permette di accedere al Foro Romano mediante la passerella realizzata presso la Curia dalla Soprintendenza di Stato

Questa domenica sara' l'occasione per visitare gratuitamente le collezioni permanenti dei Musei e le mostre temporanee in corso tra cui I Papi dei Concili dell'era moderna.Arte, Storia, Religiosita' e Cultura ai Musei Capitolini, la mostra sull'imperatore Traiano in occasione dei 1900 anni dalla sua morte ai Mercati di Traiano - Museo dei Fori Imperiali (Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa) e, nel nuovo spazio espositivo della Centrale Montemartini, l'esposizione dedicata al dialogo tra due importanti culture del mediterraneo: quella egizia e quella etrusca (Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato). 

Da non perdere anche, al Museo di Roma in Trastevere, Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo, un racconto per immagini e video del Paese di quegli anni, e ROMA CITTÀ MODERNA. Da Nathan al Sessantotto alla Galleria d'Arte Moderna di via Crispi, una rassegna unica che ripercorre le correnti artistiche protagoniste del '900 con in primo piano la citta' di Roma. 

Restano a pagamento la mostra, in chiusura proprio il 3 giugno, nello Spazio espositivo del Museo dell'Ara Pacis Magnum Manifesto. Guardare il mondo e raccontarlo in fotografia - che celebra i 70 anni della Magnum Photos con le immagini e gli storici reportage della piu' grande agenzia fotogiornalistica al mondo - e la mostra Canaletto 1697-1768 al Museo di Roma, che celebra il 250° anniversario della morte del grande pittore veneziano presentando il piu' grande nucleo di opere di sua mano mai esposto in Italia, 68 tra dipinti, disegni e documenti, inclusi alcuni celebri capolavori.

Nei Musei si svolgeranno anche alcune attivita' didattiche a pagamento per bambini e famiglie:

Illuminate vedute. Canaletto 1697-1768 Museo di Roma ore 11.00 Visita alla mostra Canaletto 1697-1768 per condurre il pubblico alla riscoperta dell'artista e delle sue opere. E attraverso i suoi capolavori approfondire alcune delle complessita' storico/artistiche del XVIII secolo. Durata: 90 minuti 

Passeggiata scientifica al Museo Museo Civico di Zoologia orari: 10.45 - 12.00 - 14.30 - 15.45 - 17.00 Una "passeggiata scientifica" con tutta la famiglia per visitare il museo in un modo diverso dal solito. Durata: 1h. Eta': adulti e bambini Roma, 29 mag. 

MOSTRE IN CORSO 

I Papi dei Concili dell'era moderna. Arte, Storia, Religiosita' e Cultura Musei Capitolini Palazzo dei Conservatori - Sale piano terra. Fino al 9 Dicembre 2018 La mostra costituisce un'occasione unica per ripercorrere la storia degli ultimi tre Concili dell'eta' moderna www.museicapitolini.org 

Egizi Etruschi. Da Eugene Berman allo Scarabeo dorato Centrale Montemartini. Fino al 30 Giugno 2018 Un dialogo tra due grandi popoli del Mediterraneo in una mostra che inaugura il nuovo spazio per esposizioni temporanee della Centrale Montemartini. www.centralemontemartini.org

Traiano. Costruire l'Impero, creare l'Europa Mercati di Traiano. Fino al 16 Settembre 2018 Il "racconto" della mostra si sviluppa attraverso statue, ritratti, decorazioni architettoniche, calchi della Colonna Traiana, monete d'oro e d'argento, modelli in scala e rielaborazioni tridimensionali, filmati: una sfida a immergersi nella grande Storia dell'Impero e nelle storie dei tanti che l'hanno resa possibile.www.mercatiditraiano.it 

ROMA CITTÀ MODERNA. 

