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06/04/18

Il Louvre si conferma il Museo più visitato al Mondo - Ma incalzano i Cinesi !



Re Louvre sempre sul trono supera la crisi e risale la china tornando di nuovo sopra agli 8,1 milioni di visitatori, 700 mila in piu' rispetto al 2016, l'anno nero del terrorismo.

Ma il vero exploit e' quello del National Museumof China che con poche presenze in meno (8.062.000) rispetto al blasonatissimo collega francese svetta di colpo al secondo posto della classifica mondiale 2017 stilata dal Giornale dell'Arte con The Art Newspaper, lasciandosi alle spalle il Met di NewYork, che pure ha affrontato le sue crisi di bilancio guadagnando ancora visitatori.

Tant'e', quest'anno anche i Musei Vaticani festeggiano, con 400 mila presenze in piu' che gli valgono la riconquista del quarto posto (un anno fa erano scivolati al quinto, superati dalla National Gallery di Londra).

Mentre nella top 100, dove da sempre figurano alcuni dei piu' importanti musei italiani, dagli Uffizi a Castel Sant'Angelo, entrano alla grande il Complesso Museale del Duomo di Siena (31), Palazzo Reale di Milano che ha ospitato tra l'altro la grande mostra di Caravaggio (71) e finalmente la Reggia di Caserta, complici forse pure le domeniche gratuite lanciate dal Mibact (100).

Insomma, se guerre e terrorismo continuano a fare paura e la crisi economica costringe anche i piu' grandi a rivedere i bilanci, la fame di cultura nel mondo sembra crescere insieme con i numeri globali del turismo.

E l'Oriente, con un trend che va avanti ormai da tempo, si fa spazio, sgomitando anche ai danni delle istituzioni piu' storiche. Nella lista dei primi dieci le variazioni sono minime.

Soffrono un po' i musei londinesi (anche qui la paura del terrorismo puo' aver fatto la sua parte) con il British Museum che scivola dal terzo al quinto posto e la National Gallery che dal quarto precipita all'ottavo.

Escluso il Reina Sofia di Madrid, che con 3,8 milioni di visitatori si deve accontentare dell'undicesimo posto, in discesa come il Prado che con 2,8 milioni e' diciottesimo (era al gradino 14).

Intanto si fa strada il Tokyo Metropolitan Art Museum, che entra al 21/o posto, cosi' come il Museum National de Antropologia di Citta' del Messico, che con 2 milioni 336 mila presenze e' 24/o, seguito al 30/o da un altro museo cittadino, il Museum National de Historia (2.135.465).

E se a Firenze gli Uffizi perdono una posizione scendendo al 26/o posto e la Galleria dell'Accademia ne cede due (al 37/o con 1,6 milioni), un destino analogo al museo dell'Acropoli di Atene (1,5 milioni di visitatori, e' 40/o, nel 2016 era al 36/o posto), guadagna invece ben 11 posizioni il National Museum of Western Art di Tokyo, 43/o con 1,4 milioni di visitatori.

Quanto alla classifica italiana, i primi posti sono gli stessi di sempre, al top inossidabili gli Uffizi, con 2 milioni 235 mila visitatori, seguiti dalla Galleria dell'Accademia di Firenze e dal Museo di Castel sant'Angelo, primo dei romani.

Tra i siti archeologici domina il Colosseo, da sempre il monumento piu' gettonato, che nel 2017 ha sfondato il muro dei 7 milioni di visitatori, seguito da Pompei con 3 milioni 418 mila (anche qui oltre un milione in piu' rispetto a pochi anni fa) e a sorpresa dalla Valle dei templi di Agrigento con 867 mila.

Guardando ai 32 super musei voluti da Franceschini (quelli a gestione autonoma) in testa c'e' sempre l'Anfiteatro Flavio, seguito dal complesso Uffizi, Pitti, Boboli (3 milioni 825 milioni) e poi da Pompei e dalla Galleria dell'Accademia.

