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26/10/19

Sabato d'Arte: Il "Fregio" della Casa di Gauguin nelle Isole Marchesi conservato al Museo d'Orsay di Parigi



Paul Gauguin trascorse gli ultimi mesi della sua vita a Atuona, nelle isole Marchesi. 

L'artista decorò la porta della grande capanna su palafitte di legno di palma e bambù, che fu anche la sua ultima dimora, con un insieme di pannelli scolpiti direttamente su misura, nel legno di sequoia.

I tre pannelli orizzontali recano iscrizioni che rivelano la ricerca di una primitiva età aurea che occupò l'artista fino alla fine della sua vita: la capanna si chiama, con un intento provocatorio, "Casa del Piacere", mentre i due pannelli del basamento sembrano specificare le condizioni di questo eden: "Siate misteriose" e "Siate innamorate e sarete felici ".



I nudi e i busti femminili che illustrano queste massime, figure massicce e serene, sono scolpiti in intagli grossolani ed efficaci, mischiati ad animali e piante.

La sensuale semplicità di questo tipo di decorazione segna la nascita di un'estetica "primitivista" che, nel XX secolo, conoscerà brillanti sviluppi con Matisse, Derain, Lhote e Picasso.

I pannelli della "Casa del Piacere" di Gauguin sono oggi conservati al Museo d'Orsay di Parigi, mentre sul frontone della  capanna delle Isole Marchesi sono state apposte delle copie.



Paul Gauguin (1848-1903) 
Basso rilievo in legno della Casa del Piacere 1902 
Bassorilievo policromo di legno di sequoia 
Cm 284 x 732 
Musée d'Orsay


21/09/15

"L'Assenzio" di Edgar Degas. Il quadro della condizione umana.



L'absinthe o Dans un café fu dipinto da Edgar Degas tra il 1875 e 1876.

Anche il  Café de la Nouvelle Athènes, dove la scena è ambientata, ha una lunga storia: si trovava a Place Pigalle ed era un famoso ritrovo degli impressionisti. Il Café prendeva il nome da un quartiere di Parigi di fine Ottocento.  Nel corso degli anni il caffè cambio nome più volte: negli anni quaranta, divenuto un locale di spogliarelliste, venne chiamato Sphynx divenne il luogo di incontro dei militari nazisti prima e statunitensi poi. Più recentemente, tra gli anni ottanta e gli anni novanta, fu chiamato New Moon. Il caffè fu poi chiuso definitivamente nel 2004 ed il palazzo che lo ospitava, completamente ristrutturato. 

La terrazza del Café offriva ai pittori impressionisti un luogo ideale da cui ritrarre i loro modelli. 

Degas ne sceglie due particolari: l'attrice Ellen Andrée e il pittore Marcellin Desboutin, un aristocratico caduto in disgrazia divenuto un vagabondo pieno di orgoglio e dignità e pittore senza troppa fortuna.  

L'uomo ha il gomito sul tavolo, la pipa in bocca e guarda fuori dal locale.   La donna, come ipnotizzata davanti ad un bicchiere di assenzio - bevanda poi definitivamente abolita, definita la droga dei poveri - con lo sguardo perso nel vuoto. 

I due sono vicini, ma non hanno nulla in comune. Sembrano ciascuno dei due prigionieri del proprio mondo, delle proprie fantasie, della propria visione del mondo

L'isolamento popola questa tela, la abita.

Lo sguardo di Ellen è la diagonale che attraversa il quadro, e fuoriesce da esso verso un altrove sconosciuto.  Il bicchiere sembra non ancora sfiorato.  Il liquido verdognolo lo riempie fin quasi all'orlo. Ma la caraffa è vuota. E forse, anzi, certamente, quello non è il primo bicchiere. 

Desboutin ha gli occhi rossi e il suo aspetto arruffato - il cappello inclinato - testimonia il dissidio aperto con il mondo. 