Da Nathan al Sessantotto (fino al 28 Ottobre 2018) AMIN GULGEE - "7" (fino al 23 Settembre 2018) Galleria d'Arte Moderna Roma citta' moderna e' un tributo alla Capitale d'Italia attraverso gli artisti che l'hanno vissuta e gli stili con cui si sono espressi. Una rassegna unica, che ripercorre le correnti artistiche protagoniste del '900 con in primo piano la citta' di Roma, da sempre polo d'attrazione di culture e linguaggi diversi. Amin Gulgee "7" e' l'installazione di uno dei piu' importanti artisti pakistani che parte da una frase in arabo, trascritta nella scrittura nakshi, intraducibile ma dal significato universale, il cui riferimento e' alla pace fra i popoli e all'amore umano. www.galleriaartemodernaroma.it 

 Raffaele de Vico (1881-1969) Architetto e Paesaggista Museo di Roma. Fino al 30 Settembre 2018 Un tributo della Capitale a uno dei maggiori architetti e paesaggisti del Novecento, Raffaele de Vico (1881-1969). Una mostra unica nel suo genere attraverso la quale viene anche ripercorsa la storia del verde pubblico romano nella prima meta' del passato secolo. www.museodiroma.it 

Gianni Asdrubali "Lo spazio impossibile" Museo Carlo Bilotti. Fino al 10 Giugno 2018 Diversamente da quanto avviene tradizionalmente con singoli dipinti collocati su parete secondo ordini lineari e ordinati, la mostra rende in tutta la sua vivace drammaticita' e velocita' la concezione spaziale e pittorica di Asdrubali. www.museocarlobilotti.it Matteo Negri 

NAVIGATOR ROMA Museo Carlo Bilotti. Fino al 10 Giugno 2018 "Verra', se resisto a sbocciare non visto": il racconto di un viaggio nel parco popolato da persone, architetture, natura e dal tempo che scorre. Il progetto Navigator Roma, ideato e realizzato da Matteo Negri, prende le mosse dall'omonima installazione all'aperto. www.museocarlobilotti.it 

Dreamers. 1968: come eravamo, come saremo Museo di Roma in Trastevere. Fino al 2 Settembre 2018 L'iniziativa intende delineare un vero e proprio percorso nell'Italia del periodo: un racconto per immagini e video del paese di quegli anni per rivivere, ricordare e ristudiare quella storia. www.museodiromaintrastevere.it 

BABELE - Gloria Argele's Museo di Roma in Trastevere. Fino al 17 Giugno 2018 Le 30 opere in mostra, realizzate tra il 2000 e il 2018 utilizzando tecniche diverse, sculture di legno, rete metallica, rilievi in carta e disegni sono la riflessione dell'artista argentina sulla nostra Babele contemporanea, la storia del Novecento e sul disagio di questo inizio di secolo. www.museodiromaintrastevere.it

MUSEO DI ZOOLOGIA… DIVERSO PER NATURA Museo Civico di Zoologia. Fino al 30 giugno 2018 Decine e decine di specie animali trovano a Roma un ambiente ideale per vivere, scegliendo soprattutto i parchi, le ville storiche e gli edifici del centro che, con i loro tetti antichi e le tante cavita', riproducono gli ambienti naturali ricchi di ripari e anfratti. www.museodizoologia.it 

Serban Savu Museo Pietro Canonica a Villa Borghese. Fino al 1° Luglio 2018 In sintonia con le linee guida del programma espositivo "Fortezzuola", Serban Savu, dopo aver soggiornato a piu' riprese a Roma, ha concepito un progetto ispirato al contesto storico e culturale del Museo Canonica.

11/05/18

Una Mostra al Museo della Memoria di Roma per ricordare il Bombardamento di San Lorenzo del 1943.



Il museo della Memoria e della Storia di Roma ricorda in una mostra il bombardamento del 19 luglio 1943. 

Cinquecentonovantuno bombardieri sganciarono mille tonnellate di esplosivo ad alto potenziale sul quartiere di San Lorenzo, sul Prenestino, sull'area del cimitero del Verano, sulla Citta' Universitaria e zone limitrofe. 

Il 13 Agosto un secondo bombardamento continuo' l'opera di devastazione

I morti furono circa 3000, moltissimi i feriti.

Oggi San Lorenzo e' uno dei quartieri piu' vivaci della movida animata dai giovani. A 75 anni di distanza le conseguenze dei bombardamenti, ancora in parte visibili, sono segni evidenti per chi conosce o ha vissuto quei tragici accadimenti, ma illeggibili per chi frequenti le sue strade e i suoi locali senza conoscerne la storia.

'1943 - 2018 Memoria e spazio pubblico. 12 progetti per ricordare il bombardamento di San Lorenzo', visibile dall'11 al 16 maggio 2018 alla Casa della Memoria e della Storia, ha come obiettivo tenere vivo il ricordo di questi tragici avvenimenti, grazie alla sperimentazione di nuove modalita' di comunicazione.