Agli ultimi posti la Galleria Nazionale dell'Umbria di Perugia (59 mila visitatori) e il Parco dell'Appia Antica (48 mila) con tutta probabilita' penalizzato dalla mancanza di uffici e personale. 

Una classifica valuta anche chiese, abbazie e complessi museali: qui dominano i toscani, primo assoluto il Duomo di Siena con 2,1 milioni di visitatori, seguito a distanza dal Duomo di Firenze (725 mila) e da Santa Maria Novella (450 mila).

29/12/16

Hervé Clerc - "Le cose come sono - una iniziazione al buddhismo comune" (Recensione)




Per chi è in cerca di una introduzione (o una iniziazione, come è scritto nel sottotitolo) al buddhismo, come filosofia di vita e come pratica quotidiana, il libro di Clerc è un ottimo strumento. 

Scritto con tono completamente a-confessionale, da un punto di vista sostanzialmente laico, Le cose come sono racconta prima di tutto un incontro molto personale con l'essenza del buddhismo, come è stato vissuto dall'autore. 

Clerc (a indurlo a scrivere è stato il suo amico Emanuele Carrère) si è portato questa storia dentro per quattro decenni. Fu infatti più di quarant'anni fa che, reduce dai fervori e dai clamori del maggio '68, ebbe «un'esperienza incommensurabile rispetto a tutte quelle che avrebbe poi fatto nella sua vita e, ovviamente, a quelle fatte in precedenza»: si trattò di una vera e propria illuminazione, pervenuta al termine di una esperienza di droghe, che spalancò le porte ad una nuova percezione della realtà: una esperienza squassante di nudo, immobile, vuoto. 

Clerc non sapeva allora non sapeva che cosa fosse. Soltanto più tardi ha trovato la radice di questa esperienza meticolosamente, miracolosamente descritta negli antichi testi buddhisti. 

Così, riprendendo oggi il filo della propria biografia, riesce a renderci partecipi di un insegnamento plurimillenario, e nella forma più semplice e spoglia possibile, scardinando cliché, tic accademici, gerghi, mode, che invoglia alla lettura. Allo stesso tempo lo studio dei testi classici del buddhismo e delle sue radici è comparato con l'esperienza occidentale, in particolare con gli esiti di quella ricerca fenomenologica che da Husserl ad Heidegger si è avvicinata - per certi toni - alla tradizione millenaria orientale. 

Un libro insomma affascinante, denso di spunti e con un prezioso glossario finale che racchiude i termini e le formule principali del pensiero buddhista. 


Hervé Clerc 
Le cose come sono 
Una iniziazione al buddhismo comune 
Traduzione di Carlo Laurenti 
Piccola Biblioteca Adelphi 2015, 
3ª ediz., pp. 259 € 14,00 

17/11/15

Le Chiese e i siti cristiani di Nagasaki. Una bellissima mostra sul Giappone al Palazzo della Cancelleria, a Roma.

Cattedrale di Oura


La mostra, "Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento come patrimonio culturale dell’umanità, intende presentare come si è radicato il cristianesimo in Giappone e come esso abbia favorito per quattrocento anni lo scambio di valori tra Giappone ed Europa, sarà aperta al pubblico dal 23 al 29 di novembre 2015, è organizzata dalla Prefettura di Nagasaki, Prefettura di Kumamoto, Comune di Nagasaki, Comune di Sasebo, Comune di Hirado, Comune di Goto, Comune di Minamishimabara, Comune di Ojika, Comune di Shinkamigoto, Comune di Amakusa, è realizzata grazie al contributo dell’ANA, Agenzia per gli Affari Culturali del Giappone e si avvale del Patrocinio del Ministero degli Affari Esteri del Giappone e del Pontificio Consiglio della Cultura.