I giornali sono avvolti nelle stecche, in primo piano.  Nessuno li vuol leggere, non servono. La scena si svolge ben oltre l'attualità, l'ordinarietà della vita.   Soltanto la firma di Degas si può leggere sopra. 

Ellen e Marcellin sono incompleti. 

Aspettano qualcosa che forse - o quasi certamente -  non arriverà mai. Aspettano. 

Edgar Degas, L'absinthe, olio su tela, 92 x 68 cm, lascito del conte Isaac de Comondo, 1911, Musée d'Orsay, Parigi. 

Fabrizio Falconi









10/04/13

Edouard Manet: Grandi Eventi a Londra e a Venezia.





Padre dell'arte moderna, ispiratore di tanti a cominciare da Cezanne, Matisse, Picasso, Edouard Manet e' protagonista di grandi mostre da Londra a Venezia e al cinema, con l'evento di domani Manet: ritratti di vita che inaugura Exhibition, la serie di tre film dedicati a maestri dell'arte che in contemporanea mondiale permetteranno agli spettatori di visitare idealmente importanti esposizioni.

Alla Royal Academy di Londra, la mostra Manet: Portraying life, acclamata dai critici, chiudera' il 14 aprile ma una visita guidata, commentata, ricca di suggestioni, sulle note di Chopin e di Schumann viene proposta dal film che domani alle 20 in Italia (elenco delle sale su www.nexodigital.it) e in tante altre nazioni dall'Inghilterra all'Argentina fara' entrare nel cuore della mostra londinese attraverso il grande schermo, con la guida dello storico dell'arte Tim Marlow e dei curatori della mostra, MaryAnne Stevens e Larry Nichols. 

 Per una mostra che si chiude, pochi giorni dopo un'altra che si apre ancora su Manet. Manet Ritorno a Venezia e' il titolo dell'esposizione che aprira' il 24 aprile (fino al 18 agosto) nelle monumentali sale di Palazzo Ducale, progettata con la collaborazione speciale del Musee D'Orsay di Parigi, l'istituzione che conserva il maggior numero di capolavori di questo straordinario pittore, alcuni dei quali usciranno per la prima volta dal museo francese. Le due esposizioni fanno percorsi diversi. 

Quella di Londra, tra gli eventi d'arte piu' importanti del 2013, e' un viaggio tra le tele ma anche nella vita di Manet e del suo tempo: dalle esposizioni ufficiali al Salon dei Refuses, dalla passione per il Giappone a quella per i boulevard parigini di Haussmann, dalla pittura di Couture ai temi innovativi di Courbet attraverso la fascinazione per la cultura spagnola, dall'attenzione per gli elementi naturali a quella per la vita cittadina, rivoluzionata dalle novita' tecnologiche e dall'avvento della fotografia, dalla poesia di Baudelaire e di Mallarme' alla prosa di Zola, dall'amicizia con Antonin Proust a quella con Monet. 

Quella dei Musei civici a Palazzo Ducale riserva sorprese: approfondisce i modelli culturali che ispirarono il giovane Manet negli anni del suo precoce avvio alla pittura, evidenziando che, diversamente dagli studi fino ad oggi quasi esclusivamente riferiti all'influenza della pittura spagnola sulla sua arte, questi modelli furono invece assai vicini alla pittura italiana del Rinascimento. 

Cosi' nell'esposizione veneziana accanto ai suoi capolavori si vedranno alcune eccezionali opere ispirate ai grandi tableaux della pittura veneziana cinquecentesca, da Tiziano a Tintoretto a Lotto in particolare. 

Curata da Stephane Guegan, con la direzione scientifica di Guy Cogeval e Gabriella Belli, la mostra si propone come un autentico evento. In sala dopo il film su Manet alla Royal Academy, il ciclo Exhibition, distribuito in Italia da Nexodigital, proseguira' con Munch 150 dal Museo Nazionale e dal Museo Munch di Oslo, giovedi' 27 giugno alle 20.00 e Vermeer e la musica: l'arte dell'amore e del piacere, dalla National Gallery di Londra, giovedi' 10 ottobre alle 20.00.