La mostra raccoglie il lavoro di ricerca e progettazione realizzato dagli studenti dell'atelier di Exhibit Design, tenuto dai professori Cecilia Cecchini e Maurizio Di Puolo nell'ambito della laurea magistrale in Design, Comunicazione Visiva e Multimediale della facolta' di Architettura della Sapienza universita' di Roma.

Gli studenti hanno progettato - con un approccio interdisciplinare che coinvolge comunicazione multimediale, architettura e grafica - un memoriale diffuso per San Lorenzo, in grado di superare la retorica dei tanti monumenti ai caduti.

Nei progetti presentati, i molti palazzi dall'inspiegabile profilo mutilato, sedi oggi di affollati ristoranti e pub, acquistano un nuovo senso; la realizzazione di piccole architetture del ricordo, la mappatura interattiva degli edifici distrutti accessibile con up dedicate, l'inserimento di postazioni multimediali che forniscono informazioni mirate, le testimonianze dei sopravvissuti raccolte in appositi siti web, danno nel loro insieme una modalita' nuova di lettura di quei luoghi restituendone la Storia.

 La scritta 'Eredita' del Fascismo', che comparve su un muro del quartiere San Lorenzo in quei giorni, e' ormai scomparsa, ma affinche' l'oggi non sia incosciente di quel che e' stato ieri sono necessari nuovi, puntuali e potentiprogetti di comunicazione. 

 I progetti in mostra realizzati dagli studenti e i filmati che li accompagnano forniscono una chiave di lettura coinvolgente delle tracce di quegli accadimenti facendone l'occasione per raccontare la Storia e propongonouna modalita' di fruizione dello spazio pubblico all'insegna della conoscenza, della condivisione e della valorizzazione dei luoghi.Un evento collaterale alla mostra e' la presentazione, martedi' 15 Maggio alle 17, di Caratteri clandestini.

 La tipografia nella resistenza italiana, il volume di Andrea Vendetti in uscita per ETS Edizioni, che nasce dallo sviluppo della tesi di laurea in Disegno Industriale, relatore Cecilia Cecchini. Il testo approfondisce lo studio delle tipografie attive in Italia durante la Resistenza e della grafica della stampa clandestina. La mostra e' a cura di Cecilia Cecchini e Maurizio Di Puolo per il Dipartimento di Pianificazione, Design, Tecnologia dell'Architettura della Facolta' di Architettura - Sapienza Universita' di Roma, promossa da Roma Capitale - assessorato alla Crescita culturale - Dipartimento Attivita' Culturali in collaborazione con Ze'tema Progetto Cultura.

Fonte Lapresse

01/12/17

Apre domani al Maxxi di Roma la grande mostra: "GRAVITY, immaginare l'Universo dopo Einstein". Una grande avventura tra arte e astrofisica.


GRAVITY Immaginare l’Universo dopo Einstein 

Dal modello di volo della Sonda Cassini alle installazioni di Tomás Saraceno, dal cannocchiale di Galileo a Marcel Duchamp, dagli interferometri per la caccia alle onde gravitazionali ai video d’artista

A poco più di un secolo dalla teoria della relatività di Albert Einstein, che ha trasformato radicalmente la Cosmologia, il MAXXI presenta la mostra GRAVITY. Immaginare l’Universo dopo Einstein, un percorso immersivo e interattivo tra installazioni scientifiche e artistiche, reperti storici e simulazioni di esperimenti, che indaga le connessioni e le analogie tra l’arte e la scienza, dimostrando la profonda influenza dello scienziato tedesco sul pensiero contemporaneo. 

Il progetto è il risultato di una inedita collaborazione del museo con l’Agenzia Spaziale Italiana (ASI) e l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare (INFN), con il sostegno del Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca - Dipartimento per la formazione superiore e per la ricerca. 

Questa edizione curata da Elena Motisi, è una esplorazione dell’Utopia Radicale attraverso il lavoro di Urban Think Tank. 

Spazio-tempo, crisi, confini: un percorso attraverso questi concetti chiave fra loro dipendenti e interconnessi.

Nel 1917 Albert Einstein pubblica un articolo che fonda la cosmologia moderna e trasforma i modelli di cosmo e universo immaginati fino ad allora da scienziati e pensatori, rivoluzionando le categorie di spazio e tempo

A cento anni da questa pubblicazione il MAXXI dedica una mostra a una delle figure che più ha influenzato il pensiero contemporaneo. 