Una statuetta di Maria Kannon XIX secolo Arcidiocesi di Nagasaki La leggenda vuole che la statua fosse di proprietà dei credenti di Urakami. Sculture raffiguranti la Dea kannon venivano prodotte in massa in Cina, perciò questo tipo di scultura fu scelta per rappresentare la Vergine Maria. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) la chiamavano “Hanta Maruya” (Santa Maria)

“Le Chiese e i Siti Cristiani di Nagasaki”, candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità. Le orme dello straordinario cristianesimo giapponese. PALAZZO DELLA CANCELLERIA (PIAZZA DELLA CANCELLERIA 1, ROMA)

Da lunedì 23 a domenica 29 novembre

Chiesa di Egami 


Situata all'estremo occidente del Giappone, la regione di Nagasaki è un territorio costituito da una miriade di isole i cui colori dominanti sono l'azzurro e il verde grazie all'intenso tono blu del cielo che le sovrasta ed al verde cristallino del vasto mare che le circonda. Sin dall'antichità attiva protagonista degli scambi culturali con il continente, la regione di Nagasaki, nel suo ruolo di porta d'ingresso per gli scambi con l'Occidente, ha svolto un ruolo determinante per lo sviluppo della cultura giapponese e per il processo di modernizzazione della stessa. In tale contesto, si è assistito alla creazione di una cultura originale di questa regione, che come caratteristica principale ha quella di essere in grado di testimoniare il processo di radicamento del cristianesimo in Giappone.



Un paravento decorativo pieghevole raffigurante l’arrivo degli europei in Giappone (copia) ca. 1600 Questo paravento ritrae in maniera estremamente vivida le scene di arrivo in Giappone di missionari e mercanti. Nella parte in alto a destra si può notare una chiesa, circondata da numerosi negozi che vendono rosari e altri oggetti di culto.





L'introduzione del cristianesimo in Giappone, ad opera del missionario gesuita Francesco Saverio, avvenne nel 1549 e a partire dal XVI secolo la regione di Nagasaki costituì il centro delle attività dei missionari, che portarono alla diffusione della religione cristiana. In seguito, a causa dei divieti, delle oppressioni e delle persecuzioni delle autoritàà politiche del tempo, per un periodo di circa 250 anni i credenti della regione di Nagasaki tramandarono la loro fede costituendosi in comunità clandestine, fino a che, alla metà del XIX secolo, non riuscirono a ricongiungersi alla chiesa cattolica. 



L’“O-kake-e” (L’Annunciazione) Risalente alla seconda metà del XVIII secolo- inizio XIX secolo circa Museo di Shimanoyakata nell'isola di Ikitsuki, Comune di Hirado Immagine sacra tramandata dai “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) dell' isola di Ikitsuki di Hirado, denominata “Il bucato”, poiché vi si sovrappongono strati pittorici di diverse epoche, che testimoniano la trasformazione dallo stile pittorico occidentale a quello giapponese. Nel dipinto, che raffigura la scena dell’Annunciazione, sono ritratti l’Arcangelo Gabriele, con le ali sul dorso, la Vergine Maria che già tiene il Cristo tra le braccia e, nella parte superiore, Dio

Con la mostra "Le Chiese e i Siti cristiani di Nagasaki", candidati al riconoscimento tra i patrimoni culturali dell’umanità, intendiamo illustrare la peculiare storia del processo di recepimento del cristianesimo da parte del Giappone, verificatosi a partire dal XVI secolo e per un periodo di circa 400 anni e presentare la cultura e i patrimoni culturali ad esso legati, attraverso gli oggetti, le immagini e i documenti esposti. In un paese come il Giappone, le cui radici spirituali erano legate al buddismo e allo shintoismo sin dalla più remota antichità, come è stato possibile diffondere il cristianesimo ed assistere alla sua drammatica rinascita dopo un lungo periodo di agonia La meraviglia di questa storia è sotto i vostri occhi.
Villaggio di Sakitsu a Amakusa



Un’orecchia di mare (copia) Museo della chiesa di Dōzaki Una conchiglia chiamata “orecchia di mare”, riportante l'iscrizione: “San Givan”. Si ritiene che il nome “San Givan” indichi San Giovanni Battista. I “senpuku kirishitan” (cristiani clandestini) intravedevano la figura del Santo nei riflessi che risplendono nella parte interna della conchiglia. Fu così che queste “orecchie di mare” iniziarono ad essere utilizzate e tramandate in vari luoghi come oggetti di devozione.

