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09/07/17

Poesia della Domenica: "Vaticinio" di Nanni Cagnone.




Questa notte
duramente senza lingua
sembra degna di un pianto.
Anche il sonno
fa cadere le armi, il sonno
così munito di vittorie
che nell'atrio del mondo
sta sicuro. Potesse
il puntiglio delle palpebre
scoprire il tramestìo
dei dormienti, come un intonaco
di nubi che cade dal cielo.

La sera chiude la torre
i battenti girano tardi,
Mnemòsyne allora senza strada
si unisce ai viventi.
Torre, tempio geloso
come un cerchio, specola
di fissità: ti è stato chiesto
di compiere con riguardo
sulla superficie della terra,
di rubare poco al respiro.
Occorre curvarsi
più profondamente
sull'aratro dello scriba
per sentire il suono
delle parole dove
si circonda di antenati e
mette unghie in qualcosa,
come un primogenito
alla fine della ruota
eredita con sforzo
e insonnia
un palcoscenico echeggiante.

Sgranato molto tempo, lo possiede
la dismisura che chiama
in basso le forze, come un'erma.
Ostacolo del mondo, che ha
i suoi fini e non lascia
uomini agire, da sovrano
- li precede: essi così
rivivono passando in sfere
già misurate.
Nonostante, dovrà il suo auriga
essere molti e correre su tutto
senza avvicinarsi né distinguere
- auriga di volto oscuro
viaggio non vittorioso
interminabile, aria mossa
dei crocicchi che nessuno coltiva.
E Imène, vigilia che deve
solamente perire.

Legamento sottile tiene in volo
ma agitato e dormiente
come sei, privo d'intesa,
dovendo con l'occhio
solo assistere al ventre,
il volteggiante seguito del giorno
incustodisci ed ami.
Vana avversità la tua distanza,
falsa membrana che ti fa
splendere lontano, come un celibe,
tirando i fili della stoffa
a un mutamento inutile.
Nel colmo delle notti
non si scava, e anche lontano
dispiacere dei luoghi
è l'orizzonte.

Egli nel proprio biasimo
disfaceva così
tardi i suoi rotoli,
lungo interpolato desiderio
nella palude grave dei papiri.
Psyche, logos che cambia
secondo gli esseri,
e ha il potere di non mostrarsi,
ed è il dio per il quale si giura.



Nanni Cagnone, tratto da Vaticinio, libro quarto, 1984.

(pubblicato in The Favourite Malice, Thomas J. Harrison, Out of London Press, 1983).