Gravity. Immaginare l’Universo dopo Einstein racconta gli sviluppi della teoria della relatività nella visione odierna dell’universo e le affascinanti ricadute che essa produce ancora oggi in campo artistico. Attraverso il coinvolgimento di artisti internazionali, la mostra rende omaggio allo scienziato che ha cambiato radicalmente le nostre conoscenze, la percezione e l’immaginario dell’universo. 

Installazioni artistiche e scientifiche immersive, reperti iconici e simulazioni di esperimenti per avvicinarsi all’essenza delle innovazioni scientifiche introdotte da Einstein e svelare le profondità sottese all’universo conosciuto, ma anche i meccanismi che legano insieme tutti gli uomini nella ricerca della conoscenza, in un processo collettivo nel quale gli artisti e gli scienziati svolgono un ruolo ugualmente significante e fondamentale per la società.

02 dicembre 2017 - 29 aprile 2018

GRAVITY. IMMAGINARE L’UNIVERSO DOPO EINSTEIN

Maxxi Galleria 4
a cura di Luigia Lonardelli, Vincenzo Napolano, Andrea Zanini
con la consulenza scientifica di Giovanni Amelino-Camelia

30/10/17

La Galleria e il suo doppio: 2 opere di Philippe Casanova in mostra alla splendida Galleria Spada !



A partire da mercoledì 1 novembre, in occasione della festività dei Santi e in concomitanza con l’ingresso libero nei musei statali di domenica 5 novembre, il Polo Museale del Lazio, diretto da Edith Gabrielli, presenta presso la Galleria Spada, diretta da Adriana Capriotti, l’iniziativa La Galleria e il suo doppio: due opere di Philippe Casanova dedicate alla Galleria Spada

L’appuntamento, che convoca all’interno della Terza Sala del museo due dipinti di recente elaborazione dedicati alla sala medesima e alle sue diverse visioni, evidenzia la suggestione esercitata dalla celebre Galleria barocca sulla pittura dell’artista francese Philippe Casanova, il quale, in una sorta di gioco di specchi, riproduce la vera e propria Galleria lunga del cardinal Bernardino Spada, ovvero quella “ala nova” aggiunta nella prima metà del Seicento al grande palazzo cinquecentesco per conservarvi l’importante collezione d’arte di famiglia

Ormai da anni impegnato in una sua personale cronaca pittorica contemporanea che ha attraversato i più eminenti spazi sacri e profani del Barocco romano, quali, su tutti, le chiese di Sant’Ignazio, del Gesù e della Vallicella, come anche le sale più decorate o più intime dei palazzi patrizi, come quelli dei Colonna, dei Pallavicini o dei Borghese, Philippe Casanova misura qui spazio e opere della Terza Sala, invitando a sua volta il visitatore a scoprire la Galleria e i suoi due “doppi”, diversi per dimensioni, cromia, luce e quasi mimetizzati su tavoli da muro secenteschi o su sgabelli barocchi. 

L’invito a confrontare lo spazio vero e quello dipinto costringe l’osservatore ad uno sguardo insistito su opere e arredi della collezione, elementi che Casanova spinge a scoprire, con gusto barocco ma con spirito da illuminista, nel solco di una tradizione di “pittura delle collezioni” che dal Seicento attraversa e mappa l’Europa fino alle celebri Tribune di Zoffany e alle Gallerie di Pannini. 

L’iniziativa affianca quella attualmente dedicata al prestito della Natività di Dumont le Romain dal Museo di Chantilly, gettando un ponte tra l’arte antica e la sua rappresentazione contemporanea. 

Galleria Spada 
Piazza Capodiferro, 13 
00186 Roma 
tel. +39 06 6832409 + 39 06 687489

05/05/17

Rivoluzione al MAXXI di spazi e contenuti ! Grande riapertura domani, sabato 6 maggio.