19/03/13

19 marzo - Upanisad: la Trasmissione Padre-figlio.






Le Upaniṣad (sanscrito, sostantivo femminile, devanāgarī: उपानिषद) sono un insieme di testi religiosi e filosofici indiani composti in lingua sanscrita a partire dal IX-VIII secolo a.C. fino al IV secolo a.C. (le quattordici Upaniṣad vediche) anche se progressivamente ne furono aggiunti di minori fino al XVI secolo raggiungendo un numero complessivo di circa trecento opere.  Trasmesse per via orale, furono messe per iscritto per la prima volta nel 1656. 

Il termine Upaniṣad deriva dalla radice verbale sanscrita: sad (sedere) e dai prefissi upa e ni (vicino) ossia "sedersi vicino", ma più in basso (ad un guru, o maestro spirituale), suggerendo l'azione di ascolto di insegnamenti spirituali. 

Questo qui è un brano riferito alla cosiddetta 'cerimonia Padre-figlio' o della Trasmissione.  E la propongo oggi, nella ricorrenza del 19 marzo. 


Un padre, quando sta per morire, chiama il proprio figlio. 
Egli dapprima sparge dell'erba fresca sul pavimento della casa e dispone il fuoco; poi, dopo aver sistemato vicino al fuoco un vaso d'acqua insieme con un piatto di riso, egli si distende, si copre con un abito pulito e resta così. Il figlio viene e si stende sul padre, toccandogli le mani, i piedi e così via con gli organi corrispondenti, oppure il padre può compiere l'atto della trasmissione mentre il figlio siede di fronte a lui. In seguito conferisce il suo potere al figlio, [dicendo]: 

Il padre: Possa io impartire la mia parola a te. 
Il figlio: La tua parola entro di me io ricevo. 
Il padre: Possa io impartire il mio respiro di vita a te. 
Il figlio: Il tuo respiro di vita entro di me io ricevo. 
Il padre: Possa io impartire la mia vista a te. 
Il figlio: La tua vista entro di me io ricevo. 

(Kauṣitakī Upaniṣad)

08/05/12

Tiziano Terzani e i suoi 6.000 libri donati a Venezia.



La biblioteca personale di TizianoTerzani entra a far parte dei fondi di prestigio della Fondazione Cini di Venezia: la donazione viene dalla moglie, Angela Terzani Staude. L'atto di donazione e' stato firmato oggi a Venezia. A fine mese il primo nucleo dei 6.000 libri appartenuti allo scrittore e viaggiatore fiorentino partiranno da casa Terzani per l'ultimo viaggio verso l'Isola di San Giorgio Maggiore.

La biblioteca di Terzani comprende volumi di storia, di storia della cultura dei paesi orientali, di arte e molti reportage di viaggiatori occidentali: un'ampia panoramica di quanto prodotto da occidentali in viaggio nell'Oriente vasto che va dalle repubbliche ex sovietiche a Giappone, Cina, India, penisola indocinese.

 "I volumi che Tiziano ha raccolto nell'arco della sua vita - afferma Angela Terzani Staude - erano tutto per lui, perche' i libri non si limitava a comprarli, ma li recuperava dagli antiquari, ai mercati di ogni villaggio. Li cercava e li custodiva con cura: dietro ogni titolo c'e' una storia". 

 "Mi ha sempre detto che dopo la sua morte avrei potuto lasciarli a chi volevo, ma avrei dovuto mantenerli tutti insieme - prosegue - quando ho visto la biblioteca della nuova manica lunga ho capito che la Fondazione Cini era il posto giusto per accoglierli".

