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08/06/15

Ulisse e la Madre. (Odissea XI - 186)






“Ma tuo padre
resta nei campi, alla città non scende;
e non ha per giacere, letti o splendidi
tappeti o coltri, ma in inverno dorme
dove gli schiavi in casa presso il fuoco,
nella cenere, e vesti umili ha indosso.
Quando viene l’estate o il ricco autunno,
per lui bassi giacigli di ammucchiate
foglie si fanno ovunque, sul declivio
del fertile vigneto: e qui egli giace
dolente e accresce in cuore la sua pena
sognando il tuo ritorno, e una vecchiezza
dura lo investe. Anch’io così mi spensi,
compiendo il fato, e non la saettante
che dritta mira, coi suoi miti dardi
mi colse e uccise nelle stanze, e morbo
non mi assalì che per lo più la vita
con tabe odiosa scioglie dalle membra;
ma il rimpianto di te, nobile Ulisse,
del tuo senno e del tuo tenero affetto,
mi ha tolto il bene della dolce vita”.

Disse; io tentai, con l’animo in tumulto,
l’ombra abbracciare della madre morta.
Tre volte mi slanciai, spinto dall’ansia
di abbracciarla, e tre volte dalle braccia
mi volò via, simile ad ombra o sogno;
sempre più mi cresceva in cuore acuto
strazio, e rivolsi a lei parole alate:

“Madre, perché non resti, se io mi struggo
di abbracciarti, così che entrambi al collo
gettandoci le braccia, anche nell’Ade,
gustiamo l’acre voluttà del pianto ?
O forse a me questo fantasma l’alta
Persefone ha mandato, perché io debba
piangere e lamentarmi anche più forte ?”

Dissi; e subito in cambio, mi rispose
l’augusta madre:

“Ahi, figlio mio, su tutti
gli uomini sventurato, non la figlia
di Giove, non Persefone ti inganna:
questa è la legge dei mortali, quando
qualcuno muore; ché le carni e le ossa
più non reggono i tendini congiunte,
ma tutto sfugge l’impetuosa furia
del fuoco ardente, appena esce la vita
dalle ossa bianche; e vagola per l’aria
l’anima, e fugge a volo come un sogno.
Ma tu tendi al più presto a ritornare
verso la luce, e tutto serba in mente
per ridirlo, più tardi, alla tua sposa."


Omero, Odissea, Libro XI – 186-223
Traduzione di Giovanna Bemporad da ‘Esercizi’, Garzanti,1980.

08/10/14

Cinema: primo Ciak per Odissea girata interamente in greco antico e latino.



La spiaggia di Stintino, in Sardegna



A Stintino come a Itaca, per un'Odissea girata interamente in greco antico e in latino. 

E' l'ambizioso progetto cinematografico che ha preso il via oggi sulla spiaggia di "Lu Forrazzu", che nel pomeriggio ha ospitato il primo ciak del film "Da Itaca con amore - L'Odissea", adattamento in chiave contemporanea dell'Odissea di Omero firmato dal regista inglese Malachi Bogdanov.

La troupe e gli attori, a cominciare dal britannico Giles Terera nei panni di Omero e dalla cagliaritana Michela Sale Musio nelle vesti di Atena, saranno impegnati a Stintino per un mese. Oggi hanno presenziato alle riprese anche il produttore Simon M. Woods e il produttore associato, nonché' presidente del Cineclub Sassari, Carlo Dessi'.

Il film sara' sottotitolato tramite "crowdsourcing" globale nelle lingue di ogni continente, sara' diffuso gratuitamente in tutte le scuole e le università e distribuito anche nei cinema, in televisione, online e su cd.