MAXXI RE-EVOLUTION

AL CENTRO LA COLLEZIONE PERMANENTE: TRIPLICANO GLI SPAZI,
NUOVO ALLESTIMENTO A PARTIRE DALLA PIAZZA
GRANDI INSTALLAZIONI E OPERE MAI ESPOSTE PRIMA

INGRESSO GRATUITO NELL’INTERO PIANO TERRA

NUOVI CATALOGHI DELLE COLLEZIONI DI ARTE E ARCHITETTURA
NUOVA VIDEO GALLERY
ANCORA PIU’ SERVIZI PER IL PUBBLICO

Grand Opening venerdì 5 maggio | apertura al pubblico sabato 6 maggio

 www.maxxi.art | #MAXXIReEvolution

A partire dal 6 maggio al MAXXI sarà RE–EVOLUTION: il museo si trasforma e ripensa i suoi spazi, rafforzando la sua identità e la sua missione pubblica, a partire da The Place to Be, il nuovo allestimento della collezione permanente intorno cui ruotano tutti i cambiamenti e le novità.

Il MAXXI diventa più accogliente, più accessibile, più aperto alla città, con tutto il piano terra a ingresso gratuito e nuovi servizi per il pubblico. Si realizza così un progetto fortemente voluto dal Presidente Giovanna Melandri, dal Direttore artistico Hou Hanru e dai Direttori del MAXXI Architettura e del MAXXI Arte, Margherita Guccione Bartolomeo Pietromarchi, curatori di The Place to Be.

“Con questo progetto tagliamo il traguardo di una maratona iniziata anni fa – dice Giovanna Melandri –. Vogliamo arricchire costantemente l’offerta culturale del museo e lo facciamo a partire dalla collezione permanente, cuore identitario del museo e patrimonio pubblico offerto gratuitamente dal martedì al venerdì. Abbiamo lavorato e continueremo a farlo per arricchirla, conservarla e renderla sempre più accessibile. Questa è la “re-evolution” di una grande istituzione culturale, laboratorio di futuro e memoria della contemporaneità”.

“In questo nuovo allestimento – dicono Margherita Guccione e Bartolomeo Pietromarchi – la collezione è pensata come un corpo vivo e dinamico, fatto di opere esposte a rotazione, donazioni, comodati e prestiti, per rendere sempre più il museo un punto di riferimento per artisti, collezionisti, studiosi e appassionati. Un percorso che racconta come artisti e architetti si sono confrontati con l’dea di spazio abitabile, dalla città agli ambienti più intimi”.

Questo percorso parte già dalla piazza e si estende all’interno, senza soluzione di continuità, in tutto il piano terra e in parte del primo piano con grandi installazioni, opere esposte per la prima volta, capolavori di maestri del nostro tempo, focus temporanei e approfondimenti dedicati agli artisti in collezione.
Il piano terra – con ingresso gratuito dal martedì al venerdì e ogni prima domenica del mese - ospita anche una video gallery permanente realizzata in collaborazione con In Between Art Film; uno spazio dedicato all’Archivio di Incontri Internazionali d’Arte; un nuovo laboratorio per la didattica che propone anche Kids Museum, percorso tra le opere della collezione dedicato ai bambini, con il supporto di BNL- Gruppo BNP Paribas.
Completano l’offerta una nuova caffetteria-bookshop affacciata su via Guido Reni e un nuovo ristorante su Piazza Alighiero Boetti, con la collaborazione della chef stellata Cristina Bowerman.

In mostra anche importanti nuove donazioni d’artista (come Piccolo Sistema di Gianfranco Baruchello, una fotografia della serie Occhi di Bruna Esposito, e Io son dolce Sirena di Luca Maria Patella, donata dall’artista e dalla Fondazione Morra) e nuovi comodati, come quello della Metropolitana di Napoli, i cui progetti sono esposti per la prima volta.
Tra i nuovi comodati, anche opere dall’Archivio Agnetti (Assioma – Otto proposizioni), dalla Fondazione Giuliani (Oscar Tuazon e Elias Hansen, Untitled (Zodiak Staircase), dalla Fondazione Nomas (Francesco Arena, 3,24mq e Nico Valscellari, Nido), dalla Collezione Barillari (Tomás Saraceno, Flying Garden/Air-Port-City/12SW), dalla Collezione Pero (Carl Andre, Elica Milano).