Il patrimonio librario di Terzani andra' ad inaugurare il nuovo Centro Studi di Civilta' e Spiritualita' Comparate dellaFondazione dell'Isola di San Giorgio, il quale aprira' le sue attivita' il 31 maggio e 1 giugno prossimi con il convegno internazionale 'Tiziano Terzani: ritratto di un connaisseur'.

Cinque le sessioni, dedicate alle fasi lavorative e di vita di Terzani: scrittore, giornalista, esploratore, spiritualista, idealista. Il Centro si configurera' come la naturale evoluzione del preesistente Istituto 'Venezia e l'Oriente', che era stato istituito nel 1958 per promuovere lo studio delle civilta' dell'India e dell'Estremo-Oriente; il nuovo Centro Studi si caratterizzera' per l'approccio comparativo e interculturale, la prospettiva si allarghera' alle piu' importanti tradizioni spirituali del mondo, non solo orientali.

fonte ANSA

24/09/08

Il rischio della Religione Fai-da-Te, oggi.


Conosco sempre più persone - amici, colleghi di lavoro, semplici conoscenti - battezzati e di famiglia cattolica, che ormai si sono costruiti una specie di Religione-fai-da-te, pescando un po' di qua e un po' di là. Di fondo, si sentono ancora cattolici, e probabilmente - se qualcuno li andasse ad intervistare per un sondaggio - alla domanda: "religione cattolica ?" risponderebbero sì, ma soltanto per evitare di dover spiegare quello che magari non è del tutto chiaro neanche a loro.

Queste persone, in perfetta buona fede, e con spesso con le migliori intenzioni, sentendosi deluse da alcuni aspetti del cattolicesimo - in gran parte la qualità delle liturgie (messe noiose, prediche melense), ma anche la posizione della Chiesa e del Vaticano su alcune questioni del vivere comune - cominciano a rivolgersi altrove, in cerca di 'integratori' spirituali d'altra natura.

Così accade che alcuni di loro comincino a frequentare i circoli buddhisti del Soka Gakkai, dove si recita il Sutra del Loto, il namu myoho renge kyo che "fa sentire meglio, perchè libera l'energia che c'è in te." Il Soka Gakkai, come altre discipline buddhiste, è di 'facile approccio': si comincia con la conoscenza di una persona che ti introduce in un circolo di 'praticanti', la prima volta si va per curiosare, e poi si comincia a ... provare.

Non è soltanto il Soka Gakkai, ovviamente. Oramai va di moda 'pescare' anche da altre religioni, dal Tai-chi (che non è una religione, ma un'arte marziale che si usa a scopi meditativi e di conoscenza interiore), allo Zen, magari a un pizzico di Zoroastrismo o di Scintoismo, o di Confucianesimo e magari, perchè no, di new age ?

Credo che la nostra chiesa cattolica, specie in Italia, sottovaluti parecchio il rischio della trasformazione di un cattolicesimo che ormai - come avverte anche Benedetto XVI - rischia di essere percepito come "un insieme di no", di fronte al quale si cerca la consolazione di più facili "sì". E sottovaluti questa 'moda' di fabbricarsi religioni personali pret-a-porter anche da parte di coloro che si professano cattolici.

Il rischio è, secondo me, che si annacqui ancora di più lo spirito originario del cristianesimo, che non si voglia o non si sia più capaci di viverlo nella sua bellezza radicale, nel suo messaggio forte, originale.

Il rischio è che le persone che 'mischiano' tradizione e professioni di fede magari non completamente 'scelte', ma 'trovate lungo la strada' creino ancora più confusione nei cuori, e smarrimento di fronte a ciò che succede nel mondo.

Perchè la Chiesa non prova ad interrogarsi a fondo su questo, e a cercare di ribadire, di ritrovare e riaffermare lo spirito originario del cristianesimo, cioè Cristo, che non avrebbe e non ha bisogno di nessun integratore per affermarsi come Senso nel Mondo ?