LA PIAZZA
Il “viaggio” nel nuovo MAXXI prende il via da Piazza Alighiero Boetti, animata da nuove grandi installazioni: ad accogliere i visitatori spicca lo straordinario e imponente Winter Moon, uno degli alberi di Ugo Rondinone esposti di recente a Place Vendome a Parigi e ai Mercati di Traiano a Roma: il calco di un ulivo millenario, alto 5 metri, in alluminio dipinto di smalto bianco opaco.  Di grande suggestione Anima di Mircea Cantor, un imponente scheletro in legno e corda, alto circa 8 metri e lungo 10, che si ispira alla Basilica di San Pietro riportandola all’essenzialità. E poi MareoMerz di Elisabetta Benassi, realizzata nel 2013 per la sua personale alla Fondazione Merz: un grande barcone che “ripesca” l’ultima automobile appartenuta a Mario Merz.
Da fine giugno, la piazza ospiterà anche la ricostruzione parziale di uno dei luoghi più iconici dell’Estate Romana: il Teatrino Scientifico di Franco Purini e Laura Thermes, che farà da sfondo agli appuntamenti estivi del museo. E poi le installazioni permanenti More than meets the eye di Maurizio Nannucci, Emergency's paediatric centre in Port Sudan supported by MAXXI di Massimo Grimaldi e l’opera La casa di Roma di Pedro Cabrita Reis.

GALLERIA 1 | Piano terra 
All’interno, il percorso  espositivo prende il via nello spazio dedicato al cuore del patrimonio documentario del museo: l’Archivio di Incontri Internazionali d’Arte, di fronte alla Galleria 1, dove oltre 60 opere d’arte, architettura e fotografia dialogano tra loro e con gli spazi sinuosi di Zaha Hadid. In mostra lavori dagli anni Sessanta fino alle più recenti produzioni.  
Dopo aver attraversato la foresta tessile sospesa di WEST8, gruppo di architetti e paesaggisti olandesi, il visitatore è accolto dal monumentale Wall Drawing #1153 Ripples di Sol LeWitt, allestito su una grande parete del MAXXI per la prima volta: l’essenzialità del bianco e nero, il rapporto tra ombra e luce  testimoniano l’ultima, intensa stagione creativa dell’artista.
Continuando il percorso, tra i lavori in mostra Elica Milano di Carl AndreAssioma-Otto proposizioni di Vincenzo Agnetti, l’installazione Flying Garden/Air-Port-City di Tomás Saraceno, Senza titolo (Triplo Igloo) di Mario Merz, The Emancipation Approximation di Kara Walker, i quattro grandi carboncini della serie The general jungle or carrying on sculpting di Gilbert & George, l’importante donazione Piccolo Sistemadi Gianfranco Baruchello, le fotografie del progetto dedicato all’ospedale psichiatrico di via Pindemonte a Palermo di Letizia Battaglia, recentemente acquisite grazie al contributo degli Amici del MAXXI, Madre diMaurizio Cattelan, Orme I e Orme II di Alighiero BoettiSternenfall di Ansel Kiefer, Il Processo di Rossella Biscotti  e ancora un prestigioso prestito: i disegni per il fregio sulle sponde del Tevere di William Kentridge.
Tra le opere di architettura, esposti per la prima volta i progetti delle stazioni della metropolitana di Napoli realizzate tra gli altri da Dominique Perrault e Álvaro Siza, accanto a quelli per il ponte sullo stretto di Messina di Sergio Musmeci,  Pierluigi Nervi Giuseppe Perugini. E poi le 46 fotografie che compongono 72 ore a Roma di Helmut Newton, unico suo progetto fotografico di “paesaggio urbano”.
Il percorso prosegue al Centro Archivi con il progetto Interiors: dieci autori dalle Collezioni del MAXXI Architettura, tra cui Aldo Rossi, Carlo Scarpa, OBR, rappresentano attraverso progetti e parole le stanze del quotidiano.

GALLERIA 2 E SALA GIAN FERRARI | Primo piano | I Focus e gli Approfondimenti
L’esposizione continua al secondo piano, nella Galleria 2 e nella nuova sala dedicata a Claudia Gian Ferrari che, nel 2010, ha donato al MAXXI un’importante selezione di opere della sua collezione personale. Questi spazi ospitano a rotazione focus e approfondimenti sugli artisti in collezione.
Si comincia con quello dedicato a Bruna Esposito (fino a settembre 2017), di cui viene riallestita una delle prime opere entrate nella collezione del museo: l’installazione/performance e così sia.. del 2000, un mandala di legumi e spezie, dal forte valore simbolico, che l’artista ricomporrà dal vivo per tutta la durata della mostra. Esposti anche Oltremare, una stampa fotografica della donazione Gian Ferrari, DVD per la proiezione di un’ombra e una selezione di fotografie della serie Occhi (2016), macro immagini di occhi di pesce, di diverse dimensioni, dai colori luminosi e brillanti, che creano un dialogo con il pubblico.
Il percorso continua con due focus dedicati ai temi della città e della casa. Nel primo, dal titolo The Other Cityuna serie di disegni di architetture “immaginate” per Roma da Franco Pierluisi  fa da contrappunto ai modelli di opere realizzate, come la Moschea di Paolo Portoghesi, esposto per la prima volta, l’Auditorium di Renzo Piano, la Nuvola di Massimiliano Fuksas. E ancora: il lavoro fotografico di Gea Casolaro Maybe in Sarayevo, sessanta fotografie che potrebbero rappresentare qualsiasi città, ma tutte scattate a Sarajevo nell'ottobre 1998, le videoinstallazioni Freedom of Movement di Nina Fischer e Maroan el SaniQuando Roma si fa sentire di H. H. LimSleepers di Francis Alÿs e la Città ideale di Liliana Moro.
Nel focus sulla casa, dal titolo No Place Like Home, troviamo la ricostruzione in dimensioni reali della White U di Toyo Ito, il progetto di Aldo Rossi per Casa Alessi, gli scatti di Armin Linke e Hélène Binet dedicati alla Casa a Noto di Giuseppina Grasso Cannizzo, l’installazione Io son dolce sirena di Luca Maria Patella e opere di Francesco Arena, Micol Assaël, Gregorio Botta, Ilya ed Emilia Kabakov, Domenico Gnoli, Michelangelo Pistoletto, Oscar Tuazon e 3 video di Adelita Husni Bey, Wannes Goetschalckx, Wolf Kahlen.  
Completa l’offerta la reading room realizzata con il sostegno di MINI per ospitare approfondimenti e incontri con gli artisti della collezione.

I CATALOGHI
THE PLACE TO BE è anche l’occasione per la pubblicazione del Catalogo aggiornato della Collezione MAXXI Arte, edito da Quodlibet e organizzato in due sezioni: il catalogo generale delle opere e la sezione dedicata a premi, committenze e allestimenti tematici. Sarà inoltre disponibile l’e-book del Catalogo MAXXI Architettura, che comprende anche le nuove acquisizioni del 2016-2017.

LA NUOVA CAFFETTERIA-BOOKSHOP E IL NUOVO RISTORANTE
La rivoluzione creativa passa anche attraverso il ripensamento degli spazi interni di accoglienza, a partire da TYPO, la nuova caffetteria-bookshop ospitata nella sala delle ex caserme che, con i suoi accessi su via Guido Reni, crea un nuovo ingresso al MAXXI.
La caffetteria-bookshop sarà aperta anche oltre gli orari di apertura del museo.
Su Piazza Alighiero Boetti affaccia invece LINEA, il nuovo ristorante del MAXXI.
La gestione di LINEA e TYPO è stata affidata con gara europea al Consorzio Stabile SEAMAN,  che si avvarrà della collaborazione di Cristina Bowerman, chef stellata.
  
ELISABETTA BENASSI
MareoMerz, 2013
peschereccio, automobile, rete, m 9 x 12 x 3
foto Musacchio Ianniello, courtesy Fondazione MAXXI

MARIO MERZ 
Senza titolo (Triplo Igloo), 1984-2002
Foto Musacchio Ianniello, courtesy Fondazione MAXXI

UGO RONDINONE
Winter moon, 2012
Cast aluminum, white enamel
191 3/8 x 192 7/8 x 185 inches (486 x 490 x 470 cm)
Copyright Ugo Rondinone
courtesy the artist and Gladstone Gallery, New York and Brussels

BRUNA ESPOSITO
E così sia...,2000
posa in opera e installazione con disfacimento finale: legumi, cereali, alloro, fornello elettrico, recipiente in pirex, acqua 
foto Musacchio ianniello, courtesy Fondazione MAXXI

ALIGHIERO BOETTI
Orme (1), 1990
tecnica mista su carta intelata
Comodato collezione privata
Foto M3Studio  Courtesy Fondazione MAXXI

06/10/13

Il Museo Hendrik Christian Andersen a Roma, un piccolo gioiello sconosciuto.




A Roma, anche in una città come Roma, esistono gioielli sconociuti. 

Uno di questi è il il Museo Hendrik Christian Andersen, in Via Pasquale Stanislao Mancini, al numero 20, a pochi metri da Piazza del Popolo. Che oltretutto è - incomprensibilmente - gratuito. 

Una bellissima palazzina Liberty conserva le opere dello scultore e pittore Hendrik Christian Andersen. 

Nato a Bergen in Norvegia nel 1872 da povera famiglia e naturalizzato americano essendo emigrato ancora bambino negli Stati Uniti, a Newport (Rhode Island), il giovane Andersen intraprese il viaggio di formazione in Europa nel 1894 e, dopo Parigi, si stabilì definitivamente a Roma dove visse per oltre quarant'anni. 

Alla sua morte, il 19 dicembre 1940, lasciò in eredità allo Stato italiano il suo studio-abitazione di via Mancini e quanto in essa contenuto: opere, arredi, carte d'archivio, materiale fotografico, libri. 

Ma solo dopo la morte nel 1978 di Lucia Andersen (adottata nel 1919 dalla madre dell'artista e quindi usufruttuaria del lascito), alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna è stata affidata la tutela delle raccolte e dell'edificio. 

La collezione delle opere (oltre duecento sculture di grandi, medie e piccole dimensioni in gesso e bronzo; oltre duecento dipinti; oltre trecento opere grafiche) si segnala per la sua eccezionalità essendo quasi interamente incentrata attorno all'idea utopistica, che ossessionò per tutta la vita Andersen, di una grande "Città mondiale", destinata ad essere la sede internazionale di un perenne laboratorio di idee nel campo delle arti, delle scienze, della filosofia, della religione, della cultura fisica. 

A tale progetto e alla sua diffusione Andersen aveva dedicato nel 1913 insieme all'architetto francese Ernest Hébrard un ponderoso volume (Creation of a World Centre of Communication; consultabile presso il Museo) che, partendo dalle concezioni urbanistiche delle antiche civiltà, doveva indicare l'approdo alla nuova e moderna "Città".

I due grandi atelier al piano terra- la Galleria, sala di rappresentanza ove l’artista mostrava ai visitatori le opere finite, e lo Studio, vero e proprio atelier per l’ideazione delle opere e la modellazione delle forme- accolgono le monumentali statue, i busti-ritratto e i disegni-progetto per il “Centro mondiale di comunicazione”. 

L’appartamento al primo piano, un tempo abitazione dell’artista, costituisce oggi uno spazio espositivo sia per le raccolte permanenti - dipinti, disegni, sculture di piccola dimensione- sia per mostre temporanee dedicate ai rapporti tra l’Italia e gli artisti stranieri dell’Ottocento e del Novecento. 

L’edificio chiamato Villa Helene (dal nome della mamma) viene lasciato in eredità da Hendrik Christian Andersen allo Stato italiano nel 1940, anno della sua morte. 

Corredano il museo splendide foto d'epoca, che ritraggono Andersen con personalità influenti dell'epoca come Tagore e Umberto Nobile.  

Tra le amicizie v'era poi quella, durata molti anni (consistente molto probabilmente in una vera e propria relazione). 

Penso a te nella dorata aria romana, scrive Henry James a Andersen il 2 gennaio del 1912, sto sospeso con te sopra la tua indicibile terrazza sul Tevere- siedo con te in quelle nobili sale.

E un'altra lettera del 2 febbraio del 1902, scritta all'indomani della morte del fratello di Hendrik, rende bene il contenuto del sentimento che James provava per l'amico, molto più giovane di lui:

Il fatto che non posso aiutarti, vederti, parlarti, toccarti, tenerti stretto a lungo o fare nulla per tranquillizzarti e farti sentire la mia profonda partecipazione - questo mi tormenta, carissimo ragazzo, mi fa dolere per te e per me stesso; mi fa stridere i denti e gemere contro l'amarezza di queste cose [...] Un solo pensiero che mi solleva un poco - mi auguro che tu possa pensare all'idea o anche solo alla possibilità. Sono in città per qualche settimana, ma tornerò a Rye il 1 aprile, e prima o poi ti vorrei vedere là, e stringerti e lasciarti posare su di me come fratello e amante, sostenerti, lentamente confortarti o almeno toglierti l'amarezza del dolore - questo io cerco di immaginare, come fosse pensabile, fattibile, non totalmente fuori questione.